Roma, riapre la Domus Aurea, col nuovo ingresso e la mostra sulla scoperta delle grottesche


A Roma riapre la Domus Aurea, con un nuovo ingresso progettato da Stefano Boeri, il nuovo impianto di illuminazione e la mostra dedicata a Raffaello e alla scoperta delle grottesche.

A Roma, riapre dal 23 giugno la Domus Aurea, e lo fa con un nuovo impianto di illuminazione e un nuovo ingresso per il pubblico progettato dall’architetto Stefano Boeri, ma soprattutto con la prima mostra allestita nella Sala Ottagona. Si tratta di Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche (fino al 7 gennaio 2022), a cura di Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, rassegna pensata per il cinquecentenario raffaellesco del 2020: è una mostra immersiva dedicata alla riscoperta della pittura antica e delle grottesche della Domus Aurea a fine Quattrocento: il rinvenimento di quelle rovine dimenticate fu uno degli eventi più significativi dell’epoca, dal momento che le grottesche sarebbero poi diventate un motivo decorativo comune nell’arte del Cinquecento.

La storia della riscoperta delle “grottesche” cominciava intorno al 1480, quando alcuni pittori (tra i primi ci furono Pinturicchio, Filippino Lippi e Signorelli) si calarono nelle cavità del colle Oppio per recarsi ad ammirare le decorazioni pittoriche delle antiche abitazioni romane: pensavano di trovarsi di fronte agli affreschi delle Terme di Tito e invece stavano scoprendo, inconsapevolmente, le rovine del palazzo di Nerone, la Domus Aurea che l’imperatore fece costruire dopo l’incendio del 64 d.C. Il termine “grottesche” (derivante dal fatto che le pitture rinvenute decoravano le “grotte” della Domus Aurea) compare per la prima volta nel 1496. E sarebbe stato proprio Raffaello a diffondere quest motivo decorativo, impiegandolo per la prima volta nella Stufetta del cardinal Bibbiena (1516) e poi, sempre nell’appartamento del Bibbiena nel Palazzo Apostolico in Vaticano, nella Loggetta (1516-17), prima del grande ciclo delle Logge vaticane (1517-1519).

Il progetto Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche promosso dal Parco archeologico del Colosseo e prodotto da Electa, intende narrare proprio l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus Aurea di Nerone, raccontando la storia e l’arte di uno dei complessi architettonici più famosi al mondo, che ha segnato e influenzato, con la sua scoperta, l’iconografia del Rinascimento. Il progetto dell’allestimento interattivo e multimediale è curato dallo studio milanese di Interaction e Exhibit Design Dotdotdot. La mostra si sviluppa, come detto, nella Sala ottagona, capolavoro dell’architettura romana imperiale, ma anche nei cinque ambienti limitrofi, oltre alle Stanze di Achille a Sciro e di Ettore e Andromaca, ancora preziosamente affrescate e dove si possono ammirare tracce delle grottesche antiche. Il linguaggio multimediale si alterna tra videomapping immersivi che ricostruiscono opere di Raffaello, animazioni, scenografie digitali che raccontano aneddoti sugli artisti del Cinquecento, arte generativa e morphing, archivi e collage digitali di elementi decorativi grotteschi e d’ispirazione surrealista.

Nella Sala Ottagona vengono proiettate sulla cupola immagini astrologiche dedotte dal globo sostenuto dall’Atlante Farnese, eccezionale prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Svetonio, nella Vita di Nerone, ricorda che nella Domus Aurea il più memorabile salone per banchetti “era rotondo e ruotava su se stesso tutto il giorno, continuamente, come la terra”. Per evocare questa coenatio rotunda (che con ogni probabilità non si trovava presso il padiglione di colle Oppio e sulla cui esatta collocazione gli archeologi ancora discutono) è stata realizzata sulla volta della Sala Ottagona una proiezione ruotante di immagini astrologiche ispirate al globo del celebre Atlante Farnese. A questi si alterna la proiezione di una caduta di petali di rosa come descriveva Svetonio avvenisse durante i banchetti dell’imperatore. A orari stabiliti, il videomapping si dissolve mentre gli effetti di luce naturale dall’oculo centrale simulano il passaggio dal giorno alla notte. Solo pochi minuti, che consentiranno ai visitatori di apprezzare gli straordinari effetti diurni immaginati e realizzati dagli architetti di Nerone Severo e Celere.

