Roma, due nuove stazioni-museo nella Linea C. Esporranno reperti trovati negli scavi


Le stazioni Chiesa Nuova e San Pietro della futura tratta T2 della Linea C di Roma ospiteranno aree espositive permanenti dedicate ai reperti rinvenuti durante gli scavi. Un’ulteriore integrazione tra infrastruttura moderna e patrimonio archeologico nel cuore del centro storico.

La realizzazione della tratta T2 della Linea C della metropolitana di Roma, che collegherà piazza Venezia a viale Mazzini attraversando parte del centro storico della Capitale, apre un nuovo capitolo nel complesso rapporto tra infrastrutture contemporanee e tutela del patrimonio archeologico. Il progetto, approvato con ordinanza n. 10 del 27 giugno 2025 dalla Commissaria Straordinaria, prevede la costruzione di quattro nuove stazioni, Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio/Mazzini, lungo un tracciato di circa quattro chilometri. Due di queste, Chiesa Nuova e San Pietro, saranno dotate di spazi museali sotterranei in cui verranno valorizzati i reperti che emergeranno durante gli scavi, confermando la linea già intrapresa in altre aree centrali del progetto.

Come già avvenuto per la stazione di San Giovanni, che rappresenta uno dei principali esempi di integrazione tra trasporto pubblico e archeologia urbana, anche le future stazioni-museo di Chiesa Nuova e San Pietro saranno concepite come spazi in cui la funzione di mobilità coesiste con l’esposizione permanente di elementi archeologici. Le due stazioni sorgeranno infatti in aree ad altissima densità storica, dove lo scavo profondo necessario alla costruzione degli ambienti sotterranei, rispettivamente fino a 43 e 48 metri da piano campagna, sarà accompagnato da un’attenta attività di monitoraggio archeologico preventivo.

Nel dettaglio, la stazione Chiesa Nuova sarà realizzata nell’omonima piazza, lungo Corso Vittorio Emanuele II, nelle immediate vicinanze della Chiesa di Santa Maria in Vallicella e dell’Oratorio dei Filippini. La profondità complessiva prevista per l’impianto è di 43 metri, distribuiti su sei livelli interrati. Il livello più superficiale, situato immediatamente sotto il piano stradale, sarà predisposto come atrio-museo. In questo spazio, i passeggeri potranno muoversi all’interno di un ambiente unico, in cui aree di ricollocazione delle strutture rinvenute e teche espositive integrate lungo le pareti costituiranno parte integrante del percorso di accesso alla metropolitana.

Reperti e metropolitana: due nuove stazioni-museo nella Linea C tra archeologia e trasporti
Reperti e metropolitana: due nuove stazioni-museo nella Linea C tra archeologia e trasporti

Un impianto analogo sarà sviluppato anche per la stazione San Pietro, ubicata all’interno dei giardini di Castel Sant’Angelo. Con i suoi sette livelli sotterranei, sarà la più profonda di tutta la tratta T2: i lavori raggiungeranno una profondità di circa 48 metri, una scelta necessaria per consentire il sottoattraversamento del Tevere da parte delle gallerie di linea, che dovranno mantenere un franco di almeno 25 metri rispetto alla quota inferiore del letto del fiume. Anche in questo caso, il livello superiore della stazione sarà progettato come spazio espositivo, destinato ad accogliere i materiali archeologici recuperati nel corso delle attività di scavo.

Entrambe le stazioni fanno parte del cosiddetto Tracciato Fondamentale della Linea C, il cui sviluppo comporta l’attraversamento di aree storicamente stratificate. La scelta di rendere visibili i ritrovamenti rappresenta un’occasione per restituire alla collettività frammenti del proprio passato, all’interno di un contesto funzionale e quotidiano come una stazione della metropolitana. Dal punto di vista tecnico, le stazioni verranno realizzate con il metodo “top-down”, che prevede la costruzione dei diaframmi perimetrali e dei solai intermedi dall’alto verso il basso. Questa tecnica, già applicata nelle precedenti tratte della Linea C, consente una maggiore sicurezza in fase di scavo, soprattutto in ambienti urbani densamente edificati. I diaframmi, in particolare, saranno spinti fino a circa 80 metri di profondità per garantire la stabilità delle opere e contenere l’impatto delle lavorazioni sul tessuto circostante.

Oltre alla valorizzazione archeologica, la nuova tratta T2 assolverà anche a una funzione strategica nella rete della mobilità urbana. La stazione Ottaviano, ad esempio, sarà collocata lungo via Barletta, tra viale delle Milizie e viale Giulio Cesare, e costituirà un nodo di scambio con l’attuale linea A della metropolitana. Il progetto prevede cinque livelli sotterranei e uno scavo fino a 35 metri di profondità. Un altro nodo importante sarà quello di Clodio/Mazzini, situato nel quartiere della Vittoria, all’incrocio tra viale Giuseppe Mazzini, via Monte Santo e via Giunio Bazzoni. Anche in questo caso, la stazione si svilupperà su cinque livelli e comporterà uno scavo profondo circa 33 metri.

L’intero impianto progettuale della tratta T2 è affidato al Contraente Generale Metro C, società consortile guidata da Webuild e Vianini Lavori, su incarico di Roma Metropolitane. L’avvio della progettazione esecutiva segue l’approvazione del progetto definitivo, e i primi cantieri sono attesi per l’inizio del 2026. I lavori si svolgeranno in contemporanea su tutte le quattro stazioni previste, mentre lo scavo delle gallerie sarà avviato a partire dall’area della stazione Clodio/Mazzini. L’intervento sarà organizzato in macrofasi, con l’obiettivo dichiarato di ridurre al minimo l’impatto sulla viabilità locale. Parallelamente, è quasi conclusa la progettazione definitiva del prolungamento T1, che porterà la Linea C fino a Farnesina, attraversando l’area dell’Auditorium.


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