Firenze, presentata la grande mostra sul Beato Angelico tra Palazzo Strozzi e Museo di San Marco


Presentata oggi dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dal Museo di San Marco di Firenze la grande mostra “Beato Angelico” dedicata a uno degli artisti più rappresentativi dell’arte del Quattrocento e tra i massimi protagonisti della tradizione pittorica italiana.

Aprirà al pubblico il 26 settembre 2025 la grande mostra Beato Angelico, presentata oggi dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dal Museo di San Marco di Firenze dedicata a uno degli artisti più rappresentativi dell’arte del Quattrocento e tra i massimi protagonisti della tradizione pittorica italiana. La mostra, realizzata con la collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei nazionali Toscana e Museo di San Marco, sarà visitabile fino al 25 gennaio 2026 e nasce da un intenso dialogo tra istituzioni e territorio e si configura come uno degli appuntamenti culturali più significativi del 2025, celebrando uno dei padri del Rinascimento attraverso un percorso che coinvolge sia Palazzo Strozzi che il Museo di San Marco.

Il progetto ripercorre la produzione artistica, l’evoluzione stilistica e l’influenza dell’arte del Beato Angelico, mettendo in luce i legami con pittori come Lorenzo Monaco, Masaccio e Filippo Lippi, e con scultori quali Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia. Curata da Carl Brandon Strehlke, Curatore emerito del Philadelphia Museum of Art, insieme a Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali Toscana, e Angelo Tartuferi, già Direttore del Museo di San Marco, questa esposizione rappresenta la prima grande rassegna fiorentina sull’artista a settant’anni di distanza dalla storica monografica del 1955, offrendo un’occasione unica di confronto tra istituzioni culturali e comunità locale.

Conosciuto per un linguaggio pittorico che unisce l’eredità tardogotica ai principi innovativi dell’arte rinascimentale, Beato Angelico (Guido di Piero, poi Fra Giovanni da Fiesole; Vicchio di Mugello, 1395 circa – Roma, 1455) ha realizzato capolavori straordinari, caratterizzati da un raffinato uso della prospettiva, dalla luminosità delle composizioni e da un’intensa armonia tra figure e spazio. L’esposizione offre dunque un’importante occasione per riscoprire la sua visione spirituale, capace di fondere profondità religiosa e sensibilità umana.

Distribuite tra le due sedi, saranno esposte oltre 140 opere, tra dipinti, disegni, miniature e sculture, provenienti da istituzioni di prestigio come il Louvre di Parigi, la Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, i Musei Vaticani, la Alte Pinakothek di Monaco, il Rijksmuseum di Amsterdam, oltre a chiese, biblioteche e raccolte pubbliche e private italiane e internazionali.

Frutto di oltre quattro anni di preparazione, questa iniziativa ha dato vita a un progetto di altissimo valore scientifico e culturale, reso possibile anche da una vasta campagna di restauri e dall’opportunità di ricongiungere, dopo più di due secoli, pale d’altare smembrate e disperse.

“Palazzo Strozzi torna a celebrare il Rinascimento fiorentino con la prima grande mostra dedicata a Beato Angelico a Firenze in oltre settant’anni: un’impresa straordinaria, resa possibile grazie alla collaborazione con il Museo di San Marco e al contributo delle più importanti istituzioni museali nazionali e internazionali”, ha dichiarato Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi. “Frutto di oltre quattro anni di ricerca e progettazione, sotto la guida sapiente di Carl Brandon Strehlke con Stefano Casciu e Angelo Tartuferi, questo progetto riafferma la centralità di Beato Angelico nella storia dell’arte e offre nuove scoperte sulla sua storia e la sua fortuna, in dialogo con i protagonisti della cultura figurativa del suo tempo. Con questa mostra, la Fondazione Palazzo Strozzi conferma il proprio ruolo di promotrice di ricerca e di conoscenza. La nostra istituzione trova così la metafora perfetta del dialogo tra tradizione e innovazione che la anima da sempre in Angelico, un artista che seppe guardare al passato e al proprio presente, proiettando un linguaggio nuovo verso il futuro”.

