Nelle colline veronesi, tra i Monti Lessini e la Val d’Adige, Soave (provincia di Verona), eletto “Borgo dei Borghi” nel 2022, inaugura un ambizioso progetto espositivo che trasforma il centro storico in un polo di riflessione sull’arte tra passato e presente. Promosso dall’Associazione SoaveCultura insieme al Comune di Soave, con il sostegno della Camera di Commercio di Verona e il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Verona, il progetto Soave Impressioni d’Arte si articola in due mostre ospitate nella Chiesa di Santa Maria dei Padri Domenicani, curate dalla storica dell’arte Roberta Tosi. Alla base dell’iniziativa, che gode anche del patrocinio di Rai Veneto e della mediapartnership della TGR, vi è l’intento di valorizzare il patrimonio artistico e architettonico locale, mettendolo in dialogo con le opere di grandi maestri del Novecento e della contemporaneità.
“Di sicuro una sfida affascinante e ambiziosa per una realtà come Soave”, dice la curatrice. “Non facile né priva di ostacoli. Ma l’arte da sempre ha in sé questa capacità di far proprio l’impossibile e l’imponderabile. Scriveva Montale: “Un imprevisto / è la sola speranza”. Sono convinta che l’arte sia questo imprevisto, questo segno di speranza, capace di smuovere i tanti che ancora hanno desiderio, anche se non lo sanno, di sentire accesa la propria vita. Portarla in un borgo storico come quello di Soave credo che sia un segnale davvero significativo soprattutto quando alla “chiamata” rispondono artisti come Omar Galliani o Fondazioni come quella di Cariverona, a indicare che per avere proposte di livello non è indispensabile ricercarle solo nelle grandi città”.
La prima mostra, dal titolo Un altro ’900. Casorati, Semeghini, Trentini e l’arte a Verona, resterà aperta fino al 21 settembre e propone un percorso che attraversa oltre settant’anni di storia dell’arte veronese, dal 1875 al 1948. In esposizione 31 opere firmate da 18 artisti, tra cui Felice Casorati, Pio Semeghini, Angelo Dall’Oca Bianca, Ettore Beraldini, Alfredo Savini, Ercole Calvi, Vincenzo De Stefani, oltre ad altri protagonisti meno noti ma allo stesso modo importanti per il panorama artistico della città scaligera. Le opere provengono dalla Collezione della Fondazione Cariverona e dalla collezione privata Veneri – Dalli Cani.
La mostra offre al pubblico l’occasione di ammirare alcuni dipinti raramente esposti al pubblico. Tra questi, Uova sul tappeto di Felice Casorati, che non veniva mostrato dal 2018, e Lavandaie di Ercole Calvi, recentemente restaurato. L’allestimento include anche La canzone del Piave di Ettore Beraldini, dipinto del 1929 che concentra l’attenzione sulla musica eseguita da una bambina di spalle, mentre le due donne presenti nella scena sembrano perdersi nell’emozione delle note. Un’altra opera di rilievo è Il Vespro di Vincenzo De Stefani, datato 1884: un dipinto di grandi dimensioni in cui il pittore ferma il momento dell’uscita dalla messa, evidenziando la propria abilità tecnica in una fase ancora giovanile della carriera.
Il percorso espositivo si arricchisce con quattro opere di Alfredo Savini, artista bolognese che contribuì al fermento culturale della Verona di fine Ottocento. Spicca inoltre l’autoritratto più celebre di Pio Semeghini, figura centrale per lo sviluppo della pittura novecentesca veneta. Particolarmente interessante anche il contributo di Angelo Dall’Oca Bianca, protagonista della vita artistica cittadina, di cui sono presenti due opere appartenenti alla collezione Veneri - Dalli Cani: Il ripiego di un negligente e Primavera, esemplari dello stile vivace e fortemente influenzato dalla fotografia dell’autore. L’intera esposizione mette in luce la trasformazione della pittura figurativa veronese nell’arco di settant’anni, sottolineando la progressiva apertura alle suggestioni simboliste, alla Secessione viennese, all’arte dei Fauves e al post-impressionismo. L’iniziativa rappresenta un evento senza precedenti per Soave, sia per qualità delle opere esposte sia per la coerenza del percorso che collega esperienze artistiche diverse ma accomunate da una costante tensione tra tradizione e innovazione.
Dal 27 settembre al 30 novembre sarà invece la volta del secondo appuntamento, dedicato all’artista di fama internazionale Omar Galliani. La mostra, intitolata … Apri gli occhi, sarà composta da un’installazione site-specific concepita per dialogare con gli affreschi della Chiesa di Santa Maria dei Padri Domenicani. L’intervento trae ispirazione dalla figura di Santa Lucia e si pone come una riflessione sul tempo e sulla capacità di osservare la realtà da nuove prospettive, attraverso uno sguardo che unisce dimensione spirituale e tensione contemporanea. Attorno all’opera principale ruoteranno altri lavori recenti dell’artista, riconoscibili per il tratto elegante e l’approccio introspettivo.
Parallelamente, le strade e le piazze del borgo saranno attraversate dal progetto Urban Jungle della scultrice veronese Sabrina Ferrari. Le sue opere in acciaio corten e bronzo, tra cui l’imponente scultura Freedom già collocata all’ingresso del paese, costituiranno un contrappunto tridimensionale agli eventi espositivi, contribuendo a estendere il dialogo tra arte e spazio urbano. Le creature immaginarie ideate da Ferrari sembrano emergere dalla pietra e dalla storia di Soave, in un cortocircuito visivo e concettuale che integra l’elemento fantastico con la solidità del paesaggio architettonico.
Per inviare il commento devi
accedere
o
registrarti.
Non preoccuparti, il tuo commento sarà salvato e ripristinato dopo
l’accesso.