Futurismo e donne nell'arte del primo Novecento: la proposta di 800/900 per Arte e Collezionismo Roma


In occasione di Arte e Collezionismo a Roma, 800/900 Artstudio presenta un percorso espositivo che va dal Futurismo ai fratelli Michahelles, da Borrani a Viani, fino a Ghiglia e Marini, con una sezione sulla donna nell’arte del primo Novecento. Un viaggio nella pluralità espressiva che lega linguaggi e sensibilità diverse.

Roma torna a ospitare Arte e Collezionismo, una delle rassegne più attese per il mercato dell’alto antiquariato, e tra gli stand che si preannunciano più promettenti di questa edizione figura quello della galleria 800/900 Artstudio di Livorno. Lo spazio espositivo propone un percorso che attraversa, con libertà e intensità, l’arte italiana tra Ottocento e Novecento. Non si tratta di una selezione cronologica né di un ordinamento scolastico, ma di un dialogo tra epoche e sensibilità differenti, dove i linguaggi si confrontano e le opere parlano tra loro, restituendo al visitatore la ricchezza di un periodo complesso e fecondo.

Una delle pareti principali è dedicata interamente al Futurismo, movimento che ha rivoluzionato la cultura artistica del Novecento italiano e internazionale con il suo slancio verso la modernità. Il pubblico può ammirare un raro Tondo geometrico di Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958), databile tra il 1917 e il 1920, un’opera circolare che unisce rigore compositivo ed energia visiva. Firmata “Futur Balla”, la tela mette in relazione forme triangolari e colori vibranti, costruendo un equilibrio dinamico che incarna perfettamente la tensione tra ordine e movimento, tra astrazione e ritmo. Accanto al Tondo, trovano spazio le Linee andamentali + spazio, eseguite tra il 1920 e il 1925, che approfondiscono la ricerca di Balla sul dinamismo e sull’armonia dei contrasti cromatici. In queste opere la pittura diventa musica visiva, fatta di traiettorie e vibrazioni che suggeriscono un tempo in movimento.

Gino Severini, Studio per la Femme assise - La modiste (1915; china e tracce di matita grafite su carta, 26,1 x 20 cm, firmato e datato in basso a destra: G. Severini 1915)
Gino Severini, Studio per la Femme assise - La modiste (1915; china e tracce di matita grafite su carta, 26,1 x 20 cm, firmato e datato in basso a destra: G. Severini 1915)

Certificato di autenticità su fotografia rilasciata da Daniela Fonti il 18 dicembre 2005, Roma.

Provenienza
Gina Severini
Collezione privata

Bibliografia
F. Meloni, Gino Severini. Tutta l’opera grafica, Libreria Prandi Editore, Reggio Emilia 1982, p. 38, n. 11/a ill.
G. Severini, Témoignages: 50 ans de rélfexion. Avec un préface de Georges Borgeaud, Editions Art Moderne, Roma 1963, (Témoignages I) p. 169 ill.
D. Fonti, Gino Severini. Catalogo Ragionato, Arnoldo Mondadori Editore/Edizioni Philippe Daverio, Milano, 1988, p. 250 scheda n. 264
Baccio Maria Bacci, La cartomante (1929; olio su tela, 84 x 68 cm, firmato e datato in basso a destra: B M Bacci/ 1929, nel verso di pugno dell’artista, numero di catalogo e titolo: 334 – Ila – la cartomante – )
Baccio Maria Bacci, La cartomante (1929; olio su tela, 84 x 68 cm, firmato e datato in basso a destra: B M Bacci/ 1929, nel verso di pugno dell’artista, numero di catalogo e titolo: 334 – Ila – la cartomante – )

Provenienza:
Reggio Emilia, collezione privata

Bibliografia:
AA. V.V., Baccio Maria Bacci 1888 - 1974, catalogo della mostra Firenze, Accademia delle Arti del Disegno, 10 - 30 novembre 1982, Firenze 1982, n. 334, p. 40: 334 – La cartomante. Settembre 1929
Lorenzo Viani, Donne con frutta (1911-1912; olio su cartone, 68 x 96 cm, firmato in basso a destra: Viani e in basso a sinistra: Lorenzo Viani)
Lorenzo Viani, Donne con frutta (1911-1912; olio su cartone, 68 x 96 cm, firmato in basso a destra: Viani e in basso a sinistra: Lorenzo Viani)

Provenienza:
collezione privata
Firenze, collezione Mannelli Allori

Esposizioni e bibliografia:
100 Opere di Lorenzo Viani, catalogo della mostra, Prato, Galleria Falsetti, 25 maggio – 24 giugno 1967, tav. LXVII (1921);
Mostra antologica di Lorenzo Viani, catalogo della mostra a c. di F. Russoli, Bologna, Museo Civico, 22 dicembre 1973 – 27 gennaio 1974, cat. 86;
Lorenzo Viani: pittore e scrittore espressionista, catalogo della mostra c. di E. Dei, W. Angelici, Ancona, Mole Vanvitelliana, 1 dicembre 2006 – 18 febbraio 2007, Cinisello Balsamo 2006, tav. 20, p. 100

Nello stesso nucleo figurano due studi di Gino Severini (Cortona, 1883 – Parigi, 1966), che raccontano l’evoluzione del suo linguaggio artistico. La Danseuse del 1913 presenta la figura frammentata e scomposta in segmenti e curve, in pieno spirito futurista, per restituire l’impressione della danza come ritmo e modernità. Due anni più tardi, con lo studio per la Femme assise – La modiste (1915), Severini si muove verso un registro più riflessivo, vicino al cubismo sintetico. Qui la figura, costruita con geometria rigorosa, si allontana dal dinamismo per farsi statica e misurata. Campiture nere e contorni netti compongono una visione in cui l’assenza di colore si traduce in concentrazione e ordine. A chiudere la sezione futurista compare Carlo Carrà (Quargnento, 1881 – Milano, 1966) con lo studio della Stazione di Milano (1910), che testimonia il fervore metropolitano dell’epoca. Carrà cattura il mito della città moderna, celebrandone architetture e velocità come simboli di progresso.