“La mostra rappresenta un punto di arrivo imprescindibile per gli studi e le ricerche sul Beato Angelico, anche grazie agli importanti restauri e alle indagini scientifiche su molte delle opere esposte”, ha affermato Stefano Casciu, Direttore regionale Musei nazionali del Ministero della Cultura. “Allo stesso tempo è il trampolino per futuri e appassionanti nuovi sviluppi e prospettive su uno dei massimi protagonisti dell’arte occidentale. Avere contributo, come Direzione regionale del Ministero della Cultura, con le nostre forze scientifiche ed organizzative a un evento espositivo che resterà una pietra miliare negli studi del Rinascimento fiorentino, è motivo di orgoglio. Ma è anche occasione per confermare la responsabilità e l’impegno della Direzione e del Museo di San Marco nel loro ruolo istituzionale volto allo studio del patrimonio pubblico che abbiamo in consegna, per promuovere la sua più ampia conoscenza e valorizzazione”.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana e Museo di San Marco. Sostenitori pubblici Fondazione Palazzo Strozzi: Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati Fondazione Palazzo Strozzi: Fondazione CR Firenze, Fondazione Hillary Merkus Recordati, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo.

Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Beato Angelico, exhibition views, Palazzo Strozzi e Museo di San Marco, Firenze, 2025. Photo: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Il percorso espositivo

La mostra si sviluppa tra le due sedi di Palazzo Strozzi e del Museo di San Marco, presentando oltre centoquaranta opere tra dipinti, disegni, miniature e sculture provenienti da alcune tra le più importanti collezioni e musei italiani e stranieri. A Palazzo Strozzi il percorso si articola in otto sezioni che seguono sia un ordine cronologico sia tematico, ripercorrendo la produzione dell’artista. Al Museo di San Marco l’esposizione trova spazio nella grande sala al pianterreno, che porta il suo nome e che accoglie i suoi esordi, e nella Biblioteca, dove due sezioni mettono in risalto l’attività di Beato Angelico miniatore e i codici umanistici un tempo conservati nel convento. Le opere dialogano in modo naturale con gli affreschi originali che impreziosiscono gli ambienti monastici.

Il percorso a Palazzo Strozzi si apre con il capitolo dedicato alla chiesa di Santa Trinita, centro di riferimento artistico nella Firenze del primo Quattrocento. Qui famiglie come i Bartolini Salimbeni e gli Strozzi promossero un ampio rinnovamento architettonico e decorativo che coinvolse il complesso, che diventò un luogo di sperimentazione artistica. Ne sono testimonianza gli affreschi di Lorenzo Monaco, l’Annunciazione e le pale d’altare affidate a Gentile da Fabriano e allo stesso Beato Angelico. Santa Trinita rappresenta un raro esempio di committenza articolata, in cui culto, memoria dinastica e linguaggi artistici si intrecciano. La sezione successiva esplora la nascita di un nuovo linguaggio figurativo, frutto delle committenze legate a conventi, ospedali e confraternite, in cui tradizione e innovazione si fondono in una sensibilità nuova, più attenta allo spazio e alla prospettiva. Angelico si pone come protagonista di questa stagione, capace di unire la brillantezza cromatica e l’oro con l’armonia delle innovazioni masaccesche, dando forma a una pittura limpida e costruita con cura.

Un capitolo centrale è quello dedicato al convento di San Marco, trasformato grazie al sostegno di Cosimo de’ Medici in uno dei principali centri spirituali e culturali della città. Qui Angelico realizzò la pala dell’altare maggiore, oggi eccezionalmente ricomposta con diciassette delle diciotto parti oggi note, considerata la prima vera pala rinascimentale per monumentalità del nuovo formato quadrato e chiarezza narrativa della predella. Accanto a questa viene presentata anche la Pala di Annalena, altra importante testimonianza della committenza medicea.

Il percorso prosegue con l’approfondimento sul tema delle crocifissioni sagomate, immagini di forte impatto devozionale che univano pittura e scultura, amplificando la presenza del sacro sugli altari e coinvolgendo emotivamente il fedele. Dalle opere di Lorenzo Monaco fino alle interpretazioni di Angelico e dei suoi collaboratori, questa tipologia iconografica trova in mostra esempi di straordinaria intensità.

Un’altra sezione indaga il rapporto tra Angelico e le immagini sacre destinate a corporazioni, ospedali, spazi conventuali e ambienti domestici, come le Madonne dell’Umiltà e l’immagine isolata di Cristo, soggetti che seppe reinterpretare con una forza spirituale e una resa naturalistica capaci di toccare profondamente i fedeli. Angelico introdusse la visione di Cristo sofferente come Re dell’Apocalisse, ispirata a icone di culto romane e a modelli fiamminghi.

