Il Qatar si rivela essere proprietario del “Disperato” il capolavoro di Courbet


Il Qatar si è rivelato oggi essere il proprietario di uno dei capolavori della pittura dell’Ottocento: Le Désespéré, il Disperato di Gustave Courbet. Adesso un accordo eccezionale tra il Musée d’Orsay e Qatar Museums porta a Parigi il celebre dipinto per un prestito.

Il celebre Autoritratto di Gustave Courbet (Ornans, 1819 – La-Tour-de-Peilz, 1877) noto come Le Désespéré (“L’uomo disperato”) si è rivelato oggi essere di proprietà dei Musei del Qatar: la notizia si è appresa nel momento in cui è stato annunciato un accordo tra Qatar Museums e il Musée d’Orsay grazie al quale l’opera viene adesso esposta nelle sale del museo parigino, offrendo al pubblico l’occasione di ammirare uno dei capolavori più intensi e drammatici della pittura ottocentesca. Il prestito, annunciato in occasione dell’omaggio ufficiale a Sylvain Amic, presidente dei Musées d’Orsay et de l’Orangerie recentemente scomparso, vuole rappresentare un gesto simbolico di cooperazione culturale tra Francia e Qatar.

Il dipinto, che prima di diventare proprietà del Qatar si trovava in una collezione privata, è stato concesso in prestito al Musée d’Orsay grazie a un accordo firmato lo scorso 20 aprile a Doha, durante la visita ufficiale della ministra della Cultura francese Rachida Dati. L’intesa, siglata tra Qatar Museums e l’Établissement Public du Musée d’Orsay et du Musée de l’Orangerie – Valéry Giscard d’Estaing, prevede che il prestito dell’Autoritratto di Courbet costituisca il primo passo di una più ampia collaborazione culturale tra le due istituzioni.

Il quadro resterà esposto a Parigi fino all’apertura dell’Art Mill Museum di Doha, il futuro museo dedicato alla collezione di arte moderna e contemporanea di Qatar Museums. Successivamente, dopo un primo periodo di presentazione nella nuova sede qatariota, l’opera sarà esposta in modo alternato tra Doha e Parigi, in un dialogo continuo tra le due istituzioni e le loro rispettive collezioni.

Gustave Courbet, Autoritratto (Le Désespéré) (1843-1845; olio su tela, 45 x 54 cm; Doha, Qatar Museums)
Gustave Courbet, Autoritratto (Le Désespéré) (1843-1845; olio su tela, 45 x 54 cm; Doha, Qatar Museums)

Un omaggio alla memoria di Sylvain Amic

In occasione dell’omaggio ufficiale a Sylvain Amic, la presidente di Qatar Museums, Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, ha annunciato che il prestito di Le Désespéré è dedicato alla memoria del presidente dei Musées d’Orsay et de l’Orangerie, grande studioso dell’opera di Courbet e figura di riferimento nel mondo museale francese. Sheikha Al Mayassa ha ricordato come Amic sia stato un “visionario che ha compreso la necessità che le opere d’arte viaggino e siano accessibili in diverse parti del mondo”. La presidente ha sottolineato come il suo lavoro, condotto in collaborazione con Qatar Museums e il Ministero della Cultura francese, abbia reso possibile la realizzazione di questo prestito a lungo termine del celebre autoritratto di Courbet, acquistato per il futuro Art Mill Museum di Doha.

Nel suo intervento, Sheikha Al Mayassa ha voluto anche stabilire un parallelo tra la figura di Courbet e quella di Amic: “Le Désespéré riflette la lotta interiore di Courbet per liberarsi dalle convenzioni artistiche e farsi comprendere. Allo stesso modo, Sylvain ha saputo superare lo status quo, ampliando l’esperienza museale oltre le norme tradizionali. Onoriamo la sua memoria inaugurando Le Désespéré al Musée d’Orsay, con l’orgoglio di sapere che l’opera viaggerà tra Doha e Parigi e con la fiducia che il suo lascito continuerà a ispirare una nuova generazione di direttori e curatori di musei”.

