Tiepolo e Pellegrini: la luce veneziana in mostra a Casa Museo Zani di Brescia


Dal 12 dicembre 2025 al 6 aprile 2026, Casa Museo Zani a Brescia ospita un’esposizione dedicata a Giovanni Antonio Pellegrini e Giambattista Tiepolo, due protagonisti della pittura veneziana del Settecento, con opere restaurate e provenienti da collezioni italiane.

Casa Museo Zani a Brescia apre le proprie porte dal 12 dicembre 2025 al 6 aprile 2026 per un’esposizione che mette a fuoco il ruolo della luce nella pittura veneziana del Settecento, attraverso il confronto tra Giovanni Antonio Pellegrini (Venezia, 1675 - 1741) e Giambattista Tiepolo (Venezia, 1696 - Madrid, 1770). La mostra, Tiepolo e Pellegrini. La luce nella pittura veneziana del Settecento, allestita come dossier, raccoglie tre grandi tele di entrambi gli artisti, provenienti da collezioni pubbliche e private e presentate dopo accurati interventi di restauro. Dalla Cappella del Santissimo Sacramento nella chiesa di Sant’Agata a Brescia arrivano a Casa Museo Zani i due ovali di Pellegrini, Elia e l’Angelo e Davide riceve i pani da Achimelech, databili intorno al 1724. In esposizione anche Il Giudizio finale realizzato da Tiepolo negli anni Quaranta del Settecento proviene dalla collezione Intesa Sanpaolo. Per la prima volta dopo il restauro sostenuto dalla Fondazione Paolo e Carolina Zani, le opere mostrano l’intensità della loro composizione e la brillantezza cromatica originale. La pittura di Pellegrini, formatosi tra la Venezia di Sebastiano Ricci e la Roma di Baciccia e Luca Giordano, si caratterizza per pennellate leggere, vibranti di effetti luminosi e talvolta impalpabili. Tali caratteristiche influenzarono non solo la cognata Rosalba Carriera, ma anche numerosi pittori inglesi e francesi del Settecento.

Le due tele, uniche commissioni accertate in territorio bresciano, si pongono in netto contrasto con la Pala della cappella del Santissimo Sacramento di Antonio Balestra, improntata a un classicismo più severo. Prima del restauro, entrambe presentavano alterazioni cromatiche dovute a vernici Dammar ingiallite e depositi di impurità, che rendevano poco leggibili i soggetti. Lo studio Casella di Brescia ha eseguito un intervento di manutenzione volto a restituire la brillantezza dei colori originali, con pulitura della superficie pittorica, innesti di tela per lacune, stuccature e temperine testurizzanti per ricreare la texture pittorica e procedere all’integrazione cromatica nel rispetto dell’originalità dei dipinti. I temi scelti da Pellegrini sono tratti dall’Antico Testamento e rappresentano prefigurazioni del sacrificio eucaristico cristologico. Nell’ovale Elia e l’Angelo, l’episodio narrativo mostra il profeta sfamato nel deserto da un angelo, mentre nell’altro ovale, spesso confuso con l’incontro tra Abramo e Melchisedek, è il re Davide a ricevere due pani consacrati da Achimelech.

iambattista Tiepolo, Il giudizio finale (Ante 1747; olio su tela, 146 x 200 cm; Collezione Intesa Sanpaolo) Crediti fotografici: Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Valter Maino, Vicenza
Giambattista Tiepolo, Il giudizio finale (Ante 1747; olio su tela, 146 x 200 cm; Collezione Intesa Sanpaolo) Foto: Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Valter Maino, Vicenza
Giovanni Antonio Pellegrini, Elia e l’Angelo (Olio su tela, 171 x 124,5 cm; Brescia, Chiesa di Sant’Agata) Crediti fotografici: Fotostudio Rapuzzi, Brescia 
Giovanni Antonio Pellegrini, Elia e l’Angelo (Olio su tela, 171 x 124,5 cm; Brescia, Chiesa di Sant’Agata) Foto: Fotostudio Rapuzzi, Brescia
Giovanni Antonio Pellegrini, Davide riceve i pani da Achimelech (Olio su tela, 171 x 124 cm; Brescia, Chiesa di Sant’Agata) Crediti fotografici: Fotostudio Rapuzzi, Brescia 
Giovanni Antonio Pellegrini, Davide riceve i pani da Achimelech (Olio su tela, 171 x 124 cm; Brescia, Chiesa di Sant’Agata) Foto: Fotostudio Rapuzzi, Brescia 