La narrazione espositiva giunge poi alle grandi committenze, dove la pittura di Angelico si misura con temi solenni come l’Annunciazione, affrontata in tavole, negli affreschi di San Marco e nelle sezioni superiori dei polittici e qui confrontata con altri maestri del tempo, da Filippo Lippi a Giovanni di Paolo. Lungo questo percorso emergono i rapporti con famiglie e committenti prestigiosi che videro nelle pale d’altare un potente strumento di devozione e rappresentanza.

Si prosegue con il periodo romano, documentando i lunghi soggiorni di Angelico presso la corte papale tra il 1445 e il 1455. Le opere testimoniano la sua attività per Eugenio IV e Niccolò V, tra cui gli affreschi della Cappella Niccolina, manifesto dell’umanesimo cristiano. In questi anni l’artista lavorò anche per il cardinale Juan de Torquemada, teologo domenicano, realizzando due tavole con la Crocifissione, esposte in mostra, oltre a una pala di cui sono presentate nella sala due predelle con storie di Cristo.

Il percorso a Palazzo Strozzi si conclude con la sezione dedicata ai Medici. Per Cosimo e per suo figlio Piero “il Gottoso”, Angelico realizzò opere di grande valore simbolico e devozionale, come l’Armadio degli Argenti alla Santissima Annunziata e la pala destinata al convento francescano di Bosco ai Frati, nel Mugello. Questi lavori documentano il ruolo della committenza medicea negli ultimi anni di attività di Angelico.

All’interno della mostra trova spazio anche il progetto speciale Zoom su Angelico, che trasforma una sala in un ambiente multimediale grazie a un grande schermo sul quale scorrono le immagini condivise dai visitatori sui social network con l’hashtag #ZoomSuAngelico. Questo social wall intende rendere la mostra un racconto corale e partecipativo, creando un dialogo partecipativo tra il pubblico e i capolavori dell’artista.

Lorenzo Monaco e Beato Angelico, Pala Strozzi (1421-1424 circa; 1430-1432 circa, tempera e oro su tavola, 277 x 283 cm (totale); Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890, n. 8509). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco
Lorenzo Monaco e Beato Angelico, Pala Strozzi (1421-1424 circa; 1430-1432 circa, tempera e oro su tavola, 277 x 283 cm (totale); Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890, n. 8509). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco
Beato Angelico, Giudizio universale (1425-1428 circa; tempera e oro su tavola, 109 x 212,5 cm; Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890 n. 8505). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco
Beato Angelico, Giudizio universale (1425-1428 circa; tempera e oro su tavola, 109 x 212,5 cm; Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890 n. 8505). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco
Beato Angelico, Pala di San Marco. Tavola principale: Madonna col Bambino in trono con otto angeli e i santi Lorenzo, Giovanni Evangelista, Marco, Domenico, Francesco, Pietro Martire, Cosma e Damiano e la Crocifissione tra la Vergine e san Giovanni Evangelista dolenti (1438-1442; tempera e oro su tavola, 228 x 235 cm; Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890, n. 8506). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Opificio delle Pietre Dure
Beato Angelico, Pala di San Marco. Tavola principale: Madonna col Bambino in trono con otto angeli e i santi Lorenzo, Giovanni Evangelista, Marco, Domenico, Francesco, Pietro Martire, Cosma e Damiano e la Crocifissione tra la Vergine e san Giovanni Evangelista dolenti (1438-1442; tempera e oro su tavola, 228 x 235 cm; Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890, n. 8506). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Opificio delle Pietre Dure
Beato Angelico, Cristo come Re dei Re (1447-1450; tempera e oro su tavola, 55 x 39 cm; Livorno, cattedrale di San Francesco, inv. n. 00501628) Foto: Bridgeman Images
Beato Angelico, Cristo come Re dei Re (1447-1450; tempera e oro su tavola, 55 x 39 cm; Livorno, cattedrale di San Francesco, inv. n. 00501628) Foto: Bridgeman Images

Il percorso al Museo di San Marco si apre con una sala dedicata agli esordi di Beato Angelico e al contesto artistico nel quale si formò. Qui è esposta la Pala di Fiesole, dipinta in forma di trittico tra il 1420 e il 1423, al momento dell’ingresso del pittore come frate domenicano nel convento di San Domenico. Quest’opera, realizzata quando Angelico aveva poco più di venticinque anni, rivela già il livello altissimo raggiunto dal giovane artista. Un pannello illustra una possibile ricostruzione dell’insieme originario, trasformato nel 1501 in una pala quadrata rinascimentale da Lorenzo di Credi, mentre i dipinti della predella e dei pilastri sono oggi conservati in diversi musei.

