In Liguria riparte il progetto Aurelia→SUD, con un intervento di Daniele Bacci


Dal 24 agosto al 31 dicembre 2025, in via Aurelia Sud 19 ad Arcola, sarà visibile l’intervento di Daniele Bacci per Aurelia→SUD, progetto ideato da Gabriele Landi che porta l’arte contemporanea nello spazio pubblico attraverso light box visibili dalla strada.

Riprendono gli appuntamenti del progetto Aurelia→SUD, ideato e curato da Gabriele Landi, nel suo studio in località Ressora di Arcola (La Spezia), in via Aurelia sud 19. Dal 24 agosto al 31 dicembre 2025 un nuovo intervento artistico arricchisce il percorso del progetto: si tratta di La notte sperde le lontananze” realizzata da Daniele Bacci (Lucca, 1975) che da anni porta avanti una ricerca originale sul rapporto tra segno, linguaggio e percezione.

Aurelia→SUD è un progetto pensato come un’esperienza di arte contemporanea fuori dai luoghi espositivi tradizionali. La struttura che lo ospita è un light box di grandi dimensioni, tre metri e mezzo di larghezza per settanta centimetri di altezza, collocato lungo la strada e accessibile allo sguardo di chiunque vi transiti in auto o a piedi. Non si tratta dunque di una galleria né di uno spazio museale, ma di un punto d’incontro immediato tra arte e passanti. Gabriele Landi ha immaginato questo strumento come una sorta di finestra luminosa in grado di accogliere di volta in volta gli interventi di diversi artisti, offrendosi giorno e notte a chiunque percorra quel tratto dell’Aurelia.

In questo contesto si inserisce il lavoro di Daniele Bacci, che per Aurelia→SUD ha concepito un progetto dal forte valore concettuale e personale, intitolato La notte sperde le lontananze. L’opera, racconta l’artista, trae origine da una riflessione avviata vent’anni fa, quando in una sua mostra personale aveva utilizzato il linguaggio Morse tradotto in sequenze luminose e colorate. In quel caso, una parola precisa veniva proiettata in maniera ossessiva: “consuma”. L’ambiente espositivo si trasformava così in uno spazio invaso da segnali intermittenti, in grado di comunicare un messaggio diretto e inquietante sul rapporto tra individuo e società dei consumi.

Per il lavoro destinato ad Aurelia→SUD, Bacci ha scelto di riprendere quell’idea e al tempo stesso di modificarla radicalmente. L’insegna pensata per lo spazio di Arcola non si serve del Morse, ma della scrittura Braille. Tuttavia, la particolarità del progetto sta nel fatto che la scritta non è realmente leggibile al tatto. È un Braille che si offre alla vista ma non alla funzione per la quale è stato concepito. La parola scritta è “assenza”. Una parola che diventa tema centrale del lavoro e che si collega a una riflessione intima e personale dell’artista.

Bacci ha spiegato che il progetto nasce anche da un pensiero legato al tempo e allo spazio vissuti a partire dalla perdita del padre. In questo senso “assenza” non è solo un concetto astratto ma una condizione emotiva che si trasforma in linguaggio visivo. Il cielo blu di Prussia che fa da sfondo all’opera, punteggiato di stelle luminose, rimanda a una citazione di Confucio: le stelle come buchi nel cielo dai quali filtra la luce dell’infinito. A partire da questo pensiero e dall’idea di una scritta che non fosse realmente leggibile, Bacci ha concepito l’immagine di un cielo disseminato di segni stellari che diventano allo stesso tempo ornamento e scrittura.

Un elemento distintivo del lavoro è la scelta della stella a otto punte, ispirata al modello giottesco della Cappella degli Scrovegni di Padova. L’artista ha raccontato come nei primi bozzetti avesse utilizzato la più comune stella a cinque punte, salvo poi accorgersi che le associazioni e i rimandi iconografici risultavano troppo immediati e non corrispondevano alla sua ricerca. L’incontro con la figura a otto punte, confermato anche da un dialogo con l’amica e artista Silvia Papucci, ha fornito la chiave per costruire un linguaggio più coerente con la visione di Bacci. Le stelle diventano così simboli in grado di coniugare tradizione e modernità, spiritualità e concettualismo.

Bacci ha sottolineato come non avesse mai lavorato prima in un contesto come quello di Aurelia→SUD, dove l’opera è esposta alla vista casuale di passanti e automobilisti che possono osservarla solo per pochi istanti. “Non mi è mai capitato di lavorare in una situazione del genere ed è anche per questo che quando ho subito accettato”, ha detto. “Penso però che ogni qualvolta un lavoro concepito esca dallo studio ed è esposto, sia sempre messo alla mercé delle persone. Ci sono sempre dei rischi. Credo tuttavia che l’arte sia arte sempre. Deve far scaturire delle domande. Deve catturare l’attenzione, non con un senso di trovata bensì attivando delle riflessioni. Quindi credo che qualsiasi contesto sia adeguato”.

Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze (2025)
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze (2025)
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci, La notte sperde le lontananze, installazione per il progetto Aurelia→SUD
Daniele Bacci
Daniele Bacci

Note sull’artista

La carriera di Daniele Bacci si è sviluppata tra mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Tra le personali più recenti si ricorda È domenica e non ho niente da fare. Non ho neanche voglia di sognare, presentata a Piano Nobile di Pistoia nel 2024, Permutazioni - One After Another da Artcore a Bari nel 2016, Il suono della conchiglia alla Gedok di Monaco di Baviera nel 2011 e la personale alla galleria T293 di Napoli nel 2003. Le sue opere sono state inoltre incluse in numerose collettive, tra cui La pittura geometrica contemporanea italiana allo Spazio Bedeschi di Verona nel 2024, Sparta (Sulla pittura in Italia) a Villa Gori di Stiava a Lucca nel 2023, La peinture, une bonne resolution alla galleria Vis-à-vis di Metz nel 2022, Intérieur/Extérieur a Thionville nel 2020, Non ho fatto io la sedia il tavolo il foglio la penna con la quale io scrivo... al Museo d’Inverno di Siena nel 2019, Heavenly Creatures alla Kunsthalle di Merano sempre nel 2019, Ixion al MAC di Lissone nel 2018, Awakening Room a The Others di Torino nel 2018, Schwarz-weiss-grau al Kunstraum di Monaco nel 2016, Ciò che l’apparire lascia trasparire al MAC di Lissone nel 2014, Niente da vedere tutto da vivere all’Istituto del Marmo per la Biennale di scultura di Carrara nel 2010, Z4 marginal zone a Villa Ockenburgh a L’Aia nel 2008 e Luogo/nonluogo=nuovo luogo alla Fondazione Antonio Ratti di Como nel 2003.

Il filo conduttore della sua ricerca, come osservato in diverse occasioni, è l’indagine sul paradosso tra dispotismo e libertà, declinato attraverso opere che mettono in scena una realtà illusoria, geometrica e immobile, capace di imprigionare lo sguardo e allo stesso tempo di aprire squarci di riflessione sulla condizione umana. L’intervento per Aurelia→SUD, con il tema dell’assenza e della memoria personale, si inserisce dunque in modo naturale in questa traiettoria, aggiungendo un capitolo legato al linguaggio, al tempo e al cielo come metafora dell’infinito.


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