Il percorso espositivo prosegue con Giambattista Tiepolo, ultimo grande interprete della decorazione monumentale europea, il cui lavoro si inserisce in un nucleo di pittura veneziana del Settecento presente a Casa Museo Zani, comprendente ventitré tele tra cui Canaletto, Marieschi, Bellotto, Guardi e Longhi. In mostra sono esposti Il Giudizio Finale, proveniente dalla collezione Intesa Sanpaolo, e Bacco e Arianna della Collezione Zani. Entrambe le opere costituiscono bozzetti preparatori per cicli di affreschi oggi perduti o mai realizzati, e illustrano la metodologia di Tiepolo nel concepire grandi composizioni da soffitto per palazzi di Venezia, Milano, Würzburg e Madrid. Il Giudizio Finale, databile alla metà degli anni Quaranta del Settecento, rappresenta un progetto di decorazione di soffitto mai completato. La scena si sviluppa in una doppia sfera, divina e umana, dove la luce gioca un ruolo fondamentale: toni luminosi caratterizzano la parte superiore del cielo, mentre neri e scuri delineano l’inferno, popolato da demoni, serpenti e figure umane straziate, tra scheletri e tombe che ricordano la speranza della vita eterna. La tela fu pubblicata per la prima volta come bozzetto di Tiepolo nel 1933 da Ettore Modigliani, che ne documentava la presenza presso la collezione di Alessandro Poss di Intra.

Bacco e Arianna, esposta nel Salone dell’Ottagono, è incorniciata in una cornice veneziana del XVIII secolo e raffigura il mito narrato da Ovidio: Bacco offre ad Arianna una corona d’oro, poi trasformata in costellazione. L’opera, attribuita a Tiepolo da Eduard Sack nel 1910 e confermata da successivi studi di Morassi, Pallucchini e Pedrocco, risale agli esordi del terzo decennio del Settecento, subito dopo gli affreschi di Palazzo Archinto e Palazzo Casati-Dugnani. La tela, caratterizzata da scorcio prospettico audace e rapidità di esecuzione, è considerata un bozzetto preparatorio per un soffitto non identificato. Sempre nel Salone dell’Ottagono viene riesposto il Ritratto di uomo anziano (1743-45), appartenente alla serie dei Filosofi di Giambattista e dei suoi figli, documentata anche da sessanta incisioni di Giandomenico Tiepolo. L’opera, passata per collezioni a Parigi, Sudamerica e Wildenstein, è stata studiata da Antonio Morassi, che ne ha sottolineato il carattere neo-rembrandtiano e il legame con la figura di anziano presente nel Banchetto di Antonio e Cleopatra della National Gallery of Victoria di Melbourne (1743-44).

Giambattista Tiepolo, Bacco e Arianna (1730-1735; olio su tela, 46 x 38 cm; Cellatica, Fondazione Paolo e Carolina Zani) Crediti fotografici: Fotostudio Rapuzzi, Brescia
Giambattista Tiepolo, Bacco e Arianna (1730-1735; olio su tela, 46 x 38 cm; Cellatica, Fondazione Paolo e Carolina Zani) Foto: Fotostudio Rapuzzi, Brescia
Giambattista Tiepolo, Testa di vecchio (1743 – 1745 circa; olio su tela, 47 x 39 cm; Cellatica, Fondazione Paolo e Carolina Zani) Crediti fotografici: Fotostudio Rapuzzi, Brescia
Giambattista Tiepolo, Testa di vecchio (1743 – 1745 circa; olio su tela, 47 x 39 cm; Cellatica, Fondazione Paolo e Carolina Zani) Foto: Fotostudio Rapuzzi, Brescia

Informazioni sulla mostra

Titolo mostraTiepolo e Pellegrini. La luce nella pittura veneziana del Settecento
CittàBrescia
SedeCasa Museo Zani
DateDal 12/12/2025 al 06/04/2026
ArtistiGiambattista Tiepolo, Giovanni Antonio Pellegrini
TemiSettecento, Arte antica, Settecento veneziano

Se ti è piaciuto questo articolo abbonati a Finestre sull'Arte.
al prezzo di 12,00 euro all'anno avrai accesso illimitato agli articoli pubblicati sul sito di Finestre sull'Arte e ci aiuterai a crescere e a mantenere la nostra informazione libera e indipendente.
ABBONATI A
FINESTRE SULL'ARTE


Commenta l'articolo che hai appena letto






Per inviare il commento devi accedere o registrarti.
Non preoccuparti, il tuo commento sarà salvato e ripristinato dopo l’accesso.



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte