Papa Leone XIV cita Van Gogh durante la sua prima udienza generale


Papa Leone XIV, durante la sua prima udienza generale, mercoledì 21 maggio, ha citato Van Gogh e un suo capolavoro, Il seminatore al tramonto. Ecco perché.

Papa Leone XIV cita Vincent van Gogh nella sua prima udienza: è con un riferimento al Seminatore al tramonto, capolavoro del 1888 conservato al Museo Kröller-Müller di Otterlo, nei Paesi Bassi (è stato esposto di recente in Italia alla mostra su Van Gogh a Roma e a quella di Trieste) che il papa statunitense, al secolo Robert Francis Prevost, ha concluso, l’altro ieri, mercoledì 21 maggio, la sua prima udienza generale, in piazza San Pietro, durante la quale il nuovo pontefice ha ripreso il ciclo di catechesi giubilari sul tema “Gesù Cristo Nostra Speranza iniziate da papa Francesco”.

Argomento dell’udienza è stata la parabola del seminatore (Vangelo di Matteo), presentata da Leone XIV come una chiave per comprendere il modo in cui Gesù comunica, e come agisce la parola di Dio nella vita delle persone. Il seminatore, che getta il seme senza fare distinzioni tra i terreni, rappresenta l’amore generoso e gratuito di Dio, che offre la sua parola a tutti, indipendentemente dalle condizioni del “terreno” (cioè il cuore umano, il mondo, la Chiesa). Il seme è invece la parola di Dio, ma anche Gesù stesso, che per dare frutto deve “morire” come il seme nella terra. La parabola invita a sperare: anche quando la vita sembra arida o inospitale, Dio continua a seminare con fiducia, aspettando che prima o poi nasca qualcosa di buono.

Vincent van Gogh, Il seminatore al tramonto (Arles, 17-28 giugno 1888 circa; olio su tela, 64,2 × 80,3 cm; Ottrlo, Kröller-Müller Museum; F422 | JH1470 - KM 106.399)
Vincent van Gogh, Il seminatore al tramonto (Arles, 17-28 giugno 1888 circa; olio su tela, 64,2 × 80,3 cm; Ottrlo, Kröller-Müller Museum; F422 | JH1470 - KM 106.399)
Papa Leone XIV all'udienza generale del 21 maggio 2025
Papa Leone XIV all’udienza generale del 21 maggio 2025

L’immagine del quadro di Van Gogh, “Il seminatore al tramonto”, è stata usata da Leone XIV per rafforzare questo messaggio di speranza e fiducia nell’opera misteriosa di Dio. “Ho in mente quel bellissimo dipinto di Van Gogh: Il seminatore al tramonto”, ha detto il pontefice. “Quell’immagine del seminatore sotto il sole cocente mi parla anche della fatica del contadino. E mi colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh ha rappresentato il grano già maturo. Mi sembra proprio un’immagine di speranza: in un modo o nell’altro, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così. Al centro della scena, però, non c’è il seminatore, che sta di lato, ma tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante. È il sole che scalda le zolle della terra e fa maturare il seme”.

Il Seminatore al tramonto è una delle opere più celebri di Van Gogh: l’artista la realizzò nel giugno del 1888 in Provenza, ispirandosi alle opere di analogo soggetto di Jean-François Millet. Conosciamo la datazione dell’opera perché è lo stesso artista, in una lettera al fratello Theo, a fare riferimento al dipinto: “Ho avuto una settimana di lavoro intenso e senza fiato nei campi di grano in pieno sole. Ne sono risultati degli studi di grano, dei paesaggi e lo schizzo di un seminatore. Su un campo arato c’è una lunga striscia di zolle di terra viola e sull’orizzonte si staglia un seminatore bianco e azzurro. Nella linea dell’orizzonte del campo, grano maturo corto. Su tutto ciò, cielo giallo con sole giallo. Dalla semplice nomenclatura di queste tonalità, puoi vedere che il colore ha una parte molto importante in questa composizione”.

Il dipinto raffigura un contadino che semina in un campo arato, illuminato da un sole al tramonto. Il seminatore avanza verso destra, spargendo i semi con la mano destra, mentre con la sinistra tiene un sacco sulle spalle. Indossa abiti da lavoro e un cappello che lo protegge dal sole. Il terreno è coperto da zolle, e alcuni uccelli si avvicinano per nutrirsi dei semi appena caduti. Sul fondo, si intravedono spighe dorate non ancora mietute, alberi e una piccola casa. Al centro, un grande sole illumina di giallo l’intera scena. Van Gogh attribuiva un profondo significato simbolico al seminatore: sono note infatti più di 30 sue opere, tra dipinti e disegni, su questa figura. L’artista olandese vedeva il seminatore come una figura che rappresenta la fatica dell’artista e la speranza nella vita: addirittura, in un dipinto che raffigura un seminatore conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam, il sole viene messo alle spalle della figura del contadino, quasi fosse l’aureola di un santo. È lo stesso Van Gogh ad attribuire un significato quasi mistico alla figura del seminatore, dal momento che, sempre nelle sue lettere, si può rivenire un’opposizione tra il contadino che falcia (che a Van Gogh suggerisce un’idea di morte) e il seminatore che è invece associato alla vita.

Il gesto del seminare simboleggia la diffusione della vita e della speranza, mentre il sole al tramonto rappresenta la luce divina che guida e illumina il lavoro umano. Il lavoro del contadino veniva poi considerato da Van Gogh come un’allegoria dei cicli della vita, della ripetizione dei mesi e delle stagioni, e dunque un simbolo dell’eternità della vita. Ma non è tutto. “Nella parabola evangelica”, ha scritto, su Avvenire, Andrea Dall’Asta, direttore del Museo San Fedele di Milano, “colpisce la fiducia del seminatore che getta il seme malgrado sia consapevole che molta semente andrà perduta in terreni inadatti. Tuttavia, egli è animato dalla fiducia che il seme caduto nella buona terra porti molto frutto. Nella tela di van Gogh, all’orizzonte il grano è già maturo. È come se il pittore rappresentasse il desiderio del contadino di vedere il frutto del proprio lavoro, quando ancora sta seminando e mentre cala la sera. Quel grano dorato è una promessa. La fiducia nella fecondità della vita sembra prevalere, anche quando le luci vengono meno e il sole appare spegnersi all’orizzonte. Nella tela di van Gogh, il sacro è calato nel quotidiano: il gesto di un contadino si fa inno alla vita”.


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