Il percorso si amplia con un nucleo centrale dedicato alla rappresentazione del femminile, dove le figure di donne vengono interpretate da artisti di sensibilità molto diverse. Odoardo Borrani (Pisa, 1833 – Firenze, 1905), con La giovane monaca del 1876, offre un raffinato esempio di pittura macchiaiola: un’opera intima e silenziosa, dove la spiritualità si traduce in raccoglimento e rinuncia. In netto contrasto, La cartomante di Baccio Maria Bacci (Firenze, 1888 – 1974), realizzata nel 1929, colpisce per la ricchezza cromatica degli ori che vibrano sulla tela, evocando atmosfere simboliche e popolari intrise di arcaicità. La donna ritratta non interroga solo le carte, ma anche chi la osserva, ponendolo di fronte al destino.

La Mimì Concetta di Lorenzo Viani (Viareggio, 1882 – Lido di Ostia, 1936), opera del 1908-1909, rappresenta un ulteriore rovesciamento. Qui la femminilità appare drammatica e deformata: il volto, carico di espressività quasi caricaturale, diventa emblema di un’umanità inquieta e modernissima, una donna che rompe il silenzio e impone la propria presenza. Sempre di Viani, Donne con frutta (1911-1912) restituisce invece una dimensione collettiva e popolare. Le figure femminili, immerse in un paesaggio essenziale, portano frutti come simboli di lavoro e resistenza. I loro sguardi non sono provocatori, ma diretti e dignitosi, rappresentazione di una condizione sociale forte e resiliente. Così, attraverso opere diversissime, il tema femminile emerge come sacro, magico e tragico insieme, ognuna portatrice di un mondo specifico.

Lo stand dedica poi un approfondimento ai fratelli Ruggero Alfredo e Ernesto Michahelles, noti rispettivamente come Ram (Firenze, 1898 – 1976) e Thayaht (Firenze, 1893 – Pietrasanta, 1959), figure singolari e originali del panorama artistico del primo Novecento. Di Ram viene presentata Madre Natura (1930), studio in gesso della celebre Madre Solare esposta alla Biennale di Venezia, assieme a La tragedia del mare (1927), dipinto drammatico che narra il recupero del corpo del poeta Percy Bysshe Shelley dopo il naufragio di Viareggio. L’opera, attraversata da una luce metafisica, trasforma un episodio biografico in racconto universale.

RAM (Ruggero Alfredo Michahelles), La tragedia del mare (1927; olio su cartone, 48, 5 x 49 cm, firmato e datato nel verso: Ram . 1927)
RAM (Ruggero Alfredo Michahelles), La tragedia del mare (1927; olio su cartone, 48, 5 x 49 cm, firmato e datato nel verso: Ram . 1927)

Provenienza:
Eredi Michahelles, Roma

Esposizioni e bibliografia:
Prima personale di Ram, Firenze, Palazzo Feroni, gennaio 1928
R. Franchi, Ram a Palazzo Feroni, in “Illustrazione Toscana”, VI, gennaio 1928
Arcadia e Apocalisse. Paesaggi italiani in 150 anni di arte, fotografia, video e installazioni, catalogo della mostra c. di D. Fonti, F. Bacci di Capaci, Pontedera, Palazzo Pretorio, 8 dicembre 2019 – 26 aprile 2020, Pisa 2019, p. 122 (Tempesta sul mare)
Thayaht (Ernesto Michahelles), Autoritratto (1920 circa; china su carta avana, 18 x 12,5 cm)
Thayaht (Ernesto Michahelles), Autoritratto (1920 circa; china su carta avana, 18 x 12,5 cm)

Provenienza:
Eredi Michahelles, Roma

Di Thayaht il pubblico può osservare Il prigioniero politico (la fiamma e la sentinella), scultura del 1952 concepita come studio per il concorso indetto a Londra dall’Institute of Contemporary Arts per un monumento al prigioniero politico ignoto. A completare la sezione figurano pannelli decorativi, un Autoritratto a china del 1920 e un Paesaggio marino in tempesta degli anni Quaranta. Quest’ultimo, con vortici atmosferici e onde in movimento, restituisce una natura inquieta e sublime, più visionaria della Tragedia del mare di Ram. Nella parete, pittura, scultura e grafica si intrecciano in un racconto visivo che mette in luce la complementarità dei due fratelli.

Accanto ai nuclei tematici principali, lo stand propone anche una selezione di opere dell’Ottocento e del Novecento, pensata come omaggio alla varietà di linguaggi che hanno attraversato due secoli di storia italiana. Qui spiccano Le secche (1921), rara marina di Oscar Ghiglia (Livorno, 1876 – Prato, 1945) in cui la luce diventa materia pittorica, e un Nudo in bronzo del 1947 di Marino Marini (Pistoia, 1901 – Viareggio, 1980), sintesi plastica di forza e spiritualità.

Il percorso complessivo restituisce al visitatore la pluralità espressiva dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento, capace ancora oggi di interpellare il presente con visioni, contrasti e memorie. L’allestimento di 800/900 Artstudio si configura come un vero e proprio viaggio, in cui le opere si parlano attraverso i secoli, offrendo un racconto della modernità e delle sue radici, e confermando la vitalità di un patrimonio artistico che continua a rinnovarsi nello sguardo di chi lo osserva.


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