Spoleto, torna il sipario storico del Teatro Nuovo: restaurato dopo 25 anni grazie all’Art Bonus


Dopo un restauro durato mesi, è stato presentato al pubblico il sipario storico del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, realizzato da Francesco Coghetti nel 1860. L’opera, rimasta in deposito per 25 anni, è stata riportata sul palcoscenico grazie a un intervento cofinanziato da Art Bonus e Comune.

È tornato visibile al pubblico dopo un quarto di secolo il sipario storico del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto, realizzato nel 1860 dal pittore Francesco Coghetti (Bergamo, 1802 – Roma, 1875). L’opera, rimossa e conservata in un deposito per motivi conservativi, è stata restaurata e presentata ufficialmente nel corso di un incontro che si è svolto sabato scorso nello stesso teatro, alla presenza di istituzioni e tecnici del progetto. La presentazione al pubblico ha visto la partecipazione del sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, di Filippo Settimi, amministratore delegato di AgriEuro srl, azienda che ha finanziato parte del restauro attraverso l’Art Bonus, della storica dell’arte Stefania Petrillo, docente presso l’Università degli Studi di Perugia e autrice della monografia Sipari d’Italia, di Antonella Filiani, presidente della cooperativa di restauro Coo.Be.C., e dell’architetto Moreno Orazi dello Studio Abaco.

Il restauro ha avuto un costo complessivo di circa 210.000 euro. Di questi, 130.000 sono stati donati da AgriEuro tramite lo strumento fiscale dell’Art Bonus, mentre circa 80.000 sono stati cofinanziati dal Comune di Spoleto. Proprio grazie al meccanismo, che consente a privati e imprese di sostenere economicamente il patrimonio culturale ricevendo in cambio benefici fiscali, l’intervento ha potuto concretizzarsi. Il progetto è stato anche selezionato come vincitore del Concorso Art Bonus 2025, promosso dal Ministero della Cultura nella categoria Beni e luoghi della Cultura.

“Presentare al pubblico il Sipario Storico, restaurato e definitivamente ricollocato al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, in occasione del Festival dei Due Mondi è un momento di straordinaria importanza per la Città, per la sua storia, per la valenza artistica di quest’opera maestosa”, ha dichiarato il Sindaco Andrea Sisti. “Il fatto che tutto questo sia il frutto di una collaborazione particolarmente efficace tra soggetti privati e istituzione pubblica, il risultato di un impegno corale sia economico che operativo, restituisce il valore di un percorso iniziato più di un anno fa che ha permesso alla Città di poter nuovamente ammirare un bene meraviglioso. Ringrazio nuovamente Agrieuro, la Coo.Be.C, lo Studio Abaco, l’Associazione Spoleto nel Cuore e tutti coloro che con il proprio impegno e la propria professionalità hanno reso possibile il raggiungimento di questo risultato”.

Spoleto, torna il sipario storico del Teatro Nuovo
Spoleto, torna il sipario storico del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto

“Siamo orgogliosi di celebrare oggi il ritorno del Sipario Storico al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, dopo oltre 25 anni di assenza”, ha commentato Filippo Settimi, CEO di AgriEuro e cofinanziatore dell’iniziativa Art Bonus insieme al Comune di Spoleto. “Il restauro di questa straordinaria opera d’arte è stato un impegno che AgriEuro ha scelto di sostenere con passione, in virtù del forte legame che ci unisce da sempre alla città di Spoleto. Abbiamo intrapreso questo progetto all’insegna della responsabilità sociale che sentiamo di avere per il nostro territorio: l’obiettivo era restituire alla città un simbolo culturale così fortemente identitario e tramandare il suo valore alle generazioni future. Vedere oggi il Sipario tornare a svolgere la sua funzione originaria, in un contesto unico come quello del Festival dei Due Mondi, è un’emozione indescrivibile. Saremo felici di continuare a lavorare insieme al Comune di Spoleto per creare future iniziative che permetteranno a tutta la cittadinanza di vivere e avvicinarsi a quest’opera unica”.

“Il restauro del Sipario Storico del Teatro Nuovo di Spoleto, dipinto nel 1861 dal bergamasco Francesco Coghetti, è un evento di straordinaria importanza non solo per la qualità e le dimensioni del manufatto, ma anche per la sua ricollocazione in teatro che gli consente di riacquistare la sua duplice funzione, pratica e simbolica”, ha commentato Stefania Petrillo, Docente di Storia Contemporanea dell’Università di Perugia e autrice della monografia Sipari d’Italia. “Il Sipario è la “quarta parete” della sala, il diaframma che separa lo spazio della realtà da quello della finzione; negli anni cruciali del Risorgimento, quando è “istoriato”, esso diventa spesso un vero manifesto politico. Nella Fuga di Annibale sotto le mura di Spoleto, l’episodio che ricorda la vittoriosa resistenza di Spoleto all’assedio di Annibale nel 217 a.C., va così letta, in filigrana, la speranza di un’Italia finalmente libera e unita. Orgoglio municipale e partecipazione al progetto di unità nazionale convergono dunque nell’iconografia della spettacolare “macchina”, ricca di pathos e dinamismo, che racconta in modo coinvolgente l’epos civico assumendo anche un alto valore etico ed educativo”.

