A Villa Carlotta una grande mostra sui Bisi, dinastia di pittori tra Romanticismo e Risorgimento


Dal 20 settembre all’8 dicembre 2025 Villa Carlotta dedica una grande mostra alla famiglia Bisi, protagonisti della pittura ottocentesca in Lombardia. Oltre sessanta opere raccontano una dinastia che intrecciò rapporti con Manzoni, Hayez e i protagonisti del Risorgimento italiano.

Dal 20 settembre all’8 dicembre 2025 Villa Carlotta a Tremezzina (Como) dedica la stagione autunnale a una delle famiglie di artisti più note e prolifiche dell’Ottocento in Italia, i Bisi. La mostra, intitolata Ritratto di famiglia. I Bisi, una dinastia di artisti nella Lombardia romantica tra Manzoni, Hayez e la principessa Belgiojoso, rappresenta la prima occasione di studio e divulgazione organica dedicata a questa dinastia che, lungo cinque generazioni, ha saputo dialogare da protagonisti con i grandi della scena culturale europea e italiana. La direttrice di Villa Carlotta, Maria Angela Previtera, ha sottolineato come la scelta di aprire a settembre questa esposizione risponda anche all’intenzione di favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici sul Lago di Como, offrendo al pubblico proposte culturali di rilievo scientifico. Curata da Maria Cristina Brunati, Maria Angela Previtera e Sergio Rebora, con il coordinamento scientifico di Alberto Corvi, l’iniziativa valorizza anche le collezioni della villa. Tra queste spicca il grande dipinto di Giuseppe Bisi Veduta di Villa Sommariva, commissionato nel 1822 da Giovanni Battista Sommariva, storico proprietario della residenza.

Secondo la curatrice Maria Cristina Brunati, le ricerche condotte su fonti in gran parte inedite, conservate in archivi pubblici e privati, hanno permesso di ricostruire per la prima volta la vicenda collettiva di una famiglia che intrecciò il proprio destino con figure come Alessandro Manzoni, Francesco Hayez, Carlo Cattaneo e la principessa Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio. Sergio Rebora ha aggiunto come la mostra, insieme al volume che l’accompagna, restituisca al pubblico il percorso di una dinastia che lungo cinque generazioni si è misurata con la cultura figurativa italiana ed europea, diventando interlocutrice diretta dei protagonisti del tempo.

Il percorso espositivo raccoglie oltre sessanta dipinti provenienti da musei nazionali, istituzioni pubbliche e collezioni private. Tra i prestiti figurano opere dell’Accademia di Belle Arti di Brera, di Palazzo Montecitorio a Roma, del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, della Fondazione Brescia Musei e delle Residenze Reali Sabaude del Piemonte. La rassegna ripercorre l’evoluzione di un nucleo familiare che contribuì a rinnovare la pittura di paesaggio, la veduta prospettica e il ritratto, stabilendo rapporti di amicizia con protagonisti della società e della cultura del XIX secolo.

Villa Carlotta, museo e giardino botanico sul lago di Como a Tremezzina © Ente Villa Carlotta
Villa Carlotta, museo e giardino botanico sul lago di Como a Tremezzina © Ente Villa Carlotta
Villa Carlotta, museo e giardino botanico sul lago di Como a Tremezzina © Ente Villa Carlotta
Villa Carlotta, museo e giardino botanico sul lago di Como a Tremezzina © Ente Villa Carlotta
Villa Carlotta, museo e giardino botanico sul lago di Como a Tremezzina © Ente Villa Carlotta
Villa Carlotta, museo e giardino botanico sul lago di Como a Tremezzina © Ente Villa Carlotta

Grande rilievo è dato a Giuseppe Bisi (Genova, 1787 – Varese, 1826) e al nipote Luigi Bisi (Milano, 1814 – 1886) che per oltre quarant’anni dominarono la scena artistica milanese. Entrambi insegnarono all’Accademia di Brera, il primo nella cattedra di Paesaggio e il secondo in quella di Prospettiva, formando intere generazioni di allievi. A loro si affiancarono altri membri della famiglia, come Ernesta Legnani (Milano, 1788 – 1859), versatile ritrattista in miniatura e all’acquarello, Michele Bisi (Genova, 1788 – Milano, 1874), incisore, fratello di Michele, le pittrici Fulvia Bisi (Milano, 1818 – 1911) e Antonietta Bisi (Milano, 1813 – 1866), e il summenzionato Luigi, figlio di Michele, celebre per le vedute di interni.

