Genova accoglie una mostra dedicata a uno dei grandi protagonisti del Manierismo italiano, Giulio Romano (Giulio Pippi de’ Iannuzzi; Roma, 1499 – Mantova, 1546). Dal 20 settembre 2025 al 17 gennaio 2026, l’Accademia Ligustica di Belle Arti promuove infatti un progetto espositivo e scientifico intitolato Giulio Romano, allievo di Raffaello a Genova – La lapidazione di Santo Stefano di Giulio Pippi, che coinvolge le principali istituzioni culturali cittadine insieme a partner nazionali ed esteri, e ruota attorno alla pala d’altare raffigurante La Lapidazione di Santo Stefano, capolavoro realizzato da Giulio Romano, conservato nell’abbazia di Santo Stefano, a pochi passi dal Palazzo dell’Accademia.
Il progetto mira a restituire la giusta centralità a un’opera che rappresenta uno degli esempi più significativi della pittura rinascimentale di area romana presenti in Liguria. Realizzata intorno al 1521, la pala si distingue per monumentalità e qualità compositiva e venne commissionata a Giulio Romano da monsignor Giovan Matteo Giberti, preposto della Commenda di Santo Stefano e segretario di papa Leone X. A rendere l’evento rilevante sarà la possibilità di vedere, per la prima volta dopo oltre cinque secoli, il dipinto esposto accanto al suo cartone preparatorio, custodito nei depositi della Pinacoteca Vaticana e raramente concesso in prestito a causa della sua fragilità e delle grandi dimensioni.
Il cartone, eseguito a matita e carboncino su più fogli di carta incollati su tela, misura 418 per 285 centimetri e costituisce un documento prezioso per la comprensione del processo creativo dell’artista. Non è escluso che Raffaello, maestro di Giulio Romano, abbia supervisionato la fase ideativa e contribuito a definire alcuni passaggi del disegno. E per il suo valore storico-artistico, il prestito concesso dai Musei Vaticani rappresenta una circostanza eccezionale. La direttrice Barbara Jatta e il curatore Fabrizio Biferali hanno accolto con favore la proposta genovese, riconoscendone il carattere scientifico e didattico, e hanno espresso disponibilità a collaborare alla pubblicazione di uno studio monografico che sarà realizzato al termine della mostra.
Il progetto non si limita alla sola esposizione. In preparazione all’evento, la pala conservata nell’abbazia è stata sottoposta infatti a un importante intervento di restauro e a indagini diagnostiche. Sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Liguria, la restauratrice Valentina Tonini ha seguito la fase di pulitura e conservazione, mentre il Dipartimento DIRAAS dell’Università di Genova ha condotto indagini riflettografiche nell’infrarosso con l’ausilio della camera Osiris. Le analisi hanno consentito di individuare il disegno sottostante alla superficie pittorica, permettendo un confronto diretto con il cartone vaticano e offrendo risultati inediti che saranno presentati al pubblico durante la mostra.
La ricerca scientifica si arricchirà inoltre grazie al confronto con altre opere preparatorie e derivate. Dal Royal Collection Trust di Windsor giungerà un raro disegno autografo di Giulio Romano che raffigura uno dei carnefici del martire, elemento poi escluso dalla versione definitiva. Dal Louvre arriveranno tre opere di grande rilievo: un disegno preparatorio di Giulio Romano, un recto-verso di Giulio Benso dedicato alla Lapidazione di Santo Stefano e un ulteriore disegno di scuola romana e umbra che riproduce la pala. La concessione è stata approvata dalla direttrice Laurence des Cars con il sostegno del responsabile del Cabinet des dessins, Xavier Salmon.