Sulla parete principale si trova una sequenza di opere attribuite agli inizi di Angelico, ordinate cronologicamente: dalla Tebaide (1415-1420) fino alla predella con l’Imposizione del nome al Battista (1428-1430). Questo itinerario mostra la sua evoluzione dal ruolo di massimo esponente del tardogotico fiorentino a quello di protagonista, accanto a Masaccio, della nascente pittura rinascimentale, come evidenzia il confronto tra la Pala di San Pietro Martire e il Trittico di San Giovenale. Di fronte, altre opere rivelano i rapporti di Angelico con altri artisti come Starnina, il Maestro della Madonna Straus, Lorenzo Ghiberti, Lorenzo Monaco e Masolino da Panicale. In fondo alla sala spicca il monumentale Tabernacolo dei Linaioli, realizzato tra il 1432 e il 1436 da Lorenzo Ghiberti e da Beato Angelico.

Il chiostro di Sant’Antonino ospita invece l’affresco con San Domenico in adorazione del Crocifisso, in cui il santo abbraccia la croce con intensità drammatica, esprimendo attraverso il volto e lo sguardo un dialogo intimo con Cristo, cuore della spiritualità domenicana. Nel Seicento l’opera fu incorniciata con marmi e integrata da Cecco Bravo, che dipinse figure di Maria, san Giovanni e angeli, riducendo la superficie originaria dell’affresco di Angelico.

La Sala del Capitolo accoglie invece la monumentale Crocifissione con i santi, il più grande affresco realizzato da Angelico a San Marco. La scena raffigura Cristo crocifisso tra i due ladroni e un vasto corteo di personaggi: santi legati ai Medici, alla città e all’ordine domenicano, i Padri della Chiesa e i fondatori dei principali ordini monastici. Sotto la croce una serie di medaglioni raffigura personaggi eminenti della famiglia domenicana, come frutti di una vite retta da san Domenico stesso. L’opera, oggi quasi completamente priva dell’azzurrite che un tempo colorava il cielo, restituiva un’impressione di straordinaria profondità.

Al piano superiore si sviluppa il dormitorio, costruito da Michelozzo tra il 1437 e il 1443, con quarantaquattro celle affrescate da Angelico e dai suoi collaboratori. Ogni spazio, destinato alla preghiera e alla meditazione dei frati, è arricchito da scene sacre. Nel corridoio est, riservato ai frati anziani, compaiono episodi della vita di Cristo; in quello meridionale, destinato ai frati giovani, prevalgono varianti del Crocifisso con san Domenico in preghiera, tema caro all’ordine. Nel corridoio nord, destinato ai laici, le immagini hanno un tono più narrativo, legato ai racconti evangelici. Tra le celle più significative vi è quella che fu probabilmente abitata da sant’Antonino Pierozzi durante il suo priorato, mentre la più ampia fu riservata a Cosimo de’ Medici, che ne fece il proprio luogo di ritiro spirituale e che ospitò anche papa Eugenio IV in occasione della consacrazione della chiesa di San Marco nel 1443.

La biblioteca, realizzata da Michelozzo tra il 1441 e il 1444 grazie ancora alla munificenza di Cosimo de’ Medici, è considerata la prima biblioteca pubblica moderna. In occasione della mostra, gli spazi ospitano due sezioni speciali: una dedicata ad Angelico miniatore e l’altra alla biblioteca stessa, con l’esposizione di numerosi codici nuovamente esposti nella loro sede originaria. Cuore della raccolta era la collezione di Niccolò Niccoli, grande umanista fiorentino che lasciò i propri manoscritti a Cosimo e a un gruppo di amici affinché fossero consultabili dagli studiosi. Vi erano testi sacri e profani in latino e greco, opere in ebraico e arabo, autori classici e trattati patristici. Alcuni volumi ebbero un ruolo centrale nei dibattiti religiosi e culturali dell’epoca, come i testi greci usati al Concilio di Ferrara-Firenze o la Legenda aurea, fonte di ispirazione per molte opere di Angelico.