Il percorso della mostra si articola in cinque sezioni. La prima, dedicata alla famiglia, ricorda come già nell’Ottocento i Bisi fossero un clan artistico di grande rilievo, legato anche per vincoli di parentela ad altri pittori affermati, tra i quali Giuseppe Bertini, professore a Brera dal 1860. Nel libro firme dei visitatori di Villa Carlotta, in data 11 ottobre 1844, troviamo l’indicazione del passaggio della “Famiglia Bisi” in visita a Tremezzo in compagnia del pittore Eliseo Sala. In quegli anni i diversi esponenti della famiglia sono già conosciuti e affermati artisti: Giuseppe e la moglie Ernesta Legnani, l’uno titolare della cattedra di Paesaggio a Brera e l’altra versatile ritrattista in miniatura e all’acquarello; il fratello di Giuseppe, Michele, apprezzato incisore; le figlie pittrici di Giuseppe ed Ernesta, Fulvia e Antonietta, l’una fedele all’esempio paterno e l’altra apprezzata soprattutto per i ritratti; e il figlio di Michele, Luigi Bisi, celebre per le sue vedute di interni, che di lì a poco avrebbe preso il posto di Francesco Durelli alla cattedra di Prospettiva di Brera. Nel corso dell’Ottocento il clan Bisi si accrescerà ulteriormente stringendo vicoli di parentela con altri artisti di successo tra i quali Giuseppe Bertini, dal 1860 professore di Pittura a Brera.

La seconda sezione racconta le relazioni coltivate nella Milano romantica. La casa dei Bisi fu un importante luogo di incontro, guidato dalla figura carismatica di Ernesta Legnani. Accanto al loro impegno nelle arti, negli anni della restaurazione, i componenti della famiglia Bisi si affermarono infatti tra i protagonisti di primo piano della Milano romantica, stringendo relazioni amicali con aristocratici, artisti, letterati, musicisti e cantanti d’opera illustri. Importante ritrovo culturale della Milano romantica, il salotto di Casa Bisi ruotava intorno alla carismatica figura di Ernesta. La padrona di casa, colta e amabile conversatrice, incarnava perfettamente il ruolo della salonnière d’età romantica, capace di intrattenere con abilità e discrezione i suoi ospiti. Notevole documento iconografico che testimonia le relazioni intessute dalla famiglia è il dipinto di Fulvia Bisi del 1838 Mattinata musicale in Casa Branca a Milano, utilizzato per la comunicazione della mostra, dove figurano Gaetano Donizetti al cembalo, Gioacchino Rossini che batte il tempo, Cirilla Cambiasi che canta e ancora Franz Liszt, Giuditta Pasta, Matilde Braca, Felice Romani, Carlo Coccia, il principe Giuseppe Poniatowski e i conti Belgiojoso.

La terza sezione è dedicata al sostegno alla causa risorgimentale. L’adesione della famiglia Bisi alle istanze risorgimentali trova ampia conferma nelle numerose “pericolose” amicizie intrattenute dai suoi componenti con personaggi allora compromessi politicamente. Tra questi figurano i nomi della pittrice Bianca Milesi, costretta ad abbandonare Milano per il suo coinvolgimento nei moti del 1821, della principessa Cristina Trivulzio, vicina alle istanze patriottiche delle “giardiniere” ambrosiane e lungamente perseguitata dalla polizia austriaca, e di Carlo Cattaneo, protagonista nel 1848 delle Cinque giornate di Milano e paladino del pensiero federalista. La famiglia Bisi fu inoltre in stretta relazione con alcuni eroi del Risorgimento, effigiati nei ritratti esposti in mostra dipinti da Antonietta Bisi: Enrico Dandolo, Emilio Morosini e Luciano Manara, caduti nel 1849 durante la difesa della Repubblica Romana, ed Emilio Dandolo, che in quell’impresa venne gravemente ferito.

