A Torino in mostra i maestri dell'Astrattismo internazionale, da Kandinskij a Miró


La galleria torinese Elena Salamon Arte Moderna presenta dal 23 aprile al 29 maggio 2021 la mostra Questo avrei potuto farlo anch’io - Dall’arte astratta all’informale.

Apre il 23 aprile 2021 a Torino, presso la galleria d’arte Elena Salamon Arte Moderna, la mostra dal titolo Questo avrei potuto farlo anch’io - Dall’arte astratta all’informale, visitabile al pubblico fino al 29 maggio 2021. La rassegna vedrà esposte ottantacinque litografie originali realizzate da trentadue maestri dell’astrattismo internazionale. Otto dall’Italia (Carla Accardi, Getullio Alviani, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Bruno Munari, Giuseppe Santomaso, Gino Severini ed Emilio Vedova), quattoridici dall’Europa (Arman , Max Bill, Sonia Delaunay, Jean Dubuffet, Maurice Estève, Hans Hartung, Asger Jorn, Henri Matisse, Joan Miró, Jo Niemeyer, Antoni Tàpies, Victor Vasarely, Jacques Villon e Friedrich Vordemberge-Gildewart), uno da Israele (Yaacov Agam), sette dall’America (Josef Albers, Alexander Calder, Sam Francis, Paul Jenkins, John Levee e Walasse Ting) e due dalla Russia (Kandinskij e Serge Poliakoff). 

“Questo avrei potuto farlo anche io. Perché di fronte a un’opera astratta siamo spesso portati ad affermare che avremmo tranquillamente potuto realizzarla noi stessi? La mostra dimostrerà che quello è un pensiero di per sé sbagliato” afferma Elena Salamon, responsabile dell’omonima galleria d’arte. “L’esposizione offrirà anche l’occasione per spiegare che l’arte astratta non è appannaggio esclusivo di esperti, quei pochi eletti che la capiscono e apprezzano. Non è così. Anzi è proprio un concetto che questa corrente artistica ha cercato di smantellare. Ognuno di noi per poterla accettare e comprendere deve lasciarsi andare, abbandonare i vecchi schemi e fidarsi più dell’istinto che della ragione, delle emozioni che degli occhi. Solo così sarà possibile farsi catturare dalle immagini e diventarne in qualche modo artefici”.

In mostra si troverà un assaggio delle varie interpretazioni dell’Astrattismo.

Ciascuna corrente di quel periodo tentò di dare il proprio contributo alla una nuova esigenza di fare arte. Ad esempio le avanguardie del primo Novecento, nate principalmente in Francia, come il Simbolismo e i Fauves, iniziarono a sviluppare l’immagine non tanto attraverso le sue linee, ma grazie all’uso libero e spregiudicato del colore, recuperando alcuni concetti da culture lontane e primitive. Alla fine tutti i movimenti andarono verso due poli fondamentali dell’arte astratta: il lirico e spiritualistico di Kandinskij e il geometrico e razionalista che fa capo a Malevic in Russia e a Mondrian in Olanda.

“Alcuni scienziati hanno messo in luce come noi osservatori, interpretando ciò che vediamo in modo personale, contribuiamo a ’creare’ l’opera d’arte: ogni osservatore, infatti, risponde all’ambiguità dell’opera sulla base delle proprie esperienze” sottolinea Elena Salamon. “Il nostro cervello, quindi, prende l’opera e la completa a modo suo per dare un senso a ciò che vediamo. Perché ci piacciono le opere di Pollock, Mondrian o Rothko? Perché offrono un’esperienza percettiva particolare, che stimola la nostra creatività”. 

Per info: www.elenasalamon.com/pages/catalogo-primavera-2021

Orari: Martedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 19; giovedì e sabato dalle 10.30 alle 19. Per appuntamento telefonare al numero 3398447653. 

Immagine: Joan Miró, Bronzes (1972)

A Torino in mostra i maestri dell'Astrattismo internazionale, da Kandinskij a Miró
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