Accanto alla pittura, infatti, Angelico coltivò l’arte della miniatura con risultati straordinari. Ispirandosi alla tradizione camaldolese di Santa Maria degli Angeli, portata ai vertici di fastosità da Lorenzo Monaco e da altre botteghe cittadine, il frate pittore elaborò un linguaggio personale, sobrio e luminoso. Tra i suoi capolavori figurano il Graduale 558 di San Domenico a Fiesole, il Messale 533, i Salteri di San Marco e l’Antifonario 43. Innovatore instancabile, supervisionò direttamente i programmi illustrativi pur affidandosi a collaboratori, formando una generazione di miniatori come Benozzo Gozzoli, Domenico di Michelino e Zanobi Strozzi. Questa attività contribuì a plasmare a lungo la miniatura fiorentina, ponendo Angelico come riferimento insuperato anche in questo ambito artistico.

Beato Angelico, Trittico di Cortona. San Matteo e san Giovanni Battista, con l’angelo annunciante; Madonna col Bambino in trono e quattro angeli, con la Crocifissione; San Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena, con la Vergine annunciata; Storie di san Domenico (predella) (1437 circa; tempera e oro su tavola, 187 x 240 cm (esclusa la predella), 34,5 x 245,5 cm (predella); Cortona, Museo Diocesano del Capitolo. Foto: Foto Scala, Firenze
Beato Angelico, Trittico di Cortona. San Matteo e san Giovanni Battista, con l’angelo annunciante; Madonna col Bambino in trono e quattro angeli, con la Crocifissione; San Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena, con la Vergine annunciata; Storie di san Domenico (predella) (1437 circa; tempera e oro su tavola, 187 x 240 cm (esclusa la predella), 34,5 x 245,5 cm (predella); Cortona, Museo Diocesano del Capitolo. Foto: Foto Scala, Firenze
Beato Angelico, Pala di Bosco ai Frati. Tavola principale: Madonna col Bambino in trono, e i santi Antonio di Padova, Ludovico di Tolosa, Francesco d’Assisi, Cosma, Damian e Pietro Martire. Predella: Santi Domenico, Bernardino da Siena e Pietro; Cristo in pietà; Santi Paolo, Girolamo e Benedetto (1450-1452; tempera su tavola, 174 x 174 cm (tavola principale); 26 x 174 cm (predella); Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890, nn. 8503, 8507). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana – Museo di San Marco
Beato Angelico, Pala di Bosco ai Frati. Tavola principale: Madonna col Bambino in trono, e i santi Antonio di Padova, Ludovico di Tolosa, Francesco d’Assisi, Cosma, Damian e Pietro Martire. Predella: Santi Domenico, Bernardino da Siena e Pietro; Cristo in pietà; Santi Paolo, Girolamo e Benedetto (1450-1452; tempera su tavola, 174 x 174 cm (tavola principale); 26 x 174 cm (predella); Firenze, Museo di San Marco, inv. 1890, nn. 8503, 8507). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana – Museo di San Marco
Beato Angelico e Lorenzo di Credi, Pala di Fiesole. Tavola principale: Madonna col Bambino in trono con otto angeli e i santi Tommaso d’Aquino, Barnaba, Domenico e Pietro Martire (1420-1423; 1501; tempera e oro su tavola, 212 x 234,5 cm; Fiesole, chiesa di San Domenico). Foto: © Foto Giusti Claudio, Firenze
Beato Angelico e Lorenzo di Credi, Pala di Fiesole. Tavola principale: Madonna col Bambino in trono con otto angeli e i santi Tommaso d’Aquino, Barnaba, Domenico e Pietro Martire (1420-1423; 1501; tempera e oro su tavola, 212 x 234,5 cm; Fiesole, chiesa di San Domenico). Foto: © Foto Giusti Claudio, Firenze
Beato Angelico, Annunciazione (1443 circa; affresco; Firenze, Museo di San Marco, dormitorio, corridoio nord). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco
Beato Angelico, Annunciazione (1443 circa; affresco; Firenze, Museo di San Marco, dormitorio, corridoio nord). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco
Beato Angelico, Trasfigurazione (1438-1439 circa; affresco; Firenze, Museo di San Marco, dormitorio, corridoio est, cella 6). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco
Beato Angelico, Trasfigurazione (1438-1439 circa; affresco; Firenze, Museo di San Marco, dormitorio, corridoio est, cella 6). Foto: Su concessione del Ministero della Cultura - Direzione regionale Musei nazionali Toscana - Museo di San Marco

