Un ritrovamento inatteso ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale: il Denver Museum of Nature & Science (Denver, Colorado) ha annunciato di aver scoperto un fossile di dinosauro proprio sotto il parcheggio della propria sede, all’interno del City Park di Denver. La scoperta è avvenuta nel gennaio durante un progetto di perforazione geotermica. L’intervento era finalizzato a valutare la possibilità di sostituire l’attuale sistema di riscaldamento a gas naturale con un impianto geotermico, nell’ottica di una transizione verso fonti energetiche rinnovabili e sostenibili.
In quell’occasione, il team del museo ha deciso di affiancare all’intervento tecnico anche un’indagine scientifica sul nodo geologico, con l’intento di contribuire alla comprensione della struttura del bacino di Denver. L’iniziativa, nata come studio di supporto, ha però portato a un risultato del tutto imprevisto: il rinvenimento di un fossile risalente al tardo Cretaceo, individuato a una profondità di circa 232 metri sotto la superficie. Secondo i dati emersi, si tratta del fossile di dinosauro più antico e più profondo mai scoperto all’interno dei confini urbani della città.
“Questa è una scoperta scientificamente e storicamente emozionante sia per il Museo che per la più grande comunità di Denver”, ha detto James Hagadorn, curatore di geologia al Museo. “Questo fossile proviene da un’epoca poco prima dell’estinzione di massa che spazzò via i dinosauri e offre una rara finestra sull’ecosistema che una volta esisteva proprio sotto la moderna Denver”.
Il reperto, un osso parziale, è stato identificato come una vertebra appartenente a un dinosauro erbivoro. Patrick O’Connor, direttore delle Scienze della Terra e dello Spazio del museo, ha fatto parte del team che ha analizzato il fossile e ne ha confermato l’appartenenza all’epoca del tardo Cretaceo, stimando l’età a circa 67,5 milioni di anni. Lo studio scientifico relativo alla scoperta è stato pubblicato sulla rivista specializzata Rocky Mountain Geology, punto di riferimento per la comunità accademica nel settore delle scienze della Terra.
“Questa potrebbe essere la scoperta di dinosauri più insolita di cui abbia mai fatto parte”, ha detto O’Connor. “Non solo è eccezionalmente raro trovare qualsiasi fossile come parte di un progetto di perforazione, ma la scoperta ha fornito un’eccezionale opportunità di collaborazione per il team di scienze della terra del Museo per produrre un articolo guidato dallo studioso post-dottorato del Denver Museum of Nature & Science, il dott. Holger Petermann”.
Attualmente, l’osso fossile è esposto al pubblico all’interno della mostra permanente del museo intitolata Discovering Teen Rex, dove viene presentato nel contesto delle recenti scoperte paleontologiche della regione. La collocazione in mostra consente ai visitatori di osservare da vicino il reperto e di comprenderne la rilevanza scientifica, in modo particolare per la conoscenza della geologia profonda del territorio urbano.
L’intero progetto di perforazione geotermica si inserisce in un programma finanziato dallo Stato del Colorado, finalizzato a promuovere la transizione energetica. Nel 2024, infatti, il museo ha ottenuto una sovvenzione di 250.000 dollari attraverso il Programma di sovvenzioni energetiche geotermiche promosso dal governatore Jared Polis e gestito dal Colorado Energy Office. Il finanziamento fa parte di un più ampio piano statale da 7,7 milioni di dollari destinato a ridurre le emissioni di gas serra e incentivare l’adozione di sistemi energetici puliti. Nel caso del museo, la sovvenzione sta contribuendo a valutare la fattibilità di un impianto geotermico che permetta di riscaldare e raffreddare la struttura in modo sostenibile.
Secondo Bob Raynolds, associato di lunga data nelle ricerche sulle scienze della Terra presso il museo, il progetto ha fornito risultati ben oltre le aspettative. La scoperta del fossile, avvenuta nel contesto di un intervento volto all’efficientamento energetico, rappresenta per Raynolds un’opportunità per ampliare la conoscenza paleontologica del bacino di Denver. In particolare, il fossile alimenta la possibilità che altri reperti simili possano essere ancora nascosti nel sottosuolo cittadino, sotto edifici, strade e aree urbanizzate da decenni.
“Nei miei 35 anni al Museo, non abbiamo mai avuto un’opportunità come questa - per studiare i profondi strati geologici sotto i nostri piedi con tale precisione. Che questo fossile sia arrivato qui, a City Park, è a dir poco magico”, sostiene Raynolds.
Il ritrovamento rappresenta anche un esempio concreto di come i progetti ambientali possano incrociarsi con l’attività di ricerca scientifica, generando risultati sinergici. In questo caso, lo studio geotecnico ha prodotto dati utili sia alla transizione energetica del museo, sia all’approfondimento della stratigrafia e della paleontologia urbana.
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