Giuli: “Non sono soddisfatto delle terne dei direttori”. E pensa di riaprire il bando


Il ministro della cultura Alessandro Giuli, nell’ambito di una polemica con il Corriere della Sera, condivide sui social un’intervista, non pubblicata dal giornale, in cui, tra le altre cose, si dichiara non soddisfatto delle terne dei “superdirettori”. E manifesta l’intenzione di riaprire il bando.

È polemica tra il ministro della cultura, Alessandro Giuli e il Corriere della Sera. Tutto nasce da un editoriale di Ernesto Galli della Loggia pubblicato sul giornale di via Solferino lo scorso venerdì, e nel quale il giornalista accusava la destra al governo di non aver fatto ancora niente di rilevante per la cultura e di essersi limitata spesso soltanto a occupazioni di posti. Giuli ha pubblicato, sul suo profilo Facebook, un paio di post in cui ha riferito che il giornale gli ha prima chiesto una replica all’editoriale (da lui definito “velenoso”), e poi un’intervista a tutto campo partendo proprio dall’editoriale. L’intervista, con il giornalista Paolo Conti, non è ancora stata pubblicata (secondo Giuli sarebbe stata, termine suo, “censurata”), ma il ministro l’ha condivisa sui suoi canali social. Nella conversazione, Giuli prima replica a Della Loggia (“i perditempo insinuano che l’impegno della destra sia concentrato sulle poltrone, noi intanto raggiungiamo risultati”, e dice anche di aspettarsi che lasci il suo ruolo alla Consulta dei Comitati Nazionali), dopodiché passa a rispondere a domande su vari temi, tra cui i musei autonomi, dicendo di non essere soddisfatto delle terne proposte dalla commissione.

“Sono giunte le terne dei candidati per i più importanti musei di prima fascia”, ha detto. “Nel pieno rispetto del valore professionale dei nomi proposti, mi ritengo insoddisfatto del lavoro della commissione. Valuterò se riaprire il bando, contestualmente allo svolgimento di quello per i musei di seconda fascia, per avere un quadro completo e un valore indiscutibile dei massimi dirigenti, nazionali o internazionali che siano”. Al momento, sono cinque i musei di prima fascia che attendono un nuovo direttore: i Musei Reali di Torino, la Galleria dell’Accademia di Firenze-Musei del Bargello, il Parco Archeologico del Colosseo, il Museo Nazionale Romano, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, attualmente diretti ad interim da diversi mesi. Le terne non sono ancora state pubblicate, ma sono noti i nomi dei dieci “finalisti” per ciascun museo: negli elenchi figurano i nomi di diversi ex direttori di grandi musei, soprintendenti, dirigenti. Certo è che la riapertura del bando potrebbe comportare ulteriori ritardi nelle nomine di cinque musei tra i più rilevanti del paese che da diverso tempo sono privi di una guida stabile (e l’iter del concorso è cominciato lo scorso marzo).

Alessandro Giuli. Foto: Aise
Alessandro Giuli. Foto: Aise

La commissione, che è composta da Elena Tassi, Caterina Cittadino, Cécile Evers, Raffaella Saporito e Alessandro Zuccari, ha cominciato i colloqui coi candidati lo scorso 7 luglio, presso la sede del Ministero della Cultura, e ha finito l’11. Tra i candidati che hanno dovuto sostenere l’esame figurano anche alcuni attuali direttori di musei autonomi, come Luigi Gallo (Galleria Nazionale delle Marche), Simone Quilici (Parco Archeologico dell’Appia Antica), Francesco Sirano (Ercolano), Mario Epifani (Palazzo Reale di Napoli), Tiziana Maffei (Reggia di Caserta), oltre a ex direttori come Paola D’Agostino (Musei del Bargello), Flaminia Gennari Santori (Gallerie Nazionali d’Arte Antica), Martina Bagnoli (Gallerie Estensi) e a personalità di rilievo come Serena Bertolucci, direttrice dell’M9 di Mestre. Al momento tuttavia non si sa quali sono i nomi che sono emersi dagli orali.

Nel frattempo, il Corriere della Sera fa sapere che il giornale “aveva chiesto dieci giorni fa un’intervista su tutte le vicende che avevano interessato il suo ministero (da Cinecittà al conflitto con la sottosegretaria Bergonzoni), intervista che il ministro ha rinviato fino a ieri mattina quando ha dato la sua disponibilità”. Nella replica, il quotidiano critica ironicamente la reazione del ministro all’editoriale (“La reazione del ministro è stata del seguente tenore: il prof. Della Loggia ha un incarico culturale stabilito dal mio predecessore Sangiuliano e dopo le critiche deve dimettersi. Un atteggiamento davvero liberale”), e contesta duramente nel merito e nella forma alcune affermazioni: “Le sue considerazioni erano poi condite da falsità (‘incarico di lusso’ mentre l’incarico del professore a capo della Consulta dei comitati culturali è a titolo gratuito) e insulti: ‘perditempo’, ‘cameriere’ (noi abbiamo grande rispetto di tutti i lavoratori, il ministro invece non sembra pensarla così e usa la citazione contenente la parola ‘cameriere’ per offendere)”. Il Corriere fa inoltre sapere che la direzione aveva offerto a Giuli la possibilità di replicare all’editoriale con un articolo, ma il ministro avrebbe rifiutato: “Nessuna censura, gli interessava solo ‘licenziare’ il professore che aveva osato fare delle critiche. Quando vorrà siamo pienamente disponibili alla pubblicazione”. Replica, infine, anche da parte del giornalista Paolo Conti: “Lo scambio di messaggi pubblicato dal ministro Giuli è avvenuto con me in una normale dialettica tra giornalista e intervistato di cui la Direzione era totalmente all’oscuro. Rimango basito dalla scelta di un ministro di pubblicare messaggi privati”.


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