Disegni inediti e collezionismo: Boccioni e i Baer in mostra a Milano


Dal 3 al 30 ottobre la Galleria Bottegantica di Milano ospita una mostra che ripercorre la vicenda della famiglia Baer, protagonisti del collezionismo di Umberto Boccioni e poi travolti dalle leggi razziali. Esposti disegni inediti e opere legate a un capitolo cruciale dell’arte italiana del Novecento.

Dal 3 al 30 ottobre 2025, la Galleria Bottegantica di Milano presenta la mostra Boccioni e i Baer. Una memoria ritrovata, un progetto che intreccia arte, collezionismo e storia del Novecento. L’iniziativa rende omaggio a Umberto Boccioni, figura centrale del Futurismo, e ricostruisce i rapporti dell’artista con la famiglia Baer, imprenditori e collezionisti di origine ebraico-tedesca che sostennero in modo importante la sua carriera. La mostra nasce dal ritrovamento di quattro disegni inediti provenienti dalla collezione Baer. Un nucleo che ha reso possibile ripercorrere le vicende di una raccolta di opere tra le più ricche e importanti legate al genio futurista. Parallelamente, l’esposizione offre uno sguardo sulla vicenda familiare dei Baer, segnata dal sostegno all’arte d’avanguardia e dalla successiva diaspora imposta dalle persecuzioni fasciste.

Il progetto arriva a quattro anni di distanza dalla rassegna Il giovane Boccioni del 2021, che aveva indagato le esperienze prefuturiste del pittore. Ora l’attenzione si concentra sul ruolo di una famiglia che contribuì alla diffusione internazionale delle sue opere. Il rapporto tra Boccioni e i Baer affonda le radici nell’ambiente culturale di Margherita Sarfatti. Fu in questo contesto che Betty, moglie di Samuele Baer, attiva nell’associazionismo femminile e vicina a figure come Alessandrina Ravizza, entrò in contatto con l’artista. Boccioni la ritrasse nel 1909 insieme alla figlia Nora. Il legame si ampliò poi ad altri componenti della famiglia, come i Ruberl, e soprattutto con Vico Baer, che divenne uno degli amici e sostenitori più vicini all’artista. In una lettera del 1914, Boccioni lo definiva il “solo amico che mi rimane”, segno di un rapporto che superava i confini del semplice collezionismo.

Umberto Boccioni, Il lago (1916; olio su tela, cm 49,5 x 68,5). Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Il lago (1916; olio su tela, cm 49,5 x 68,5). Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Mia madre. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Mia madre. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Testa futurista. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Testa futurista. Foto: Studio Esseci

La famiglia Baer, attiva a Milano dal 1884 con l’impresa M. Baer & Co specializzata in confezioni per signora, investì risorse e attenzione nell’opera dell’artista futurista. Una testimonianza della loro collezione emerge nella mostra postuma del 1933 al Castello Sforzesco, dove furono esposte 38 opere provenienti proprio dai prestiti di Vico e Betty Baer. Ad ogni modo, pochi anni più tardi, la promulgazione delle leggi razziali cambiò radicalmente il destino della famiglia. Nel 1938 Ludovico Baer con la sua famiglia trovò rifugio negli Stati Uniti dopo una sosta in Svizzera. Nora, la bambina ritratta da Boccioni, si trasferì in Inghilterra con il marito Cornelio Papp. Gemma, un’altra figlia, raggiunse l’America nel 1939.

Altri membri, però, rimasero in Italia e furono direttamente coinvolti nelle vicende della guerra e della persecuzione. Marianna Baer e il marito Giuliano Treves, dopo essere scampati alla razzia del Carmine a Firenze nel novembre 1943, si rifugiarono a Roma. Qui Treves entrò nelle fila della Resistenza e morì durante la liberazione di Firenze. Marianna riuscì successivamente a raggiungere l’Inghilterra. Diverso fu il destino di Mario Baer, che rimase a Firenze impegnandosi a salvare ebrei perseguitati. Dopo la guerra, la collezione Baer si disperse gradualmente. Alcune opere furono vendute, altre donate a istituzioni di rilievo. Vico Baer destinò al MoMA di New York vari lavori di Boccioni. Nel 1951, al rientro da un viaggio a Milano, lui e la moglie Lotta compirono un atto importante: la donazione alla Pinacoteca di Brera dell’Autoritratto del 1908, uno dei dipinti più noti dell’artista.

Umberto Boccioni, Nudo femminile. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Nudo femminile. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Ritratto dello scultore Ripamonti. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Ritratto dello scultore Ripamonti. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Nudo femminile. Foto: Studio Esseci
Umberto Boccioni, Nudo femminile. Foto: Studio Esseci

La mostra odierna ricompone parte di questo percorso attraverso opere che un tempo appartennero alla collezione Baer. Tra queste, studi collegati alla realizzazione de La città sale, uno dei capolavori del Futurismo, e un disegno inedito di una testa futurista. Accanto ai lavori provenienti dalla raccolta familiare, vengono esposti altri dipinti e disegni di Boccioni, come il ritratto dello scultore Riccardo Ripamonti, che permettono di inquadrare una stagione cruciale del suo percorso creativo e del collezionismo d’avanguardia. A supporto della mostra è stato realizzato un volume curato da Niccolò D’Agati, con un saggio di Ester Coen. La pubblicazione raccoglie documenti e materiali d’epoca che illustrano la storia dei Baer e della loro attività di collezionisti, restituendo un’immagine più completa del rapporto con Boccioni. Il volume presenta anche la ricostruzione di opere disperse o sconosciute alla letteratura, come il Ritratto di Vico Baer e il Ritratto di Gemma Baer.

La mostra è visitabile presso la Galleria Bottegantica, in via Manzoni 45 a Milano, dal martedì al sabato con orario 10-13 e 15-19. L’ingresso è libero.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraBoccioni e i Baer. Una memoria ritrovata
CittàMilano
Sedegalleria Bottegantica
DateDal 03/10/2025 al 30/10/2025
ArtistiUmberto Boccioni
TemiNovecento, Futurismo, Umberto Boccioni, Arte del Novecento

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