Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha definitivamente vietato l’esportazione del Ritratto di un anziano gentiluomo con cappotto e collo di pelliccia, opera attribuita al manierista bolognese Prospero Fontana (Bologna, 1512 – 1597). La Soprintendenza di Milano, accogliendo lo studio della storica dell’arte Vera Fortunati che definisce l’opera “splendido esempio di ritratto ambientato”, ha infatti posto un vincolo sulla tela, riconoscendone il valore artistico, storico e culturale: il vincolo della Soprintendenza stabilisce che l’opera non può uscire dai confini nazionali.
L’iter legale dell’opera ha avuto inizio il 18 dicembre 2018, quando la proprietaria ha richiesto l’attestato di libera circolazione alla Soprintendenza di Milano, necessario per esportare l’opera. Il 25 gennaio 2019 è arrivato il preavviso di diniego. Nonostante l’invio delle osservazioni della proprietaria, il divieto è stato confermato il 25 luglio 2019. La proprietaria, come riporta il quotidiano Il Giorno, ha quindi presentato istanza gerarchica contro il provvedimento e successivo ricorso al TAR, facendo riferimento a un attestato di libera circolazione che era già stato rilasciato dall’Ufficio di esportazione di Firenze nel dicembre 2014. Secondo i legali della proprietaria, infatti, l’attestato, con validità di cinque anni, era ancora valido quando la signora ha inoltrato la richiesta alla soprintendenza milanese.
Tuttavia, i giudici hanno rilevato che all’epoca la validità del certificato era di tre anni, come previsto dal decreto legislativo 42/2004, mentre l’eventuale estensione a cinque anni entrò in vigore soltanto il 29 agosto 2017. Questo significa che, al momento della nuova domanda, il certificato era già scaduto. Il collegio del TAR, presieduto da Maria Barbara Cavallo, ha ritenuto inoltre che non ci sarebbe stata ragione di inoltrare richiesta di un nuovo attestato se quello precedente fosse stato ancora valido. Ha quindi confermato che l’iter burocratico doveva essere ripetuto ex novo, rendendo legittimo il diniego.
Il valore dell’opera, che misura 113×96 centimetri, è stato evidenziato anche dagli esperti intervenuti. Il tribunale ha sottolineato la precisione “etica” nel rendere la figura da parte di Prospero Fontana, con strumenti ottici che valorizzano l’equilibrio tra imponenza e naturalezza. L’interno ritratto è dominato da una calma elegante, resa visibile dalla tenda verde ondulata e dal tappeto Holbein, simbolo di ricchezza e cultura rinascimentale, sul tavolo su cui sono una penna e un calamaio. In questo dipinto, l’adesione all’autenticità del ritratto, così come prescriveva il cardinale bolognese Paleotti, è realizzata con raffinati tocchi stilistici. Il personaggio raffigurato esprime l’intenzione di rappresentare un ruolo conforme alla sua condizione sociale in un’immagine che riesce a coniugare un’immagine al tempo stesso impressionante e naturale. Il realismo, che suggerisce una conoscenza dei modelli nordeuropei e fiamminghi, è accompagnato anche da una penetrante indagine psicologica.
Secondo i giudici, l’opera costituisce “uno splendido documento” della grande qualità della ritrattistica bolognese tra il settimo e l’ottavo decennio del Cinquecento, in cui Fontana si pone in posizione di rilievo accanto al più giovane Bartolomeo Passerotti. Un rilevante esempio della ritrattistica bolognese degli anni Sessanta-Settanta del Cinquecento.
La proprietà ha sostenuto che l’opera non fosse rara, ma il TAR ha precisato che la rarità non va intesa esclusivamente in termini numerici, bensì in termini di rilevanza culturale: in tale contesto, anche un unico esemplare di alta qualità può meritare una protezione speciale. Il vincolo, pur vietando l’espatrio dell’opera, non esclude il possesso privato, lasciando aperta la strada a eventuali accordi con musei o gallerie per una esposizione pubblica o un’eventuale acquisizione definitiva da parte di un ente culturale, o comunque a una vendita in Italia. Dall’altro lato, il problema è che il vincolo non pone, come accade in altri paesi, limiti temporali per consentire a un ente pubblico di acquistare l’opera a prezzo di mercato: è questa una delle caratteristiche che collezionisti e galleristi più criticano del sistema italiano, molto differente da quello francese o inglese dove la notifica d’interesse culturale ha sempre un limite temporale. Il vincolo impedisce inoltre che possa essere venduto a una collezionista intenzionato a portare il dipinto fuori dai confini italiani. Questo significa che diminuiscono i potenziali acquirenti dell’opera, il cui valore è stimabile in decine di migliaia di euro: il dipinto passò in asta da Dorotheum a Vienna nel 2015 e venne venduto a 137.200 euro, partendo da una stima di 100-150mila.
Prospero Fontana, allievo di Innocenzo da Imola e collaboratore di Perin del Vaga, fu presentato da Michelangelo a Papa Giulio III e divenne uno dei pittori più apprezzati del suo tempo. Eccellente ritrattista, fece della precisione nella resa psicologica e sociale del soggetto uno dei fondamenti della sua arte; qualità che trasmise alla figlia Lavinia, anch’essa ritrattista di successo.
In conclusione, il Ritratto di un anziano gentiluomo con cappotto e collo di pelliccia è stato riconosciuto come un’eccellenza della ritrattistica cinquecentesca, e con il vincolo imposto dalla soprintendenza e confermato dal TAR del Lazio, l’opera resta in Italia. Non è detto però che la vicenda sia finita: è infatti aperta la strada del ricorso al Consiglio di Stato.