La quarta sezione affronta il tema dei paesaggi. Attraverso i dipinti di Giuseppe Bisi e di sua figlia Fulvia è possibile ripercorrere l’evoluzione della pittura di paesaggio in Lombardia, dalla tradizione della veduta tardo neoclassica alla sperimentazione della pittura naturalista di fine Ottocento. Seguace del pittore di origine svizzera Gaetano Burcher, in gioventù Giuseppe Bisi osservò con attenzione anche altri vedutisti attivi a Milano all’inizio del secolo, tra cui Marco Gozzi, al cui stile si attiene fedelmente soprattutto agli esordi. Dal 1830 la sua pittura conosce una svolta in sintonia con le istanze della cultura romantica, diventando più attenta a una resa verosimile del dato naturale, studiato dal vero in luoghi riconoscibili, in prevalenza sul territorio lombardo ma anche nelle campagne intorno a Roma, sull’esempio di Massimo Taparelli d’Azeglio. Da quest’ultimo mutuerà il genere del ‘paesaggio istoriato’, cioè palcoscenico di articolate ed espressive scene narrative animate da personaggi in costume ispirate alla storia e alla letteratura del passato e del presente. Dagli anni quaranta dell’Ottocento anche Fulvia Bisi inizierà a esporre a Brera i suoi dipinti di paesaggio, inizialmente seguendo con fedeltà la linea tracciata dal padre ma poi allontanandosene per seguire i richiami della pittura verista. Oltre alle vedute dei laghi e di località lombarde frequentate con la famiglia, dopo il 1860 si dedicherà anche ai temi alpestri, nuove mete ambite dagli esponenti della abbiente borghesia urbana per le loro villeggiature. Presente per tutto il secolo sulla scena espositiva, Fulvia è considerata una delle più precoci e rappresentative pittrici di paesaggio italiane del suo tempo.

Giuseppe Bisi, Veduta di Villa Sommariva (1822; Tremezzina, Villa Carlotta) © Ente Villa Carlotta / Studio Aleph
Giuseppe Bisi, Veduta di Villa Sommariva (1822; Tremezzina, Villa Carlotta) © Ente Villa Carlotta / Studio Aleph
Giuseppe Bisi, Veduta di Bellagio (1837; Milano, Accademia di Belle Arti di Brera) © Accademia di Belle Arti di Brera, Milano / Simona Fiori
Giuseppe Bisi, Veduta di Bellagio (1837; Milano, Accademia di Belle Arti di Brera) © Accademia di Belle Arti di Brera, Milano / Simona Fiori
Giuseppe Bisi, Veduta del parco di Villa Longoni a Desio (1840-1850; Collezione privata) © Studio Aleph
Giuseppe Bisi, Veduta del parco di Villa Longoni a Desio (1840-1850; Collezione privata) © Studio Aleph
Giuseppe Bisi, Orlando e Rodomonte combattono alla presenza di Fiordiligi (1838; Brescia, Musei Civici) © Archivio Fotografico Musei Civici di Brescia / Fotostudio Rapuzzi
Giuseppe Bisi, Orlando e Rodomonte combattono alla presenza di Fiordiligi (1838; Brescia, Musei Civici) © Archivio Fotografico Musei Civici di Brescia / Fotostudio Rapuzzi
Luigi Bisi, Il tornacoro del Duomo di Milano (1850-1860; Collezione privata - su concessione di Quadreria dell'800, Milano) © Quadreria dell’800, Milano
Luigi Bisi, Il tornacoro del Duomo di Milano (1850-1860; Collezione privata - su concessione di Quadreria dell’800, Milano) © Quadreria dell’800, Milano
Luigi Bisi, Il coro della chiesa di Saint-Nicolas-de-Tolentin de Brou a Bourg-en-Bresse con i monumenti di Filiberto duca di Savoia, di Margherita d'Austria e di Margherita di Borbone (1846; Brescia, Musei Civici) © Archivio Fotografico Musei Civici di Brescia / Fotostudio Rapuzzi
Luigi Bisi, Il coro della chiesa di Saint-Nicolas-de-Tolentin de Brou a Bourg-en-Bresse con i monumenti di Filiberto duca di Savoia, di Margherita d’Austria e di Margherita di Borbone (1846; Brescia, Musei Civici) © Archivio Fotografico Musei Civici di Brescia / Fotostudio Rapuzzi
Fulvia Bisi, Mattinata musicale in Casa Branca a Milano (1838; Collezione privata) © Studio Aleph
Fulvia Bisi, Mattinata musicale in Casa Branca a Milano (1838; Collezione privata) © Studio Aleph