Nel primo ambiente, si troveranno animali fantastici mezzi umani e mezzi vegetali, motivi fitomorfi, arpie e strumenti musicali, vasi con perline, palmette che sono tra i motivi decorativi che si rincorrevano nella Domus Aurea e che vengono scoperti da alcuni artisti presenti a Roma intorno all’anno 1480. Il visitatore stesso innesca questo racconto muovendo il proprio corpo, simulando il riverbero della fiamma delle torce, utilizzate all’epoca di Raffaello per illuminare gli ambienti sotterranei della Domus Aurea. Con un solo gesto la grottesca antica si trasforma, tramite morphing, in un motivo rinascimentale proprio di quegli artisti che per primi scoprirono un mondo di immagini fantastiche e sconosciute. Il secondo ambiente è dedicato allo studio e alla reinterpretazione delle grottesche da parte di Raffaello. Affiancato da allievi e da collaboratori, intorno alla metà del secondo decennio del Cinquecento, Raffaello realizzerà il primo vero studio sistematico di queste decorazioni parietali antiche, capace di consentirgli di riproporle organicamente come “decorazione globale” di ambienti appositamente progettati in chiave antiquaria. Fulcro spettacolare di questo nucleo (e grazie a un accordo del Parco archeologico del Colosseo con i Musei Vaticani) è la riproduzione multimediale della Stufetta del Bibbiena: il minuscolo bagno privato dell’appartamento cardinalizio realizzato nel 1516 su disegno di Raffaello. In ogni parete, le grottesche della Stufetta (non visibile al pubblico perché non rientrano nel percorso di visita dei Musei Vaticani) si ingrandiscono e rimpiccioliscono generando inediti effetti di scala e mettendo in evidenza i dettagli più significativi dell’intero ciclo decorativo. Nel terzo ambiente, un audio-racconto narra la memorabile scoperta del Laocoonte, il gruppo scultoreo rinvenuto nel 1506 in uno spazio sotterraneo, che si trovava nella stessa area del palazzo neroniano. In un videoloop le copie e le declinazioni nel tempo di questa scultura si susseguono in morphing sullo sfondo del calco in gesso del Laocoonte, prestito del museo di Palazzo Albani di Urbino che restituisce tutta l’imponenza dell’originale. Un gioco di luci ricrea poi la destinazione primaria di questo ambiente, decorato con una fontana a cascata.

Nel quarto ambiente, una consolle interattiva (metaforica finestra sul mondo) permette ai visitatori di ammirare ed esplorare molteplici luoghi, in Italia e in Europa, decorati a grottesca dal Cinquecento e fino all’Ottocento. Dalle Gallerie degli Uffizi, con i loro chilometrici affreschi capaci di variare all’infinito e di attualizzare i modelli archeologici romani, alla residenza del duca di Baviera Luigi X a Landshut, edificata a partire dal 1536 ed esemplata sul mantovano Palazzo Te; dal Peinador de la Reina, eretto intorno al 1537 per volere di Carlo V nell’Alhambra di Granada, fino alla Galleria di Francesco I a Fontainebleau (1532-1539 circa), assecondando gli estri del Rosso Fiorentino e di Primaticcio. Il quinto ambiente è dedicato alle declinazioni moderne delle grottesche, che hanno affascinato anche grandi artisti del Novecento, in particolare i principali esponenti del Surrealismo quali Victor Brauner, Salvador Dalì, Max Ernst, Joan Miró e Yves Tanguy. Una semisfera, contenente scenografie animate da esseri “mostruosi” anche creati da questi esponenti dell’arte moderna, consente ai visitatori di giocare e creare collage digitali onirici sempre nuovi. Ad arricchire l’esperienza è un progetto di design sonoro realizzato in sincronia con il progetto visivo e interattivo, sensibile anche al movimento e all’intensità del pubblico. Il sottofondo musicale si arricchisce di suoni e rumori che enfatizzano i contenuti e le caratteristiche architettoniche di ogni ambiente. Canti di muse e voci magiche accompagnano le videoproiezioni della volta celeste, mentre rumori cavernosi, riverberi, sussurri, gocciolii, echi lontani contribuiscono ad accrescere il potenziale evocativo del palazzo neroniano. Proiezioni video e suono si fondono così in un’affascinante performance di luci e ombre che ogni 30 minuti simula il passaggio tra giorno e notte, smaterializzando l’allestimento e rivelando la bellezza scenografica e la potenza architettonica della Sala Ottagona e degli spazi circostanti.