La mostra includerà anche una replica in scala 1:1 della pala, realizzata con tecniche digitali avanzate da Factum Arte di Madrid, società internazionale specializzata nella produzione di facsimili ad altissima fedeltà. La presenza di questo lavoro all’Accademia (l’opera di Giulio Romano rimarrà infatti in sede) consentirà agli studiosi di condurre ulteriori analisi e al pubblico di comprendere in maniera più diretta la complessità del processo creativo di Giulio Romano. La collaborazione con Factum Arte, già attiva su progetti di rilievo legati a Palazzo Te di Mantova, crea inoltre un legame ideale tra Genova e le architetture commissionate all’artista da Federico II Gonzaga cinquecento anni fa.
Il percorso espositivo comprenderà anche materiali che testimoniano la fortuna della pala nei secoli successivi. Tra essi figurano le repliche eseguite da Bernardo Castello nel 1581 e nel 1619, rispettivamente conservate nella chiesa di San Giorgio dei Genovesi e nel Museo Diocesano di Palermo. Tali opere dimostrano la diffusione del modello figurativo elaborato da Giulio Romano e la sua influenza sulla pittura di area genovese e siciliana. Ulteriori confronti saranno possibili grazie a disegni custoditi all’École des Beaux-Arts di Parigi, che documentano varianti compositive scartate dall’artista nella stesura definitiva.
Il comitato scientifico della mostra è composto da studiosi e professionisti di rilievo: Giulio Sommariva, conservatore del Museo dell’Accademia Ligustica; Filippo Biolé, presidente dell’Accademia; Maria Clelia Galassi, storica dell’arte già ordinaria all’Università di Genova; Cristina Bartolini, dirigente del Ministero della Cultura; Caterina Olcese e Rossana Vitiello della Soprintendenza ligure; Grazia Di Natale dell’Arcidiocesi di Genova; Fabrizio Biferali e Chiara Fornaciari da Passano dei Musei Vaticani. Le istituzioni coinvolte includono i Musei Vaticani, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Liguria, il Dipartimento DIRAAS dell’Università di Genova e l’Arcidiocesi di Genova.
L’inaugurazione, prevista per il 19 settembre 2025 alle ore 17, si terrà alla presenza delle autorità cittadine e regionali, tra cui la sindaca Silvia Salis, l’assessore alla cultura Giacomo Montanari, il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e l’assessora Simona Ferro. Saranno presenti anche il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino e rappresentanti dei musei partner, tra cui Fabrizio Biferali e Chiara Fornaciari da Passano dei Musei Vaticani e Federica Mancini del Musée du Louvre.
La mostra sarà accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo monografico che raccoglierà i risultati delle indagini condotte e offrirà un’analisi approfondita della pala, della sua storia e della sua fortuna. Saranno ricostruite le circostanze della commissione, i modelli iconografici di riferimento e le vicende che portarono l’opera ad attraversare secoli di storia, dalle spoliazioni napoleoniche al ritorno a Genova dopo il Congresso di Vienna, fino ai danni subiti durante la Seconda guerra mondiale.
Il progetto dell’Accademia Ligustica si inserisce nel più ampio obiettivo di rafforzare il ruolo dell’istituzione come centro di alta formazione e di ricerca. Dopo la recente statizzazione, l’Accademia intende avviare un ciclo di iniziative scientifiche periodiche dedicate a singole opere o artisti, con l’intento di coniugare didattica, valorizzazione e divulgazione. In questo quadro, l’iniziativa dedicata a Giulio Romano rappresenta, fa sapere l’Accademia, un modello che potrà essere replicato in futuro, consolidando il legame tra il mondo universitario e quello museale.
La presenza simultanea del dipinto, del cartone preparatorio e dei materiali collegati offre pertanto una prospettiva inedita sulla genesi del capolavoro, consentendo agli studiosi di approfondire il metodo creativo di Giulio Romano e al pubblico di apprezzarne la complessità. La mostra diventa così non solo un’occasione di grande valore per Genova e per la Liguria, ma anche un momento di rilievo internazionale per la ricerca storico-artistica e per la comprensione di uno dei più brillanti allievi di Raffaello.
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