L’ultima sezione esplora le vedute prospettiche di Luigi Bisi, specialista negli interni architettonici. Allievo dell’Accademia di Brera, Luigi Bisi, figlio di Michele, si dedicò alla pittura specializzandosi in un genere particolare del vedutismo, quello degli interni prospettici di edifici storici. Esordisce giovanissimo e nel 1837, quando viene a mancare Giovanni Migliara, considerato a lungo il rappresentante più significativo di questo filone, prendendone il posto e conquistando la committenza lombarda e internazionale che, almeno fino agli anni cinquanta dell’Ottocento, si contenderà le sue opere a discapito di quelle di altri artisti. Il suo repertorio tematico comprende principalmente interni di chiese storiche milanesi: Sant’Ambrogio, Sant’Eustorgio, San Maurizio al Monastero Maggiore, l’abbazia di Viboldone e la Certosa di Pavia, oggetto degli studi eruditi degli esponenti della cultura romantica che valorizzano l’architettura e le arti medievali. Fulcro della ricerca di Luigi Bisi sarà soprattutto l’interno del Duomo di Milano, simbolo identitario della città anche in senso patriottico, studiato nei suoi dettagli in molteplici disegni e acquarelli e poi rievocato in composizioni a olio a volte di grande dimensione che ottengono uno straordinario successo di mercato. Non mancano inoltre gli interni solenni e un po’ misteriosi delle abbazie e dei monasteri gotici d’Oltralpe, connotati da una più stretta adesione al gusto Biedermeier.

Accanto all’esposizione, Villa Carlotta propone un ricco calendario di eventi, conferenze, attività didattiche e visite guidate, rivolte anche a scuole e pubblici fragili. È stato inoltre pubblicato un volume di studi corredato da un ampio apparato iconografico e saggi di studiosi come Chiara Battezzati, Alberto Corvi, Ilaria De Palma, Valter Rosa e Luca Tosi.

La mostra, sostenuta dal patrocinio e dal contributo di Regione Lombardia, sarà visitabile tutti i giorni con orari variabili a seconda del periodo. Fino al 19 ottobre il museo resterà aperto dalle 10 alle 19, dal 20 ottobre al 9 novembre dalle 10 alle 18, mentre nei fine settimana di fine novembre e nei giorni festivi di dicembre l’orario sarà dalle 10 alle 16. Nei giorni di chiusura sarà comunque possibile accedere su prenotazione.

Con questa iniziativa, Villa Carlotta non solo riscopre un capitolo importante della storia dell’arte italiana, ma restituisce visibilità a una dinastia di artisti che seppe muoversi tra cultura figurativa, impegno civile e relazioni internazionali, diventando specchio di un’epoca segnata dal Romanticismo e dal Risorgimento.

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraRitratto di famiglia. I Bisi, una dinastia di artisti nella Lombardia romantica tra Manzoni, Hayez e la principessa Belgiojoso
CittàTremezzina
SedeVilla Carlotta
DateDal 20/09/2025 al 08/12/2025
CuratoriSergio Rebora, Maria Angela Previtera, Cristina Brunati
TemiOttocento, Romanticismo, Risorgimento, Arte Moderna

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