Al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma è stato avviato il restauro del celebre Sarcofago degli Sposi. Simbolo identitario per eccellenza del Museo stesso, è profondamente legato al suo fondatore, Felice Barnabei, perché fu proprio lui ad acquistare per 4.000 lire quel mucchio di frammenti in terracotta – circa quattrocento pezzi – che oggi costituiscono un vero capolavoro dell’arte etrusca, risalente a circa 2.500 anni fa.
La scoperta avvenne infatti il 9 aprile 1881, nei pressi di Cerveteri, all’interno della tenuta del principe Francesco Ruspoli, detta “della Banditaccia”. In quell’occasione vennero ritrovati numerosi frammenti che, una volta ricomposti, diedero forma al Sarcofago degli Sposi: un’urna funeraria di grandi dimensioni, con una parte inferiore che richiama la forma di una kline, il letto su cui venivano deposte le ceneri dei defunti, e una parte superiore, ovvero un coperchio scolpito con le effigi di una coppia di coniugi ritratti semidistesi a un banchetto.
Oltre cento anni dopo il primo intervento di restauro, che permise di ricostruire l’opera a partire da centinaia di frammenti, e a più di cinquant’anni dall’ultimo intervento di manutenzione, il Sarcofago è ora al centro di una nuova campagna di studio. Il progetto prevede non solo il restauro, ma anche la realizzazione di un piano per la sua conservazione, cura e valorizzazione, reso possibile grazie a una convenzione con l’Istituto Centrale per il Restauro.
Alla presentazione del progetto che si è tenuta questa mattina erano presenti il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, la Direttrice del Museo, Luana Toniolo, il Direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro, Luigi Oliva, e il Presidente della Banca Popolare del Cassinate, Vincenzo Formisano.
La prima fase di questo intervento di conservazione e restauro, già avviata, in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro, sta permettendo di definire i metodi, i materiali e i tempi necessari per l’intero lavoro, reso possibile grazie al sostegno di un mecenate privato. Per condividere con il pubblico questo delicato momento del percorso conservativo, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ha deciso di aprire eccezionalmente le porte del laboratorio di restauro due volte alla settimana: ogni martedì e giovedì, dalle 10 alle 13, i visitatori potranno osservare da vicino i restauratori al lavoro.
Il cantiere di restauro è caratterizzato da un approccio che mira al rispetto dei materiali costitutivi e dei restauri storicizzati e permetterà di sperimentare le tecniche e le metodologie di intervento, nonché i materiali più idonei e compatibili con la complessa condizione del manufatto. Per il direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro, Luigi Oliva, “il Sarcofago degli Sposi è uno dei capolavori assoluti dell’arte alla cui cura e manutenzione l’ICR collabora da anni, sperimentando le tecnologie di restauro più innovative e rispettose del suo inestimabile valore storico e artistico in piena sinergia con il personale del Museo”.
“Siamo felici di presentare questo primo intervento di restauro sulla porzione di sarcofago selezionata e corrispondente alle gambe dei due sposi”, ha affermato la direttrice del Museo, Luana Toniolo. “Sarà un ’restauro aperto’ sotto gli occhi del pubblico che potrà assistere in diretta alle operazioni in un apposito laboratorio dotato di tutte le attrezzature necessarie alla realizzazione dell’intervento. Un restauro frutto di un lungo percorso di studio e riflessione, che combina l’utilizzo di tecnologie digitali e analisi e che garantirà una nuova lettura di uno dei più grandi capolavori dell’antichità”.
“Con grande piacere oggi comunichiamo l’avvio di una importante attività di restauro su uno dei capolavori dell’arte antica quale è il Sarcofago degli Sposi, noto in tutto il mondo. Motivo di orgoglio è anche la sinergia messa in campo dagli Istituti del Ministero della cultura, in particolare l’Istituto centrale per il restauro e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, che hanno unito le proprie competenze e obiettivi per raggiungere un risultato fondamentale nel settore della tutela e della valorizzazione”, ha dichiarato Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la Valorizzazione del patrimonio culturale. “Non da ultimo il mecenatismo attuato in questa circostanza dimostra l’impegno concreto anche della partnership privata nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, consentendo anche un’opportunità di avvicinamento del pubblico al lavoro dietro le quinte”.
“I nostri musei non sono più soltanto luoghi di esposizione”, ha commentato Massimo Osanna, Direttore generale Musei, “ma spazi vivi in cui ricerca, conservazione e fruizione si intrecciano in modo sempre più consapevole e integrato. In questa prospettiva, il restauro del Sarcofago degli Sposi rappresenta un’occasione preziosa per approfondire la storia e la biografia di un’opera emblematica del nostro patrimonio. A rendere possibile questo intervento è stato il sostegno concreto di un mecenate, grazie allo strumento dell’Art Bonus, che continua a rappresentare un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, capace di generare valore e qualità. Apprezzabile ed efficace la scelta del Museo di aprire al pubblico il laboratorio di restauro, per condividere quel lavoro di indagine e cura che solitamente si svolge dietro le quinte. Una scelta che mette in evidenza il ruolo fondamentale dei restauratori e di tutti i professionisti che contribuiscono alla conoscenza, alla conservazione e alla valorizzazione e promozione del nostro patrimonio. Senza il loro apporto, le opere rischiano di restare mute: grazie al loro intervento possono invece raccontarsi, diventando comprensibili e accessibili a tutti i pubblici”.
“È con grande orgoglio ed emozione che oggi annunciamo la collaborazione tra la Banca Popolare del Cassinate e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia per il restauro di una delle opere più celebri dell’arte etrusca. Un’opera iconica, famosissima e amata, che vogliamo contribuire a restituire al suo splendore, per renderla nuovamente fruibile al pubblico. Con questa iniziativa la nostra banca vuole ribadire ancora una volta l’impegno a favore della cultura e dell’arte, prima vera ricchezza su cui è necessario investire per garantire la tutela e la valorizzazione”, ha commentato il Presidente della Banca Popolare del Cassinate, Vincenzo Formisano, mecenate di questo importante restauro.