Dopo un solo anno di attività e iniziative, il Parco archeologico di Sellero (Brescia) è tornato allo stato di abbandono. È quello che denunciano le associazioni Zamenhof Art e ArchExperience, che solo nel 2023 avevano lavorato per restituire il sito alla collettività. L’erba alta, la mancanza di gestione, i lavori di manutenzione mai avviati e l’assenza di comunicazioni ufficiali sulla chiusura al pubblico restituiscono, fanno sapere le due associazioni, l’immagine di un sito lasciato nuovamente al degrado, a pochi mesi dalla sua riapertura. Si tratta di uno degli otto parchi compresi nel Primo Sito UNESCO italiano, oggi nuovamente inaccessibile ai visitatori e privo di qualsiasi forma di valorizzazione.
Nel 2023 il Parco era stato restituito alla fruizione pubblica grazie a un accordo tra l’amministrazione comunale uscente e le associazioni Zamenhof Art e ArchExperience. Le due realtà, già coinvolte nella gestione della Riserva delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo e del Parco archeologico di Luine a Darfo Boario Terme, avevano avviato un intervento complessivo di ripristino e promozione del sito. Con un finanziamento comunale pari a soli 2.000 euro, erano state rimosse sterpaglie e rovi, riposizionata in modo provvisorio la segnaletica informativa e avviata una campagna di comunicazione per rilanciare l’interesse verso il parco. Il fulcro del progetto era rappresentato da un calendario di eventi da maggio a settembre, che comprendeva visite guidate, spettacoli, conferenze, laboratori e appuntamenti serali con osservazione delle incisioni. L’iniziativa aveva riscosso un buon riscontro da parte della stampa locale e dei media televisivi bresciani.
Nonostante gli esiti positivi e la ridotta spesa pubblica sostenuta, la nuova amministrazione comunale ha deciso all’inizio del 2024 di non rinnovare la convenzione con Zamenhof Art e ArchExperience, “nonostante”, dicono le due associazioni, “il successo e gli eccellenti risultati raggiunti in pochissimo tempo l’anno precedente, e ha pensato bene, presumibilmente in accordo con la Comunità Montana e con la Fondazione Valle dei Segni, di lasciare chiuso e in stato di abbandono il parco. Vanificando così il lavoro delle due associazioni che per un anno, con entusiasmo e passione, avevano rianimato questo importante sito archeologico”.
Adesso la passerella che conduce alla roccia principale è inaccessibile e chi prova a raggiungere il sito a piedi scopre solo all’arrivo che non è possibile visitarlo. Nessuna informazione, dicono le associazioni, è stata pubblicamente diffusa per avvertire i visitatori della chiusura.
I lavori di manutenzione straordinaria, previsti per il 31 marzo scorso con un finanziamento da 45 mila euro a carico della Fondazione Valle dei Segni e sotto il coordinamento della Comunità Montana, non sono ancora iniziati. “In compenso”, dicono le associazioni, “il parco è stato lasciato in stato di abbandono, l’accesso alla passerella della grande roccia è stato chiuso e da nessuna parte è stata segnalata la chiusura al pubblico, col risultato che la gente sale, si fa un bel pezzo di strada a piedi e poi trova un sito in stato di totale degrado e non riesce a vedere nemmeno un’incisione. Non ci sembra il miglior modo per valorizzare un sito patrimonio UNESCO”.
“C’erano tre possibilità”, fanno sapere i due sodalizi, “per evitare di lasciare in stato di abbandono il parco per mesi: 1) confermare la precedente gestione (o affidarla a qualcun altro) e far convivere i lavori di risistemazione straordinaria con la normale gestione (come si è fatto negli altri parchi); 2) iniziare e finire i lavori prima della stagione turistica e affidare la gestione a partire dalla fine dei lavori; 3) oppure affidare la gestione ad inizio anno e prevedere una sospensione se e quando sarebbero iniziati i lavori, considerando che il parco è piccolo e i tempi per la manutenzione non dovrebbero essere troppo lunghi. Nessuna delle tre soluzioni è stata presa”.
“A questo punto”, concludono le associazioni, “una domanda sorge spontanea: qual è lo scopo della Fondazione Valle dei Segni? Valorizzare il patrimonio UNESCO oppure ostacolare chi con entusiasmo, professionalità, idee chiare e pochi soldi sta(va) cercando di farlo? Ci sarebbero poi altre considerazioni da fare su come fin ora è stato progettato e gestito lo strombazzato (e ingentemente finanziato) progetto di risistemazione dei parchi archeologici in Valcamonica, ma non mancherà l’occasione”.
Nel frattempo, il parco resta chiuso e non fruibile. La stagione turistica avanza e ci si augura un repentino cambio di rotta, altrimenti l’area archeologica di Sellero rischia di rimanere invisibile ancora a lungo.
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