Ha preso ufficialmente il via a Varallo (Vercelli) il restauro delle Storie della Passione di Gaudenzio Ferrari (Valduggia, 1475 circa – Milano, 1546), uno dei capolavori assoluti del Rinascimento piemontese, custodito nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’intervento, promosso e finanziato dal Ministero della Cultura e diretto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Novara, rappresenta il primo restauro integrale del celebre e spettacolare Tramezzo, datato 1513. La parete affrescata da Gaudenzio, con i suoi vividi episodi della Passione di Cristo, è rimasta sostanzialmente intatta nei secoli. Nel XX secolo non risulta alcun intervento, a eccezione di una semplice spolveratura effettuata nel 1984. L’ultima operazione documentata risale al 1877-78, quando il pittore Giulio Arienta vi intervenne, ma le notizie relative a quell’opera sono frammentarie e tramandate solo attraverso la stampa locale dell’epoca.
Oggi, più di cinquecento anni dopo la sua realizzazione, l’opera necessita di un delicato lavoro di pulitura, che verrà eseguito prevalentemente con tecnologia laser, una delle metodologie più avanzate per garantire precisione e rispetto dei materiali originali. La stessa tecnica sarà applicata anche alle lamine metalliche e agli elementi in stucco tridimensionali ideati da Gaudenzio, che arricchiscono l’impianto narrativo del Tramezzo con effetti illusionistici di grande modernità.
Il progetto di restauro nasce da un’ampia campagna diagnostica condotta nel 2024 dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, in collaborazione con il Laboratorio Analisi Scientifiche della Soprintendenza della Regione autonoma Valle d’Aosta. Le indagini multispettrali non invasive hanno restituito dati fondamentali sullo stato conservativo della superficie pittorica e dei materiali aggiuntivi, consentendo di impostare un piano di intervento mirato. Un rilievo 3D, realizzato dallo studio torinese Esplorativa Architetti, ha inoltre fornito la base per un monitoraggio informatizzato del cantiere: tutti i dati tecnici raccolti saranno archiviati su piattaforma digitale, permettendo una gestione precisa e aggiornata in tempo reale delle fasi operative.
L’intervento di restauro sarà eseguito dal Consorzio Arkè di Roma e si articolerà in due fasi, con conclusione prevista entro la fine del 2026. Il coordinamento della sicurezza è stato affidato allo studio Eidos di Caluso (Torino). L’intervento vede la collaborazione attiva del Comune di Varallo, proprietario della chiesa, delle Suore Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote che abitano il convento delle Grazie, e della Pinacoteca di Varallo, custode di un prezioso patrimonio di opere gaudenziane.
Il cantiere attuale si inserisce in un percorso di valorizzazione e conservazione già avviato con la cappella Scarognino, altro capolavoro giovanile di Gaudenzio Ferrari all’interno della stessa chiesa, restaurato e restituito al pubblico nel 2023. L’approccio cronologico adottato dalla Soprintendenza consente così di osservare in sequenza l’evoluzione delle tecniche e dei materiali utilizzati dall’artista in un arco di pochi anni, nello stesso ambiente.
Gaudenzio Ferrari è considerato il massimo pittore del Rinascimento in Piemonte. Formatasi a contatto con la cultura lombarda e influenzato da Leonardo e Bramantino, l’artista seppe unire la solennità compositiva alla capacità narrativa, creando scene di forte intensità emotiva e spirituale. Le Storie della Passione di Varallo, realizzate a grandezza quasi naturale con inserti plastici in stucco e metallo, rappresentano uno dei vertici assoluti della sua produzione e un unicum nella storia dell’arte italiana del Cinquecento, proprio per l’ibridazione tra pittura e scultura.
L’intervento odierno mira a restituire leggibilità a una delle testimonianze più alte della devozione figurativa valsesiana, profondamente legata alla spiritualità del Sacro Monte di Varallo. Per la città e per l’intero territorio, il cantiere rappresenta un’occasione di rilancio culturale, capace di rafforzare il ruolo di Varallo come centro di riferimento per lo studio di Gaudenzio e per la valorizzazione dell’arte rinascimentale in Piemonte. La conclusione del restauro, prevista entro il 2026, restituirà al pubblico e agli studiosi un capolavoro nella sua piena potenza visiva, consentendo di approfondire il linguaggio e la tecnica di un maestro che seppe coniugare tradizione locale e respiro europeo.
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