Amic, che aveva dedicato gran parte della sua carriera allo studio dell’opera di Courbet, aveva partecipato direttamente alle discussioni preliminari sull’accordo, insieme ai rappresentanti del Ministero della Cultura francese e di Qatar Museums. Il suo contributo era stato determinante nel rendere possibile l’arrivo dell’opera a Parigi, dove non veniva esposta dal 2007-2008, anno della grande retrospettiva dedicata all’artista tra le Gallerie Nazionali del Grand Palais, il Metropolitan Museum di New York e il Musée Fabre di Montpellier.

Presentazione dell'opera al Musée d'Orsay. Da sinistra: Brigitte Macron, Rachida Dati, Sheikha Al Mayassa e l'ambasciatore Sheikh Ali bin Jassim Al-Thani
Presentazione dell’opera al Musée d’Orsay. Da sinistra: Brigitte Macron, Rachida Dati, Sheikha Al Mayassa e l’ambasciatore Sheikh Ali bin Jassim Al-Thani

Il capolavoro di un artista in rivolta

Dipinto intorno al 1844-1845, l’Autoritratto di Courbet, conosciuto anche come Le Désespéré, è una delle opere più emblematiche e misteriose del pittore francese. Tra il 1842 e il 1855, Courbet realizzò circa venti autoritratti, alternando disegni e dipinti in cui sperimentò diverse messe in scena ispirate alla tradizione romantica. Tuttavia, nessuno di essi raggiunge l’intensità drammatica e psicologica di Le Désespéré.

Nel dipinto, l’artista si raffigura come un bohemien tormentato: indossa una camicia bianca svolazzante e una blusa blu, con gli occhi spalancati, la bocca semiaperta e le mani che afferrano i capelli in un gesto disperato. L’inquadratura serrata e la luce violenta conferiscono alla scena una tensione emotiva estrema, mentre il motivo della disperazione rimane ambiguo, sospeso tra finzione teatrale e autentica introspezione.

L’opera, che Courbet conservò con sé fino alla morte, non venne esposta durante la sua vita artistica più attiva. Solo dopo la Comune di Parigi, e il successivo esilio volontario dell’artista in Svizzera, il dipinto lasciò il suo studio per essere presentato al pubblico nel 1873, accanto all’Esposizione Universale di Vienna, con il titolo Autoportrait de l’artiste. In quell’occasione, Courbet aggiunse la firma in rosso e retrodatò l’opera al 1841. Pochi mesi prima della sua morte, la ripresentò al pubblico a Ginevra, nel 1877, con un nuovo titolo: Désespoir.

L’immagine, intensamente drammatica, è diventata nel tempo una delle più celebri della pittura ottocentesca, simbolo della condizione dell’artista moderno, sospeso tra ambizione, isolamento e sofferenza. L’esecuzione virtuosistica, la potenza espressiva e la carica simbolica hanno contribuito a fare di questo autoritratto un’opera chiave del realismo europeo, tanto intimo quanto universale.

Il ritorno a Parigi

Oggi, Le Désespéré accoglie i visitatori del Musée d’Orsay nella prima sala del percorso espositivo, nella navata sinistra (Sala 4), dedicata alla nascita del realismo e ai rapporti tra la Rivoluzione del 1848 e le arti. In questa collocazione, l’opera dialoga con i capolavori di Jean-François Millet e Honoré Daumier, offrendo una visione d’insieme sulle origini di un linguaggio pittorico che ha rivoluzionato la rappresentazione del reale.

La presenza di Le Désespéré rafforza uno dei nuclei più significativi delle collezioni del Musée d’Orsay: quello dedicato all’autoritratto, genere al quale Courbet si dedicò con costanza nel corso della sua carriera. Il museo possiede infatti altre opere fondamentali del pittore, tra cui L’Homme à la ceinture de cuir (“L’uomo con la cintura di cuoio”), presentato al Salon del 1846, e L’Homme blessé (“L’uomo ferito”), esposto nel Pavillon du Réalisme nel 1855, insieme al celebre Atelier du peintre (“Lo Studio dell’artista”), in cui l’autoritratto assume dimensioni monumentali.

L’intensità espressiva e la forza di Le Désespéré promettono di farne una delle presenze più ammirate del Musée d’Orsay per tutta la durata del prestito, rinnovando al contempo l’interesse per la figura di Gustave Courbet e per la sua eredità nel panorama dell’arte moderna.


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