Riapre il Museo della Scuola Romana: nuovo allestimento e focus sulla città


Dal 17 settembre il Museo della Scuola Romana a Villa Torlonia, Roma, torna visitabile con un percorso rinnovato. Oltre 150 opere tra dipinti, sculture e incisioni restituiscono il fervore artistico tra le due guerre, arricchito dalla preziosa “Collezione Roma” concessa da BNL BNP Paribas.

Roma si prepara ad accogliere nuovamente il Museo della Scuola Romana, che dal 17 settembre 2025 riaprirà le sue porte negli spazi del Casino Nobile di Villa Torlonia con un allestimento rinnovato. L’inaugurazione segna infatti la conclusione di un articolato progetto di riallestimento promosso e curato dalla Sovrintendenza Capitolina e realizzato in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. A rendere ancora più ricco il percorso espositivo contribuisce BNL BNP Paribas, che ha concesso in comodato sessanta opere della propria collezione, tra cui la celebre “Collezione Roma”, nucleo prezioso di vedute della capitale realizzate tra il 1946 e il 1948.

L’intervento museografico arriva a quasi vent’anni dalla prima apertura del museo, datata 2006, e risponde a nuove esigenze di visita accessibilità. Il percorso è stato riorganizzato in sezioni tematiche che guidano il visitatore tra i diversi linguaggi e movimenti che animarono la vita artistica romana tra le due guerre. Il progetto scientifico porta la firma di Federica Pirani, Claudio Crescentini, Antonia Rita Arconti, Annapaola Agati ed Elena Scarfò, mentre l’allestimento è stato curato da Stefano Busoni e Andrea Pesce Delfino.

Il nuovo percorso si articola intorno a nuclei centrali come “La Scuola di via Cavour” e “Gli artisti di Villa Strohl Fern”, che restituiscono il clima creativo della capitale nei primi decenni del Novecento. Altri approfondimenti sono dedicati ai “Volti e corpi” e ai “Linguaggi artistici tra le due guerre”, con uno sguardo che lega le singole esperienze a una più ampia visione del panorama culturale del tempo. Particolare attenzione è riservata a Roma, con sezioni intitolate “Paesaggi romani”, “Cantieri”, “Città senza mito” e, appunto, “La Collezione Roma”, pensate per documentare i profondi cambiamenti urbanistici e sociali che segnarono la città nel periodo compreso tra i due conflitti mondiali.

Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625

Sono oltre 150 le opere esposte tra dipinti, sculture, disegni e incisioni, provenienti sia dalla collezione permanente sia da prestiti di privati e istituzioni, oltre a capolavori raramente accessibili perché conservati nei depositi della Sovrintendenza o custoditi in collezioni private. L’itinerario propone al pubblico nomi e correnti di grande rilievo: dal “Ritorno all’ordine” e dalla ripresa della tradizione italiana con Carlo Socrate e Quirino Ruggeri al “Realismo magico” di Antonio Donghi, Francesco Alessandro Di Cocco, Francesco Trombadori e Riccardo Francalancia. Non mancano l’espressionismo visionario di Ferruccio Ferrazzi e la ricerca anti-accademica della Scuola di via Cavour con Mario Mafai, Antonietta Raphaël e Scipione.

Ampio spazio è riservato anche alle sperimentazioni tonali di Corrado Cagli, Emanuele Cavalli, Roberto Melli e Guglielmo Janni, al realismo documentario di Eva Quajotto, Antonio Barrera, Domenico Quattrociocchi e Odoardo Ferretti, fino al linguaggio realistico maturato alla vigilia della Seconda guerra mondiale con artisti come Alberto Ziveri, Fausto Pirandello, Renato Guttuso e il giovane Renzo Vespignani. A completare il quadro, i lavori di maestri della scultura come Pericle Fazzini, Mirko Basaldella e Leoncillo Leonardi, oltre al grande incisore Luigi Bartolini.

Il riallestimento segna inoltre un passo importante verso il riconoscimento della presenza femminile nella storia dell’arte del Novecento romano. Oltre a Raphaël e Quajotto, compaiono infatti artiste come Edita Broglio, Leonetta Cecchi Pieraccini, Adriana Pincherle, Katy Castellucci, Pasquarosa, Maria Immacolata Zaffuto e Maria Letizia Giuliani Melis. La loro partecipazione conferma la linea della Sovrintendenza Capitolina, che negli ultimi anni ha dedicato attenzione crescente alla riscoperta di figure femminili spesso rimaste ai margini della storiografia ufficiale.

Il contributo di BNL BNP Paribas si concretizza nella concessione di opere di grande valore, tra cui la “Collezione Roma”, un corpus di 54 dipinti di piccolo formato (20x26 cm) realizzati tra il 1946 e il 1948 da alcuni dei maggiori artisti del periodo. L’idea nacque dal giornalista e scrittore Cesare Zavattini, che la commissionò per il produttore cinematografico Ferruccio Caramelli. Vi presero parte maestri come Mario Mafai, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, affiancati da giovani emergenti come Afro, Fausto Pirandello e Renzo Vespignani, tutti chiamati a confrontarsi sul tema “Aspetti della città di Roma”. Entrata a far parte della collezione della banca nel 1983, la serie è oggi uno dei nuclei più preziosi del patrimonio artistico di BNL BNP Paribas, che conta oltre seimila opere e viene regolarmente messa a disposizione di mostre e istituzioni.

Accanto alla “Collezione Roma”, l’esposizione propone dipinti che raccontano le trasformazioni urbanistiche della capitale negli anni Trenta, quando i grandi sventramenti modificarono radicalmente il volto della città. Tra questi, Demolizioni a piazza Navona di Eva Quajotto, Tempio di Venere e Roma durante le demolizioni per la costruzione di via dell’Impero di Domenico Quattrociocchi, Demolizioni a via Montanara di Odoardo Ferretti. Opere che si affiancano a visioni trasognate come la Composizione di Francesco Alessandro Di Cocco del 1930, a testimonianze sociali come la serie Operai di Maria Immacolata Zaffuto, realizzata recuperando l’antica tecnica dell’encausto, e a ritratti iconici come quello del critico Roberto Longhi dipinto da Amerigo Bartoli Natinguerra nel 1924.

Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625
Riallestimento del Museo della Scuola Romana. Foto: Wps091625

Il nuovo allestimento non si limita a esporre opere, ma si arricchisce di apparati didattici e multimediali. Grazie alla collaborazione con l’Archivio dell’Istituto Luce, i visitatori potranno accedere a contenuti video e audio tramite QR code, che arricchiscono l’esperienza di visita e rispondono alle esigenze di un pubblico sempre più attento all’interattività e all’accessibilità.

“Il Museo della Scuola Romana di Villa Torlonia”, dichiara il sindaco Roberto Gualtieri, “viene restituito alla nostra Città in una veste rinnovata. Il nuovo allestimento valorizza il significativo ruolo di Roma che - allora come oggi - è luogo di incontro e di condivisione di idee da parte di artisti di varia provenienza e formazione. Nonostante il complesso e a tratti drammatico contesto storico, questa generazione di artisti attivi tra le due guerre ha dimostrato come l’arte e la cultura siano sempre in grado di fiorire e generare nuove energie.”

Il Museo della Scuola Romana, istituito nel 2006, nacque dalla collaborazione tra Roma Capitale e studiosi, collezionisti ed eredi di artisti legati al movimento, molti dei quali già attivi nell’Associazione Archivio della Scuola Romana fondata nel 1983 da Netta Vespignani. Grazie a un’intesa tra pubblico e privato, con acquisizioni in donazione e in comodato, fu possibile aprire al pubblico un patrimonio che altrimenti sarebbe rimasto confinato nelle collezioni private. La riapertura del 2025 rinnova quella vocazione, con uno sguardo aggiornato e inclusivo che intende restituire un racconto più ampio di uno dei momenti più vitali e complessi della storia dell’arte italiana del Novecento.


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