Alla mostra si accompagna il catalogo edito da Electa, che ripercorre la riscoperta della Domus Aurea e l’invenzione delle grottesche grazie allo straordinario impulso di Raffaello.

“La Domus Aurea”, commenta il ministro della cultura Dario Franceschini, “viene arricchita oggi da un intervento di architettura contemporanea, realizzato da Stefano Boeri, che dimostra come si possano fare interventi contemporanei di qualità che svolgono una funzione e si conciliano perfettamente con la tutela e la conservazione del patrimonio del passato. È un’altra grande occasione di arricchimento del nostro patrimonio culturale in un luogo simbolo per tutta Italia e per tutto il mondo. Fra poco più di un mese si aprirà il G20 dei ministri della cultura all’interno del Colosseo. Questo è un modo per dimostrare che l’Italia investe sul futuro anche sulla base della grandiosità di quello che hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduto. La Domus Aurea è un luogo stupendo, adesso dobbiamo renderlo stupendo anche fuori, c’è un problema che si chiama parco di Colle Oppio. Siamo pronti anche come Parco archeologico del Colosseo a prendere in gestione il parco di Colle Oppio all’interno del Parco archeologico del Colosseo perché sarebbe il modo di renderlo, come è giusto che sia, uno dei luoghi più collegati al Colosseo in tutto il suo splendore, non invece nel degrado che in alcune parti è davvero imbarazzante e mal si concilia con lo splendore della Domus Aurea e del Colosseo”.

“Dopo oltre 1 anno di chiusura riapriamo la Domus Aurea”, afferma Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo. “Grazie a fondi specifici del Ministero stiamo superando alcune criticità, come le infiltrazioni di acqua. Nel percorso si possono vedere elementi scultorei ed architettonici valorizzati dalla nuova illuminazione realizzata da Erco che ripropone gli espedienti usati dagli architetti neroniani per captare la luce anche nei punti più bui”.

Mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche Crediti: Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot.  Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot
Mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche. Crediti: Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot.  Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot


Mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche Crediti: Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot.  Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot
Mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche. Crediti: Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot.  Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot


Roma, Domus Aurea. Padiglione di Colle Oppio. Sala 53. Crediti: ©ph ERCO illuminazione
Roma, Domus Aurea. Padiglione di Colle Oppio. Sala 53. Crediti: ©ph ERCO illuminazione


Roma, Domus Aurea. Sala Ottagona allestita con la scultura dell’Atlante Farnese. Crediti: ©ph ERCO illuminazione
Roma, Sala Ottagona allestita con la scultura dell’Atlante Farnese. Domus Aurea. Crediti: ©ph ERCO illuminazione


Roma, Domus Aurea. Padiglione di Colle Oppio. Sala 45. Crediti: ©ph ERCO illuminazione
Roma, Domus Aurea. Padiglione di Colle Oppio. Sala 45. Crediti: ©ph ERCO illuminazione


Roma, Domus Aurea. Padiglione di colle Oppio. Grande Criptoportico 92. Crediti: ©ph ERCO illuminazione
Roma, Domus Aurea. Padiglione di colle Oppio. Grande Criptoportico 92. Crediti: ©ph ERCO illuminazione


Nuovo ingresso Domus Aurea, Roma. Stefano Boeri Architetti. Crediti:  ph. Lorenzo Masotto
Nuovo ingresso Domus Aurea, Roma. Stefano Boeri Architetti. Crediti: ph. Lorenzo Masotto

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraRaffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche
CittàRoma
SedeDomus Aurea
DateDal 23/06/2021 al 07/01/2022
CuratoriVincenzo Farinella, Alfonsina Russo, Stefano Borghini, Alessandro D’Alessio
TemiRoma, Arte antica, Raffaello Sanzio, Domus Aurea

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