Apre il nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim a Palazzo Venier


La Collezione Peggy Guggenheim inaugura un centro all’avanguardia per la conservazione delle opere d’arte: un laboratorio tecnologicamente avanzato, aperto alla ricerca e alla formazione, dove il restauro diventa anche esperienza condivisa con il pubblico.

Un nuovo laboratorio per lo studio, la conservazione e il restauro delle opere entra a far parte della Collezione Peggy Guggenheim, uno dei musei più visitati d’Italia. Situato negli spazi di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, il nuovo centro rappresenta un’importante evoluzione nella strategia del museo per la tutela del patrimonio artistico del Novecento. Il laboratorio, tecnologicamente avanzato e progettato con un approccio multidisciplinare, risponde a un’esigenza concreta: garantire la cura a lungo termine delle opere raccolte da Peggy Guggenheim lungo più di trent’anni di attività collezionistica, nel pieno rispetto della missione del museo, che considera l’arte un bene collettivo e accessibile, oltre che un mezzo essenziale per lo sviluppo critico delle nuove generazioni.

“Con il nuovo laboratorio di restauro”, Dice Karole P. B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, “desideriamo confermare come la conservazione sia parte integrante della nostra responsabilità nei confronti del patrimonio artistico e della società. È un gesto di cura verso le opere che ci sono state affidate, ma anche un atto di apertura: rendere visibile il processo di tutela, condividere conoscenze e formare nuove generazioni significa rendere l’arte davvero accessibile, in senso profondo. Questo spazio è un ponte tra passato e futuro, tra studio e racconto, tra scienza e pubblico”.

Apre il nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim © Foto:Matteo De Fina
Apre il nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim © Foto: Matteo De Fina

“Siamo lieti di sostenere il nuovo laboratorio, che rappresenta un’importante evoluzione della nostra duratura collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim”, sostiene Franco Polloni, Head Switzerland & Italy Region, EFG International. “Peggy Guggenheim è stata una pioniera del pensiero imprenditoriale e, al centro della nostra collaborazione, vi è oggi la convinzione condivisa che l’arte debba contribuire a plasmare il futuro tanto quanto a conservare il passato. In qualità di banca impegnata nel benessere delle future generazioni, riconosciamo il valore della tutela del patrimonio culturale. Grazie all’impiego delle più recenti tecnologie, il laboratorio garantirà che alcune delle opere più significative restino accessibili e possano continuare a ispirare le generazioni a venire. Questa iniziativa pionieristica non solo contribuisce a proteggere il nostro patrimonio culturale, ma rafforza anche il ruolo della Collezione come uno dei principali musei di arte moderna a livello internazionale”.

Frutto di un percorso progettuale durato oltre un decennio e promosso dal Dipartimento di conservazione del museo, il laboratorio si configura come centro di eccellenza nel panorama internazionale. Il suo obiettivo è duplice: da una parte, rispondere con maggiore efficacia alle necessità conservative delle opere presenti nella collezione, molte delle quali complesse per tecniche e materiali; dall’altra, sviluppare nuove linee di ricerca applicata, in sinergia con partner accademici e istituzioni europee. L’intero progetto si colloca nella tradizione della Collezione Peggy Guggenheim, che negli ultimi vent’anni ha investito con continuità nello studio scientifico delle opere e nella trasmissione delle competenze legate alla loro conservazione.

Apre il nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim © Foto:Matteo De Fina
Apre il nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim © Foto: Matteo De Fina

Il nuovo spazio si distingue per il suo assetto innovativo, che integra le funzioni di laboratorio operativo con quelle di “open lab” e “open storage”. Parte delle attività sarà infatti visibile al pubblico, permettendo ai visitatori di osservare da vicino il processo conservativo, solitamente nascosto alla vista. In questo modo, la pratica del restauro diventa anche occasione di apprendimento e di conoscenza del lavoro che permette alle opere di attraversare il tempo. Inoltre, alcune sculture della collezione, finora non esposte, troveranno in questo spazio una collocazione funzionale e accessibile, contribuendo a una fruizione più ampia e ragionata del patrimonio.

Attualmente, il laboratorio ospita importanti interventi conservativi su alcune opere emblematiche del museo. Tra queste figurano Finestre aperte simultaneamente 1° parte, 3° motivo (1912) di Robert Delaunay, Composizione n. 1 con grigio e rosso 1938 / Composizione con rosso (1938–39) di Piet Mondrian, e Movimento gracidante (1946) di Jackson Pollock. Si tratta di opere che riflettono differenti momenti di svolta nelle sperimentazioni del XX secolo, e il cui restauro richiede competenze specifiche sia per la conoscenza dei materiali che per la comprensione delle intenzioni tecniche ed estetiche degli autori. Gli interventi in corso sono indicativi della direzione presa dal museo, sempre più orientato verso la ricerca scientifica applicata e la collaborazione tra discipline.

Apre il nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim © Foto:Matteo De Fina
Apre il nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim © Foto: Matteo De Fina

Il laboratorio si configura anche come spazio di formazione per giovani conservatori e studiosi. Il Dipartimento di conservazione del museo, che già partecipa da anni a progetti europei e sperimentazioni sui materiali sostenibili, offrirà qui nuove opportunità di apprendimento attraverso tirocini, borse di studio e attività condivise con istituti accademici. L’attenzione all’innovazione sostenibile è uno degli assi portanti del progetto: particolare interesse viene riservato alla sperimentazione di approcci green per la conservazione delle opere, in linea con una crescente consapevolezza ambientale nel settore museale. L’obiettivo è quello di elaborare pratiche responsabili che riducano l’impatto dei processi conservativi, senza comprometterne l’efficacia.

A rendere possibile la realizzazione del nuovo laboratorio è stato il sostegno di EFG, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim dal 2001. L’istituto bancario, da oltre vent’anni impegnato nella promozione culturale a fianco del museo veneziano, ha supportato in passato il restauro di capolavori come Lo studio (1928) di Pablo Picasso, La ragazza con il bavero alla marinara (1916) di Amedeo Modigliani e Scatola in una valigia (1935–41) di Marcel Duchamp. Il contributo al nuovo laboratorio conferma una continuità d’intenti tra istituzione pubblica e sostenitore privato, entrambi orientati alla valorizzazione del patrimonio come investimento culturale per il futuro.


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Noemi Capoccia

L'autrice di questo articolo: Noemi Capoccia

Originaria di Lecce, classe 1995, ha conseguito la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2021. Le sue passioni sono l'arte antica e l'archeologia. Dal 2024 lavora in Finestre sull'Arte.




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