Al Museo di Capodimonte le ceramiche di Bertozzi & Casoni dialogano con la collezione permanente

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Il Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli accoglie fino al 26 aprile 2026 la mostra Bertozzi & Casoni. Metamorfosi, a cura di Eike Schmidt e Diego Galizzi. L’esposizione si articola negli ambienti degli Appartamenti Reali al primo piano del Museo, estendendosi dal Salottino Pompeiano fino al Salone delle Feste.

Protagonisti della scultura contemporanea, Bertozzi & Casoni (Giampaolo Bertozzi, 1957 – Stefano Dal Monte Casoni, 1961–2023) avviarono il loro percorso artistico prendendo ispirazione dalla storica mostra Civiltà del Settecento, allestita nel 1980 proprio al Museo di Capodimonte. A più di quarant’anni da quel primo incontro decisivo con i capolavori dell’arte napoletana del Settecento, l’arte di Bertozzi & Casoni torna a Capodimonte con Metamorfosi, una mostra che riunisce circa venti opere tra prestiti da collezioni private e lavori inediti realizzati appositamente per questa occasione. Tra questi spiccano Rocco (2025), scelto come immagine guida della mostra e collocato nel Salottino Pompeiano ad apertura del percorso, e il Fenicottero degli stracci (2025), reinterpretazione in ceramica policroma della celebre Venere di Michelangelo Pistoletto.

Il progetto espositivo ruota attorno al concetto di metamorfosi, inteso sia come trasformazione iconografica dei soggetti sia come mutamento fisico della materia che, sottoposta ad alte temperature, attraversa vari stadi di cambiamento, dando origine a risultati sorprendenti e destabilizzanti. Ne emerge uno straordinario iperrealismo, arricchito da suggestioni surreali e da una marcata ironia, evidente ad esempio in Chicco House (2005), collocata al centro della Sala della Culla. Qui una casetta giocattolo dai colori accesi, popolata da scimmiette irrequiete e circondata da avanzi di cibo e oggetti, tra cui un pacchetto di sigarette, genera un contrasto visivo che intreccia l’immaginario infantile con riferimenti al mondo adulto.

All’interno della mostra, le opere del duo instaurano un dialogo complesso con arredi, oggetti e opere dell’Appartamento Storico, creando accostamenti inattesi e offrendo al pubblico l’occasione di approfondire una riflessione critica sulla porcellana come medium espressivo contemporaneo.

L’imprevedibile nella ricerca di Bertozzi & Casoni emerge in lavori come Sparecchiatura (2025), Grand Hotel (2025) e Vassoio (2005), caratterizzati dall’accumulo di materiali eterogenei, così come nelle zolle di terra piene di scarti di Disgrazia con orchidea rosa (2012) e nella grande installazione Madonna scheletrita (2008), collocata al centro della sala 37. Nella sala 34 è invece presentata La morte dell’Eros (2000–2023): un grande fauno sospeso al soffitto, chiaro richiamo alla tradizione classica ampiamente rappresentata nelle collezioni storiche del Museo.

Il percorso espositivo continua al secondo piano con Grottesca (2013), allestita nella sala 93 accanto a due eccezionali esempi della ceroplastica meridionale: la Testa decollata (seconda metà del XVIII secolo), con capelli naturali e occhi in vetro, e la Figura femminile in decomposizione o Vanitas (ultimo quarto del XVII – inizi XVIII secolo). In questo universo visivo, la ceramica diventa uno spazio privilegiato di sperimentazione, assottigliando i confini tra prezioso e degradato, ordine e disordine, bellezza e stranezza.

La mostra è accompagnata da un catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale.

"Celebriamo con questo percorso originalissimo, che ci accompagnerà negli appartamenti reali fino ad aprile, il legame straordinario di Bertozzi & Casoni con il Museo di Capodimonte, alle radici di una attività artistica di livello internazionale ispirata proprio nel 1980 da un viaggio a Napoli di due ragazzi talentuosi e dalla visita alla celebre mostra Civiltà del Settecento. E forse non poteva essere diversamente perchè i due geniali artisti, formatisi nella celebre scuola faentina, in oltre 40 anni di lavoro apprezzato in tutto il mondo, hanno compiuto una missione che proprio Napoli con la storia della sua porcellana gli aveva suggerito: riportare la scultura in ceramica al centro della scena artistica contemporanea con la sua dignità e complessità anche tecnica", ha dichiarato il direttore del Museo di Capodimonte Eike Schmidt. “Napoli e la sua real Fabbrica di Capodimonte, Faenza città della ceramica, si incontrano quindi felicemente in questa ‘Metamorfosi’, una mostra che stupirà e stimolerà l’immaginario dei nostri visitatori come solo le vere opere d’arte sanno fare”.