Germania, riuniti i due frammenti di un dipinto attribuito a Cranach, segato nel 1937


In Germania, la Fondazione Culturale di Gotha ha riacquistato, per 144mila euro, uno dei due frammenti di un prezioso dipinto attribuito a Lucas Cranach. Era stato segato e diviso in due parti nel 1937 per facilitarne la vendita.

In Germania sono stati riuniti dopo quasi 90 anni i due frammenti della Salomè con la testa del Battista, dipinto attribuito a Lucas Cranach (Kronach, 1472 – Weimar, 1552) o alla sua bottega, smembrato nel 1937. I due pezzi dell’opera sono esposti assieme a partire da quest’oggi nel Museo Ducale di Gotha (Herzogliches Museum Gotha), città di 45mila abitanti della Turingia. Dopo quasi un secolo, dunque, i frammenti sono di nuovo appesi insieme alla parete dove erano ancora esposti come dipinto completo e intatto negli anni Trenta.

Il dipinto, del 1530 circa, è documentato nelle collezioni del Castello Friedenstein, situato a poca distanza dal Museo Ducale (che ha sede in un edificio ottocentesco) dal 1644, come parte del nucleo principale della Kunstkammer. Presumibilmente giunse a Gotha come dote della duchessa Elisabetta Sofia di Altenburg, andata in sposa nel 1636 a Ernesto I di Sassonia-Gotha. Sulla base dello Statuto della Fondazione Ducale di Sassonia-Coburgo-Gotha, che gestì il Museo Ducale e le collezioni ducali dal 1928 al 1950, era consentita la vendita, e anche lo smembramento, delle opere ritenute “difettose”.

Lucas Cranach (attr.), Salomè (1530 circa; tempera su tavola di abete; Gotha, Friedenstein Stiftung, Museo Ducale). Foto: Lutz Ebhardt
Lucas Cranach (attr.), Salomè (1530 circa; tempera su tavola di abete; Gotha, Friedenstein Stiftung, Museo Ducale). Foto: Lutz Ebhardt
Lucas Cranach (attr.), Testa del Battista (1530 circa; tempera su tavola di abete; Gotha, Friedenstein Stiftung, Museo Ducale). Foto: Lutz Ebhardt
Lucas Cranach (attr.), Testa del Battista (1530 circa; tempera su tavola di abete; Gotha, Friedenstein Stiftung, Museo Ducale). Foto: Lutz Ebhardt
I frammenti esposti di nuovo insieme. Foto: Boris Hajdukovic
I frammenti esposti di nuovo insieme. Foto: Boris Hajdukovic

Negli anni Venti e Trenta, la vendita di opere d’arte conservate nei musei non era rara in Germania, soprattutto in periodi economicamente difficili come quello dell’inflazione seguita alla prima guerra mondiale e la Grande Depressione iniziata nel 1929. I musei erano spesso sotto pressione finanziaria per ridimensionarsi, ristrutturarsi o generare reddito. Gli statuti della Fondazione del 1928 (Articolo 8, Paragrafo 1b e Articolo 9, Paragrafi 1-2) contengono disposizioni che limitano l’ambito di vendite, cessioni e acquisizioni di grandi dimensioni. Tali misure richiedevano l’approvazione dell’autorità di vigilanza o il coinvolgimento del Consiglio consultivo. L’obiettivo di questo regolamento era garantire che le modifiche al patrimonio e alle collezioni della fondazione fossero apportate esclusivamente in conformità con lo scopo della fondazione: la promozione dell’arte, della scienza e dell’istruzione pubblica. La corrispondenza esistente rivela tuttavia che le vendite effettuate dalla Fondazione furono criticate dal Ministero della Giustizia della Turingia. E oggi vendite del genere sarebbero del tutto impensabili. Sta di fatto, tuttavia, che la Salomè fu venduta a un mercante d’arte nel 1936: considerata la notevole quantità di opere di Cranach, non ancora decimate dalle perdite della seconda guerra mondiale, il dipinto sembrò superfluo. Fu un altro mercante, il titolare della galleria Abels di Colonia, che lo aveva acquistato nel 1937, a far segare in due pezzi la tavola per motivi commerciali, “poiché”, si legge in una sua corrispondenza dell’epoca, “la visione quotidiana sarebbe stata insopportabile per individui sensibili”. Il riferimento era alla testa mozzata di san Giovanni Battista nella parte inferiore del dipinto. Così, la parte superiore poté essere venduta come ritratto di una principessa, mentre la parte invendibile con la testa del Battista fu restituita a Gotha.

Il frammento con la testa del santo è stato restaurato nel 2015 ed è stato esposto l’ultima volta in una mostra sui capolavori perduti del ducato di Sassonia-Gotha. Tuttavia, il frammento superiore con la Salomè andò disperso dopo un’asta da Christie’s a Londra nel 2012, fino a quando non è ricomparso sul mercato dell’arte nel 2024, in un’asta di Artcurial a Parigi. In seguito alla sua riemersione, il frammento è stato esaminato dal professor Gunnar Heydenreich dell’Istituto per il Restauro e la Conservazione (CICS) dell’Università Tecnica di Colonia ed è risultato necessitare di restauro. E poi, grazie al sostegno della Fondazione Culturale di Gotha (Kulturstiftung Gotha), è stato riacquistato per la somma di 144mila euro (la stima era di 80-120mila). Il Museo Ducale di Gotha ha già fatto sapere che in futuro i due frammenti verranno studiati per comprendere l’autografia del dipinto e stabilire se è un dipinto di Cranach o, com’è più probabile, se si tratta di un’opera della bottega o di un seguace. Per il momento, per la prima volta in quasi 90 anni, la Salomè con la testa del Battista può essere nuovamente ammirata nella sua interezza.

Il museo offrirà una visita guidata pubblica dell’Altdeutscher Saal, la sala del museo dove è esposta l’opera, giovedì 4 settembre 2025 alle ore 16:00. Quanto all’attribuzione, ci sarà una conferenza pubblica il 17 ottobre 2025.

I frammenti esposti di nuovo insieme. Foto: Boris Hajdukovic
I frammenti esposti di nuovo insieme. Foto: Boris Hajdukovic
I frammenti nei depositi del museo. Foto: Lutz Ebhardt
I frammenti nei depositi del museo. Foto: Lutz Ebhardt
L'opera nel 1936, prima di essere segata. Foto: Rose Heidl
L’opera nel 1936, prima di essere segata. Foto: Rose Heidl
Fotografia della Sala dei Maestri Tedeschi Antichi di Carl Zink intorno al 1910, che mostra il dipinto nella sua esposizione storica (parete di fondo, in alto a destra). L'immagine è tratta dal libro illustrato Die hervorragendsten Kunstwerke der Gemäldegallerie des Herzogl. Museums zu Gotha in photogr. Reproduktion.
Fotografia della Sala dei Maestri Tedeschi Antichi di Carl Zink intorno al 1910, che mostra il dipinto nella sua esposizione storica (parete di fondo, in alto a destra). L’immagine è tratta dal libro illustrato Die hervorragendsten Kunstwerke der Gemäldegallerie des Herzogl. Museums zu Gotha in photogr. Reproduktion.


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