Restauri e riscostruzioni grafiche

La mostra Beato Angelico ha reso possibile un’ampia campagna di restauri che ha interessato quasi trenta opere tra tavole, affreschi, miniature, codici e sculture. Alcuni interventi continueranno anche dopo la conclusione dell’esposizione, ma già oggi il pubblico può ammirare molti capolavori restituiti alla loro piena leggibilità. L’iniziativa è stata infatti l’occasione per affrontare problematiche conservative emerse di recente e per dare avvio a interventi complessi e attesi da tempo.

Grazie a indagini diagnostiche e a interventi di manutenzione, la conoscenza delle tecniche artistiche e dello stato di conservazione delle opere si è arricchita in modo significativo. La campagna, realizzata in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure e con affermati restauratori, ha unito la valorizzazione del patrimonio a un impegno concreto di tutela e trasmissione al futuro. Un riconoscimento particolare va a Friends of Florence e a Simonetta Brandolini d’Adda, il cui sostegno ha reso possibili alcuni tra i restauri più complessi e delicati. Un ringraziamento va inoltre a Gucci per l’intervento sul Trittico francescano e a Marchesi Antinori per il restauro della Crocifissione sagomata di Pesellino.

Dopo l’apertura della mostra sarà pubblicato un volume che raccoglie tutti i restauri e le indagini effettuate, corredato da un ampio apparato illustrativo e da testi accessibili anche a un pubblico non specialistico.

Un altro aspetto di grande rilievo riguarda le ricostruzioni grafiche di sette grandi pale di Beato Angelico, smembrate e disperse nei secoli. Si tratta di un lavoro complesso condotto da Luca Brunke e Fabrizio Nevola (University of Exeter), con la supervisione di Carl Brandon Strehlke e il contributo di numerosi restauratori e storici dell’arte. Due di queste ricostruzioni, quelle della Pala di San Pietro Martire e della Pala di Fiesole, sono esposte al Museo di San Marco accanto alle opere originali. Le altre – la Pala Strozzi, l’Incoronazione della Vergine (Paradiso), la Pala della Compagnia di San Francesco in Santa Croce (Trittico francescano), la Pala di San Marco e la Pala di Perugia – sono presentate a Palazzo Strozzi, anch’esse affiancate alle opere originali. Completano il percorso la ricostruzione tridimensionale delle cappelle Strozzi nella sagrestia di Santa Trinita, sede originaria della Pala Strozzi. Uno dei fulcri della mostra è la ricostruzione della Pala di San Marco, commissionata da Cosimo de’ Medici per l’altare maggiore della chiesa omonima. Per la prima volta dopo oltre trecento anni, vengono riunite 17 delle 18 parti note dell’opera, provenienti da importanti musei di tutto il mondo, tra cui il Louvre, la National Gallery di Washington, l’Alte Pinakothek di Monaco e la National Gallery of Ireland di Dublino. Intesa Sanpaolo è Main Partner della mostra e affianca il progetto, in particolare sostenendo l’operazione di ricostruzione della Pala di San Marco.

Orari: 
Palazzo Strozzi: Tutti i giorni dalle 10 alle 20; giovedì fino alle 23.
Museo di San Marco: Tutti i giorni dalle 8.30 alle 13.50. Chiuso il lunedì. Ultimo ingresso alle 12.45

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraBeato Angelico
CittàFirenze
SedePalazzo Strozzi
DateDal 26/09/2025 al 25/01/2026
ArtistiBeato Angelico
CuratoriAngelo Tartuferi, Carl Brandon Strehlke, Stefano Casciu
TemiQuattrocento, Firenze, Beato Angelico

Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE


Commenta l'articolo che hai appena letto






Per inviare il commento devi accedere o registrarti.
Non preoccuparti, il tuo commento sarà salvato e ripristinato dopo l’accesso.



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte