Un importante traguardo per Ferrara: sabato 6 settembre la Palazzina Marfisa d’Este, una delle dimore rinascimentali più importanti del nord Italia, riaprirà le sue porte al pubblico. Situata lungo corso Giovecca, la residenza torna accessibile dopo significativi interventi di consolidamento strutturale e di adeguamento impiantistico, che hanno permesso di coniugare la conservazione storica con le esigenze della fruizione contemporanea. Il progetto di allestimento, curato dal Servizio Beni Monumentali e dal Servizio Cultura, Turismo e rapporti con l’Unesco insieme alla Fondazione Ferrara Arte e alla Soprintendenza competente, ha avuto come obiettivo principale quello di valorizzare il complesso cinquecentesco, rispettandone l’identità architettonica e decorativa, e di renderlo pienamente accessibile e inclusivo.
I lavori hanno considerato con attenzione le stratificazioni storiche dell’edificio e le modifiche apportate nel corso del Novecento. Il nuovo allestimento del museo integra apparati testuali aggiornati, strumenti multimediali e un restauro completo di tutte le opere esposte, con l’intento di offrire una comprensione immediata della storia della dimora. La Palazzina, edificata tra il 1556 e il 1560 da Francesco d’Este e intimamente legata alla figura della figlia Marfisa, era stata restaurata nei primi anni del Novecento e allestita nel 1938 da Nino Barbantini per trasformarla in spazio di rappresentanza, acquistando arredi e opere del Cinque, Seicento e Settecento. Col tempo, tuttavia, l’allestimento originario ha perso parte della sua fisionomia originale, con opere come l’arazzo seicentesco della Manifattura di Oudenaarde raffigurante Giuditta che decapita Oloferne trasferito al Palazzo Municipale negli anni Cinquanta e molti oggetti collocati in vetrine per ragioni conservative.
Il nuovo percorso espositivo è stato realizzato in collaborazione con BPER Banca, proprietaria di gran parte degli arredi e delle opere storiche, e si arricchisce di medaglie, monete e ceramiche provenienti dalle collezioni civiche e dalla Fondazione Estense. L’allestimento consente oggi di delineare in maniera chiara la storia della Palazzina, i suoi utilizzi, le trasformazioni e i protagonisti principali: Francesco d’Este, fondatore della residenza; Marfisa, figura centrale della vita culturale ferrarese tra Cinque e Seicento; e Nino Barbantini, artefice del recupero della Palazzina negli anni Trenta.
La rinnovata illuminazione interna valorizza i soffitti a grottesche, permettendo di ammirare dettagli finora in ombra, mentre le sale sono state rese pienamente accessibili attraverso rampe e strumenti di supporto alla visita. Sono disponibili audioguide in italiano, inglese e LIS (Lingua dei Segni Italiana), percorsi tattili con riproduzioni di alcuni oggetti e schede multisensoriali, garantendo una fruizione inclusiva e completa.
“Palazzina Marfisa d’Este, edificio di straordinario valore per la città”, commenta il sindaco Alan Fabbri, rinasce oggi grazie ad importanti investimenti e ad una visione nuova per questo spazio museale che, grazie al suo nome, ci ricorda e rende tangibile il ruolo essenziale della presenza femminile nella Ferrara estense. Finalmente questo luogo, straordinario sia per il suo legame con il Rinascimento che con il progetto di Barbantini del secolo scorso, riaprirà al pubblico rinnovato e accessibile a tutti. La Palazzina è parte integrante di un piano strategico di recupero, miglioramento e valorizzazione di palazzi, dimore ed edifici storici di Ferrara che, tassello dopo tassello, intende restituire ai cittadini e ai turisti – che sempre più animano la città – i luoghi della cultura e dell’arte di Ferrara, patrimonio Unesco”.
“Sono questi anni importanti per i musei della nostra città”, sottolinea l’assessore alla cultura Marco Gulinelli, “i lavori post sisma 2012 hanno comportato chiusure dolorose, ma le riaperture restituiscono spazi completamente rinnovati. Ne derivano nuovi allestimenti che consentono la migliore valorizzazione delle collezioni e al contempo rispondono alle normative più aggiornate in materia di accessibilità e inclusività. L’intervento riconsegna una Palazzina migliorata sotto il profilo strutturale e valorizzata sotto quello storico, architettonico e decorativo, così da tornare ad essere una delle sedi della ricca offerta culturale che stiamo sviluppando per la città e per i visitatori. L’inaugurazione di questo museo aggiunge perciò un grande motivo di soddisfazione, proprio in occasione delle celebrazioni per il trentennale dell’inserimento di Ferrara nella lista del patrimonio Unesco”.
