Dopo mesi di interventi, si sono conclusi i lavori di restauro alla Cappella Del Giglio-Neri, ambiente di rilevanza storico-artistica situato nel complesso di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, nel centro di Borgo Pinti a Restaurata la Cappella Del Giglio-Neri nella chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi a Firenze. Il progetto, condotto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, è stato interamente finanziato dal Ministero della Cultura. La cappella, che si trova immediatamente sulla destra rispetto all’ingresso principale del complesso, torna oggi accessibile al pubblico nella sua configurazione originale, così come voluta dall’ultima famiglia patronale, i Neri.
La restituzione ufficiale alla città è avvenuta martedì 1° luglio, alle ore 18:00, alla presenza dei rappresentanti della Soprintendenza, del clero e della ditta esecutrice. L’intervento ha interessato in particolare gli apparati decorativi interni, riportando alla luce gli affreschi eseguiti da Bernardino Poccetti, al secolo Bernardo Barbatelli, artista attivo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, incaricato della decorazione della cappella a partire dal 1598. Il ciclo pittorico è articolato in tre nuclei principali: l’Incoronazione di Maria, le storie di San Bernardo di Chiaravalle, fondatore dell’ordine cistercense, e quelle di Filippo Neri, raffigurato prima ancora della sua canonizzazione, avvenuta nel 1622.
La pala d’altare, raffigurante i santi Achilleo e Nereo, opera di Domenico Cresti detto il Passignano, occupa lo spazio precedentemente destinato a un’opera di Cosimo Rosselli, successivamente trasferita in chiesa. Alle pareti della scarsella compaiono inoltre altre immagini legate ai due santi titolari. Il punto culminante del progetto figurativo, e dell’intero impianto decorativo, si trova nella cupola, dove Bernardino Poccetti ha raffigurato una vivace scena dell’Incoronazione di Maria circondata da una moltitudine di santi festanti.
Il complesso architettonico della chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, cui la Cappella Del Giglio-Neri appartiene, fu progettato da Giuliano da Sangallo negli ultimi decenni del Quattrocento. Caratterizzato da un quadriportico che precede l’ingresso della chiesa, rappresenta uno dei luoghi di culto più importanti della città rinascimentale. Oggi la proprietà è in capo al FEC – Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, mentre l’officiatura è affidata alla Congregazione dei Padri Agostiniani dell’Assunzione, presenti stabilmente nel complesso.
In occasione delle aperture straordinarie organizzate nei mesi scorsi, durante la fase di restauro, è stato possibile per il pubblico accedere al cantiere e osservare da vicino gli affreschi e le operazioni di recupero. Tali visite hanno presentato una prospettiva inedita sulla struttura e sui suoi elementi decorativi. Inoltre, a partire dal 12 luglio, e con un ulteriore calendario previsto per settembre, saranno organizzate nuove visite guidate curate dal personale della Soprintendenza in collaborazione con la ditta esecutrice dei lavori, Techne Srl.
Alla cerimonia di restituzione sono intervenuti l’architetta Antonella Ranaldi, Soprintendente ABAP per Firenze, Pistoia e Prato, padre Giuliano Riccadonna, Rettore degli Agostiniani Assunzionisti, e i titolari della ditta Techne, Isabella Gubbini e Marco Marchetti, responsabili dell’esecuzione degli interventi. Presenti anche i funzionari della Soprintendenza coinvolti nelle diverse fasi del cantiere.
La soprintendente Antonella Ranaldi dichiara: “Firenze riserva capolavori poco conosciuti e quasi dimenticati. Tra questi, la Cappella Del Giglio-Neri nel complesso di Santa Maria Maddalene de’ Pazzi, ora restaurata dalla Soprintendenza e riaperta al pubblisuperfice, in gran parte eseguiti da Bernardino Poccettiivo delle superfici interne con gli affreschi estesi su 400 mq di superfice, in gran parte eseguiti da Bernardino Poccetti alla fine del Cinquecento. Si può ora apprezzare al meglio l’insieme animato da figure di santi, che culmina nella cupola con l’Incoronazione di Maria, circondata da una moltitudine di santi in festa. Rispetto alle rappresentazioni agiografiche della controriforma dove si rappresentavano spesso scene di martirio qui diversamente il soggetto è festoso e leggero. Una sorpresa e una gioia per gli occhi. Il cantiere di restauro è stato aperto al pubblico durante i lavori e tra luglio e settembre verranno effettuate visite guidate condotte dalla Soprintendenza”.
Il lavoro sarà oggetto di uno studio monografico con approfondimenti storici, tecnici e iconografici, pubblicato all’interno della collana Tutela e Restauro, il notiziario redatto dalla Soprintendenza fiorentina e destinato a documentare le attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio. In questo modo si intende offrire anche un contributo scientifico alla conoscenza della cappella e del suo ruolo all’interno dell’intero complesso architettonico, nonché un’occasione per ripercorrere le fasi storiche della committenza artistica da parte della famiglia Neri. L’intervento ha dunque restituito leggibilità e coerenza a un ciclo decorativo complesso, elaborato in un momento di passaggio tra la Controriforma e l’incipiente barocco, in cui le esigenze devozionali e quelle celebrative della famiglia patronale trovano un punto di equilibrio nell’intensa narrazione pittorica voluta dal Poccetti.
L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia
Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.