Il sipario, di proprietà del Comune di Spoleto, era custodito da 25 anni presso il laboratorio di restauro della Coo.Be.C., in attesa di un intervento conservativo che ne arrestasse il progressivo degrado. La tela (11,90 metri in altezza per 13,92 in larghezza) presentava infatti numerosi problemi strutturali: deformazioni del tessuto, scuciture e danni dovuti all’umidità. Le condizioni di conservazione richiedevano un intervento complesso, svolto da un team specializzato che ha affrontato la sfida di lavorare su un’opera pittorica di grandi proporzioni, fragile e delicata per sua natura.

Il restauro del sipario
Il restauro del sipario

“La Coo.Be.C Cooperativa Beni Culturali dagli anni Novanta del secolo scorso aveva in custodia nel proprio laboratorio di restauro il grande sipario del Teatro Nuovo”, ha spiegato la presidente della Coo.Be.C. Antonella Filiani. “Grazie alle sinergie createsi tra pubblico e privato nel febbraio del 2024 ha potuto avviarne il restauro. Si è iniziato con gli interventi di pulitura, consolidamento dei materiali costitutivi, recupero delle deformazioni, risarcitura di strappi, tagli, lacerazioni e lacune e di rinforzo del supporto tessile destrutturato su una superficie di circa 165 metri quadrati. A conclusione del restauro conservativo si è proseguito con le operazioni di ripresentazione estetica e con quelle finalizzate alla rifunzionalizzazione del sipario. Il restauro ha visto il coinvolgimento della maggior parte dei restauratori della Coo.Be.C, ognuno per le proprie competenze e tutti con la passione e con l’entusiasmo di poter restituire dopo tanto tempo l’opera alla comunità”.

“Il Teatro Nuovo ha subito nel tempo sostanziali trasformazioni. Per esempio laddove oggi ci sono i camerini e gli uffici all’inizio era collocato un ristorante e le camere per gli artisti e la stessa fossa dell’orchestra non compariva nel progetto di Aleandri: i musici occupavano parte della platea”, ha argomentato l’architetto Moreno Orazi dello Studio Abaco. “Se dunque il Teatro ha subito dalla sua costruzione ad oggi notevoli trasformazioni tuttavia forte negli anni è stata l’azione di tutela tesa a conservare alcune peculiarità della sua architettura. Tra queste senza dubbio il restauro del Sipario Storico, grazie all’intervento splendidamente eseguito dalla società COOBEC, che torna finalmente da oggi a svolgere la funzione di meraviglioso fondale scenico della platea, visibile prima dell’inizio e durante gli intervalli di uno spettacolo. Un grazie particolare a quanti hanno reso possibile il rimontaggio del Sipario Storico in Teatro, operazione tecnica per niente semplice”.

Il restauro del sipario
Il restauro del sipario

Il sipario realizzato da Francesco Coghetti, artista bergamasco attivo nell’Ottocento e noto per la sua produzione di affreschi e grandi composizioni a soggetto storico, il sipario raffigura la scena della presunta sconfitta di Annibale alle porte della città umbra. Secondo la leggenda, la popolazione spoletina, nel tentativo di respingere l’assalto dei Cartaginesi, avrebbe versato olio bollente sugli assalitori da una fortificazione semicircolare. L’episodio è raccontato sulla tela con un’impostazione grafica su due livelli orizzontali: nella parte inferiore la battaglia, in quella superiore le architetture urbane, tra cui si staglia il bastione dal quale parte l’azione difensiva. Dal punto di vista stilistico, l’opera mostra un forte senso del movimento, ottenuto mediante l’impiego di colori contrastanti e brillanti, che aumentano la drammaticità della scena. Il dinamismo della composizione e la teatralità dell’episodio rappresentato rendono il sipario una dimostrazione della cultura visuale e della narrazione storica dell’Ottocento italiano.

Dopo la presentazione, il sipario restaurato resterà visibile al pubblico in occasione degli eventi in programma al Teatro Nuovo. La sua presenza sul palcoscenico diventerà parte integrante dell’esperienza teatrale, arricchendo il contesto scenografico con un riferimento visivo alla memoria collettiva della città.


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