Il tricentenario della nascita di Giacomo Casanova (Venezia, 1725 – Duchcov, 1798) offre l’occasione per un’esposizione che unisce arte, letteratura e memoria storica tra Venezia e Napoli. È stata inaugurata nelle sale del Palazzo Reale di Napoli, la mostra Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova. Viaggio nel ’700 tra Venezia e Napoli, allestita fino al 15 agosto nell’Alcova della Regina, al piano nobile della storica residenza borbonica. Fulcro dell’esposizione sono tre dipinti del pittore veneziano Giambattista Pittoni (Venezia, 1687 – 1767), artista centrale del Settecento italiano, che realizzò una parte della sua produzione proprio negli stessi anni in cui il suo illustre concittadino, Casanova, intraprendeva i primi viaggi nella Penisola. Le opere di Pittoni, raffiguranti le divinità mitologiche Venere, Diana e Apollo, provengono da una collezione privata americana, la Steven Maksin Family Collection di Las Vegas, e sono state rinvenute e riconosciute nel 2024 dallo storico dell’arte Andrea Donati.
“Questa piccola esposizione”, dice Paola Ricciardi, Dirigente delegato del Palazzo Reale di Napoli, “intende essere il punto di partenza per ulteriori focus sugli ambienti dell’Appartamento di Etichetta di Palazzo Reale, attraverso una lettura delle collezioni che metta in risalto la dimensione della Reggia come spazio dell’abitato, luogo della vita quotidiana dei Re, indagata sia negli aspetti più ufficiali sia nella dimensione più privata e ’domestica’”.
“Il trittico di Giambattista Pittoni esposto in questa mostra è stato realizzato nello stesso periodo”, ha dichiarato Andrea Donati, storico dell’arte e curatore della mostra. “I dipinti sono sempre stati esposti insieme. Riconoscere l’attribuzione dell’Apollo a Pittoni a distanza di 60 anni dalla pubblicazione in bianco e nero dei dipinti di Venere e Diana è il risultato di un lavoro che premia lo studio e la ricerca. I dipinti, realizzati su commissione di un’antica famiglia nobile di Padova, ora estinta, all’origine erano verosimilmente esposti in un piccolo boudoir. Non escludo la possibilità che ne sia stato realizzato un quarto che rappresentasse Adone oppure Marte, vista il gioco speculare delle figure”.
“La mostra offre l’occasione, grazie alla collaborazione tra Palazzo Reale di Napoli e Fondazione Musei Civici di Venezia, che custodisce e valorizza il più rilevante patrimonio storico, artistico e culturale della città, di presentare un racconto inedito sul Settecento veneziano e non solo”, afferma Monica Viero, Fondazione Musei Civici di Venezia, resp. Biblioteca Museo Correr e Biblioteche e Archivi MUVE. “Le ricchissime raccolte bibliografiche e documentarie conservate dai Musei Civici di Venezia offrono per questo percorso i loro materiali casanoviani, che comprendono anche documenti legati a illustri casanovisti napoletani conservati nel fondo del collezionista veneziano Aldo Ravà, che dedicò anni di studi alla riabilitazione dell’immagine di Casanova divenuto il testimone spesso scomodo di quel lato oscuro del Settecento che la morale dei secoli successivi doveva inevitabilmente condannare”.
“Quando, parlando con Andrea Donati e Monica Viero, si è prospettata la possibilità di partecipare alle celebrazioni in onore di Giacomo Casanova, ho pensato immediatamente a Palazzo Reale”, aggiunge Donatella Dentice di Accadia, Componente del Comitato Scientifico del Palazzo Reale di Napoli. "Il Comitato Scientifico di cui sono onorata di far parte, si batte infatti per preservare la vocazione aulica del luogo, anche nelle celebrazioni che in esso avvengono. E chi potrebbe, meglio di Giacomo Casanova, personaggio settecentesco, raffinato e di incredibile vivacità, circondato dalla magica aura dell’Amore, veneziano, ma più volte presente a Napoli, animare l’alcova della Regina ? Il fil rouge Venezia-Napoli già evidenziato nelle recenti mostre dell’Archivio di Stato (Trame - Le sete di San Leucio ed i velluti di Rubelli e Paris Bordone - Allegoria della primavera e dell’autunno), si snoda ora nella Reggia napoletana".
