Per la prima volta a Marsiglia, il lavoro di Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa, 1901 – Coira, 1966) viene presentato in una mostra monografica che analizza in profondità sua produzione artistica: il concetto di vuoto. La mostra, intitolata Alberto Giacometti. Sculpting the Void, si svolgerà dal 6 giugno al 28 settembre 2025 presso il Museo Cantini. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Città di Marsiglia – Musée de Marseille – e la Fondazione Giacometti di Parigi, custode dell’opera dell’artista. La retrospettiva riunisce un corpus rilevante di lavori, tra cui sculture in bronzo e gesso, dipinti, disegni e stampe. Il percorso espositivo è concepito per offrire al pubblico una visione complessiva dell’evoluzione dell’opera di Giacometti, delineata attorno a un asse tematico preciso: la centralità del vuoto come spazio plastico, concettuale e filosofico.L’esposizione riunisce opere iconiche – sculture in gesso e bronzo, dipinti, disegni e incisioni – per esplorare il tema del vuoto, concetto centrale nella pratica di Giacometti attorno al quale si articolano le diverse fasi della sua carriera. Artista del vuoto, come lo definì Jean-Paul Sartre, secondo cui il suo lavoro rappresentava “un modo di fare esperienza dello spazio”, Giacometti concepì spazi immaginari da cui emergono forme, figure e personaggi spesso isolati, inestricabili dal contesto che li circonda. Tanto nelle sculture quanto nei disegni e nei dipinti, il vuoto diventa per l’artista uno strumento operativo.
La mostra si apre con una sezione dedicata alle forme sintetiche, solide e dense delle sculture realizzate alla fine degli anni Venti, come The Couple (1926) e Spoon Woman (1927), che rivelano l’interesse di Giacometti per il cubismo e le arti extraeuropee. Una seconda sezione, focalizzata sul periodo surrealista, presenta opere fondamentali come il dipinto The Palace at 4 a.m. (1932) e le sculture Flower in Danger (1932) e Invisible Object (1934–1935), nota anche comeHands Holding the Void. Frutto di sogni o stati visionari, queste creazioni esprimono una ricerca plastica che va oltre il visibile. La terza sezione, che copre il periodo del secondo dopoguerra fino alla morte dell’artista nel 1966, segna il ritorno alla rappresentazione della figura umana, spinta dal desiderio di restituire la realtà così come veniva percepita. Giocando con le proporzioni e le distanze, Giacometti indaga il rapporto tra figura e spazio in opere come Very Small Figurine (1937–1939), Woman with Chariot (1943–1945), The Nose (1949) e Tall Woman I (1960).
La mostra si conclude con una sezione che accosta disegni e incisioni dell’artista a documenti d’archivio e a oggetti antichi e extraeuropei provenienti dalle collezioni del Museo di Archeologia Mediterranea e del Museo delle Arti Africane, Oceaniche e dei Nativi Americani di Marsiglia. Concepite come un museo immaginario, queste connessioni mettono in luce l’influenza fondamentale di tali fonti nella riflessione dell’artista sullo spazio e sul vuoto.
La mostra dedicata a Alberto Giacometti instaura un dialogo con The Watchers, progetto dell’artista Ali Cherripresentato al [mac] – Museo d’Arte Contemporanea di Marsiglia dal 6 giugno 2025 al 4 gennaio 2026. Alcune opere esposte al [mac] sono state create appositamente da Cherri in risonanza con la pratica giacomettiana, proseguendo la sua riflessione sulla rappresentazione del volto umano. Nel 2024, Ali Cherri è stato invitato dalla Fondazione Giacometti a confrontarsi con i gessi dello scultore nell’ambito della mostra Envisagement, curata da Romain Perrin.
Alberto Giacometti, scultore, pittore e disegnatore svizzero, nacque a Borgonovo, nella Valle Bregaglia. Figlio di Giovanni Giacometti (1868–1933), noto pittore impressionista molto apprezzato nel panorama artistico e collezionistico svizzero, Alberto fu fin da giovane immerso in un ambiente creativo. Nel 1922 si trasferì a Parigi, dove si iscrisse all’Académie de la Grande Chaumière e studiò scultura sotto la guida di Antoine Bourdelle. In quegli anni entrò in contatto con le avanguardie artistiche e maturò un forte interesse per la scultura africana e oceanica, particolarmente evidente durante il periodo in cui fu legato al gruppo surrealista di André Breton, tra il 1930 e il 1935. Nel secondo dopoguerra, l’artista elaborò uno stile personale e inconfondibile: figure esili e allungate, attraverso le quali comunicava un senso profondo di isolamento e vulnerabilità. La sua opera si nutriva di un’intensa ricerca esistenziale, influenzata dalla filosofia di Jean-Paul Sartre e dalla fenomenologia. Negli anni Cinquanta e Sessanta, Giacometti raggiunse una fama internazionale, testimoniata da importanti retrospettive nel 1965 al MoMA di New York, alla Tate Gallery di Londra e al Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk. Ottenne riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Gran Premio per la Scultura alla Biennale di Venezia del 1962. Nonostante le condizioni di salute peggiorassero, continuò a lavorare instancabilmente fino alla morte, avvenuta l’11 gennaio 1966 a Coira, in Svizzera.
Titolo mostra | Alberto Giacometti. Sculpting the Void | Città | Marsiglia | Sede | Museo Cantini | Date | Dal 06/06/2025 al 28/09/2025 | Artisti | Alberto Giacometti | Temi | Arte contemporanea, Scultura, Arte del Novecento |