Il progetto museografico ha mirato a soddisfare molteplici esigenze emerse dal restauro: raccontare la storia dell’edificio e dei suoi collezionisti, valorizzare i soffitti affrescati, garantire l’accessibilità architettonica e multisensoriale. L’allestimento dialoga con quello storico di Barbantini del 1938, mantenendone la presenza scenografica ma distinguendosi visivamente con elementi progettuali coerenti e riconoscibili. Le otto sale ospitano 166 oggetti, integrazioni multimediali e apparati di supporto alla visita, con strutture spaziali dalle geometrie rigorose e vetrine studiate ad hoc per ogni tipologia di oggetti, dalle medaglie alle ceramiche, dai busti agli strumenti musicali. La tinta solare metallica utilizzata per le nuove strutture riflette la luce naturale, conferendo leggerezza all’ambiente e armonizzandosi con l’architettura storica.
Tra gli elementi espositivi, spiccano un grande tavolo con ceramiche ferraresi sotto cloche a evocare una mensa rinascimentale, la “wunderkammer” di Barbantini che raccoglie gli oggetti acquistati sul mercato antiquario, vetrine verticali con medaglie, monete e mattonelle coeve, totem multimediali sul contesto letterario e musicale di Marfisa e pannellature di approfondimento con una lunga linea del tempo che ricostruisce la storia della Palazzina dall’Addizione erculea all’inaugurazione del 1938.
Il nuovo impianto illuminotecnico è stato progettato in modo da valorizzare sia i soffitti che le opere pittoriche e scultoree, mantenendo nascosti i dispositivi all’interno di velette lineari. Il risultato è un equilibrio tra la conservazione dell’allestimento storico di Barbantini e la possibilità di offrire al pubblico un’esperienza che permette di apprezzare la varietà e la ricchezza della collezione.
Il percorso museale inizia nella Sala delle Imprese, dedicata a Francesco d’Este e arricchita da rari esemplari numismatici esposti per la prima volta e scelti dalla collezione dei Musei d’Arte Antica. La Loggetta dei Ritratti ospita l’unico ritratto certo di Marfisa d’Este e una copia moderna, del 1938, di un dipinto cinquecentesco. La Sala di Fetonte, così chiamata per via della tela posta sul soffitto da Barbantini e ritenuta erroneamente una raffigurazione della caduta di Fetonte nell’Eridano, consente di osservare mattonelle pavimentali e manufatti che ricostruiscono la quotidianità della dimora, mentre la Sala dei Banchetti conserva ancora arredi e quadri selezionati da Barbantini per ricostruire la sala da pranzo.
Si prosegue nello Studiolo, con la mandola settecentesca restaurata e contenuti multimediali sulla musica riservata della corte estense, offre un’esperienza sensoriale che colpisce più sensi. La visita prosegue nella Sala Grande, pensato come zona di collegamento e zona di rappresentanza assieme, con ceramiche della seconda metà del XVI secolo e l’inizio del XVII provenienti dai Musei di Arte Antica e della Fondazione Estense, mentre la Sala del Camino raccoglie cofanetti, bronzetti e sculture, completando il percorso con apparati multimediali e infografiche sulla storia della Palazzina.
Gli interventi strutturali e museografici hanno incluso lavori di consolidamento post sisma, rifacimento delle coperture, restauro di soffitti affrescati, infissi e arredi, rifacimento dei servizi e della biglietteria, realizzazione della rampa di accesso, aggiornamento impianti elettrici e di climatizzazione. L’investimento complessivo supera i 1,1 milioni di euro (1.170.519,67), di cui circa 545.519,76 euro provenienti da contributi regionali e 625.000 da fondi comunali, con ulteriori 146.952 euro destinati al restauro delle opere e 164.944 euro per le nuove strutture e l’illuminazione, più 24.274 euro per i supporti accessibili.
In occasione della riapertura, prenderà il via un programma di iniziative culturali: dall’11 settembre si terranno otto incontri in collaborazione con Ferrariae Decus, dedicati a Marfisa, alla decorazione della Palazzina, alla ceramica ferrarese, all’allestimento di Barbantini e ai rapporti con Torquato Tasso, con interventi di restauratori, docenti e ricercatori. Sono inoltre previste visite guidate da conservatori dei Musei di Arte Antica (l’archeologa Francesca Acqui e lo storico dell’arte Romeo Pio Cristofori) nelle giornate di venerdì 19 e 26 settembre e 10 e 31 ottobre alle 17.30, su prenotazione, per permettere al pubblico di approfondire la storia e i segreti di uno dei simboli rinascimentali di Ferrara.
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