Il dipinto dedicato ad Apollo è un inedito assoluto, mentre le tele raffiguranti Venere e Diana risultano documentate da due fotografie in bianco e nero presenti in La pittura veneziana del Settecento (Venezia, Edizioni Marciane, 1964) di Egidio Martini, ma ritenute scomparse dalla studiosa Franca Zava Boccazzi nel suo catalogo ragionato del 1979. Il recupero e la ricollocazione delle opere si devono alla collaborazione tra lo staff scientifico del Palazzo Reale, composto da Elena Carrelli, Antonella Delli Paoli e Stefano Gei, e la Fondazione Musei Civici di Venezia, con il supporto tecnico e scientifico di Donati. I tre dipinti, di soggetto mitologico e improntati a un gusto voluttuoso e rococò, rievocano il clima libertino dell’epoca, in consonanza con l’immaginario narrativo e biografico legato alla figura di Casanova.
Il tema della seduzione, della bellezza e dell’ambiguità dei sentimenti, incarnato nei personaggi mitologici dipinti da Pittoni, riflette perfettamente le tensioni culturali e morali del Settecento europeo. L’analogia tra queste atmosfere e la vita del celebre avventuriero veneziano non si limita a una suggestione visiva, ma si manifesta come linea interpretativa portante dell’allestimento, che include anche documenti letterari e fotografici provenienti da due fondi casanovisti conservati a Venezia e Napoli. Accanto alle tele, la mostra presenta infatti alcune riproduzioni fotografiche tratte dal fondo di Aldo Ravà, custodito presso la Biblioteca del Museo Correr di Venezia, e materiali dal Fondo Di Giacomo, conservato nella sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Si tratta di testimonianze che raccontano l’evoluzione della figura di Casanova nella memoria culturale tra Ottocento e Novecento, attraverso lo sguardo appassionato di due studiosi: Aldo Ravà e Salvatore Di Giacomo. Ravà, nato a Venezia nel 1879, fu collezionista e studioso dell’arte e della letteratura del Settecento. Di Giacomo, nato a Napoli nel 1860, fu poeta, drammaturgo e saggista. Provenienti da contesti culturali e familiari differenti, entrambi condivisero un interesse profondo e quasi ossessivo per la figura di Casanova, impegnandosi a restituire all’opera letteraria e alla vita dell’avventuriero veneziano una dignità storica e artistica sottratta, secondo il loro giudizio, dal moralismo imperante delle epoche successive.
Le ricerche di Ravà e Di Giacomo, benché distanti per metodi e finalità, appaiono accomunate da una comune tensione verso la ricostruzione della “verità” storica dietro il mito. I loro studi non solo mettono in luce dettagli biografici e itinerari del personaggio, ma riflettono anche il modo in cui l’immagine di Casanova si è trasformata in specchio di epoche successive. Nell’ammirazione dei due studiosi si coglie infatti una nostalgia che appartiene al loro tempo più che al Settecento, un desiderio di recupero di una figura irregolare e affascinante che sfugge alle convenzioni, e che perciò risulta carica di significati anche per l’inizio del XX secolo. Il luogo scelto per l’allestimento, l’Alcova della Regina, si rivela particolarmente adatto alla mostra. L’ ambiente, che faceva parte dell’appartamento privato della regina insieme alla Cappella e al Gabinetto attigui, conserva ancora oggi i caratteri di uno spazio intimo, riservato, quasi sospeso nel tempo. Il suo impianto architettonico settecentesco, rimaneggiato nei secoli successivi ma ancora leggibile nelle linee originarie, dialoga con le opere di Pittoni e i documenti esposti, rafforzando il legame tra il contenuto della mostra e il suo contenitore. Giacomo Casanova fu protagonista di una vita errabonda e poliedrica. Scrittore, scienziato, diplomatico, esoterista e instancabile viaggiatore, soggiornò a Napoli in almeno cinque occasioni. Nella capitale partenopea entrò in contatto con l’aristocrazia e gli ambienti culturali del tempo, e la città, con il suo clima sensuale e colto, si rivelò una delle tappe più rilevanti della sua parabola esistenziale. Non è un caso, dunque, che Napoli sia divenuta nel tempo anche uno dei centri della riflessione storiografica e letteraria su Casanova, attraverso gli studi, tra gli altri, di Benedetto Croce e dello stesso Di Giacomo. La mostra Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanovaè visitabile tutti i giorni, escluso il mercoledì, dalle 9.00 alle 20.00. L’ingresso è compreso nel biglietto d’accesso al Palazzo Reale.
Titolo mostra | Giambattista Pittoni e l'epoca di Casanova. Viaggio nel '700 tra Venezia e Napoli | Città | Napoli | Sede | Palazzo Reale di Napoli | Date | Dal 21/05/2025 al 15/08/2025 | Artisti | Giambattista Pittoni | Curatori | Andrea Donati | Temi | Arte antica, Pittura |