Dal 20 dicembre 2025 all’11 ottobre 2026 la Galleria d’Arte Moderna di Roma celebra il centenario della fondazione della sua collezione con la grande mostra GAM 100. Un secolo di Galleria comunale 1925-2025, a cura di Ilaria Miarelli Mariani e Arianna Angelelli con Paola Lagonigro, Ilaria Arcangeli, Antonio Ferrara e Vanda Lisanti, e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.
Il 28 ottobre 1925, per la prima volta, negli spazi di Palazzo Caffarelli in Campidoglio prendeva forma infatti un percorso espositivo dedicato all’arte contemporanea, costruito attorno a un primo nucleo di opere acquisite dal Comune di Roma. Nasceva così l’embrione di quella che, di lì a poco, sarebbe diventata la Galleria d’Arte Moderna: la prima collezione civica fondata sull’acquisizione di opere moderne di artisti, affermati ed emergenti, attivi nel contesto italiano e internazionale.
Oggi, con oltre 120 opere tra dipinti, sculture e lavori su carta, il percorso espositivo intende ripercorrere l’evoluzione della Galleria capitolina attraverso le tappe fondamentali di una lungimirante politica di acquisizioni. Un processo articolato e di lungo periodo, avviato già nel 1883 con i primi acquisti effettuati in occasione dell’“Esposizione delle Belle Arti” al Palazzo delle Esposizioni, tra cui la statua marmorea Cleopatra di Girolamo Masini oggi visibile nel chiostro, e proseguito fino ai nostri giorni, dando origine a una collezione che supera le 3.000 opere e comprende artisti quali Giacomo Balla, Carlo Carrà, Mario Sironi, Fortunato Depero, Antonio Donghi, Renato Guttuso, Giorgio de Chirico e Antonietta Raphaël Mafai.
Il centenario raccontato dalla mostra è fatto di artisti, luoghi, scelte culturali e spazi espositivi, in un intreccio indissolubile con la storia della città di Roma. L’articolazione del percorso sui tre piani del museo costituisce una guida attraverso il Novecento, che consente al visitatore di comprendere non solo le modalità di ingresso delle opere in collezione, ma anche i contesti sociali, politici e culturali che hanno orientato, nel tempo, le scelte dell’amministrazione. Attraversando le sale, si snoda così un racconto che abbraccia oltre due secoli di storia dell’arte, restituendo la pluralità di linguaggi e poetiche confluite nella Galleria e il forte legame tra le opere, i loro autori e la politica culturale cittadina e nazionale.
Interpretando lo spirito delle diverse epoche, la Galleria d’Arte Moderna ha progressivamente assunto un ruolo centrale nel panorama culturale internazionale, dando spazio alle istanze emergenti: dalle esperienze di fine Ottocento legate al movimento In arte libertas di Nino Costa e Giulio Aristide Sartorio, fino all’avanguardia futurista; dalla Secessione romana, protagonista al Palazzo delle Esposizioni tra il 1913 e il 1916, al movimento Novecento promosso da Margherita Sarfatti e dalla rivista Valori Plastici. Trovano spazio il Realismo magico di Antonio Donghi, la Metafisica di de Chirico, il secondo Futurismo, così come le Biennali e le Quadriennali romane, determinanti per l’arricchimento della collezione. Il percorso prosegue con la Scuola Romana, il secondo dopoguerra e i nuovi linguaggi dell’Astrazione, dell’Informale e della Neoavanguardia, per arrivare agli anni Settanta, Ottanta, Novanta e alle acquisizioni più recenti del XXI secolo.
La mostra racconta anche una storia complessa di sedi e trasformazioni museali che hanno accompagnato la Galleria nel corso del Novecento: dall’inaugurazione del 1925 a Palazzo Caffarelli alla riapertura del 1931 come Galleria Mussolini, curata da Antonio Muñoz; dalla prima Quadriennale del 1931 al Palazzo delle Esposizioni, alla rinascita del 1952 a Palazzo Braschi, fino alla sede al Palazzo delle Esposizioni tra il 1963 e il 1972 a cura di Carlo Pietrangeli e, infine, alle inaugurazioni del 1995 e del 2011 nell’attuale sede dell’ex convento delle carmelitane scalze a San Giuseppe a Capo le Case.
Proprio a questa fase iniziale del convento risale il dipinto murale seicentesco realizzato da Suor Eufrasia della Croce, religiosa del monastero e amica di Plautilla Bricci, riportato alla luce dopo anni di occultamento e oggi nuovamente visibile in occasione della mostra. Destinate al coro d’inverno, uno degli spazi più sacri della clausura, le pitture raffiguravano scene legate alla spiritualità carmelitana: dai frammenti superstiti emergono due suore in preghiera davanti alla Croce-fontana, simbolo di vita e resurrezione, affiancate da un secondo murale con la Vergine, Maria Maddalena e San Giovanni, di tono più drammatico e oggi parzialmente lacunoso al centro.
Il percorso espositivo si apre al primo piano con la sezione La nascita della Galleria. Le prime acquisizioni, le avanguardie e il ruolo delle Quadriennali, dedicata all’inaugurazione del 1925 e al riallestimento del 1931 curato da Antonio Muñoz. In questo contesto viene ricordata anche la collocazione originaria della Galatea di Amleto Cataldi sulla terrazza Caffarelli, concepita come fontana monumentale e oggi esposta in uno spazio dedicato al piano terra.
Le acquisizioni iniziali sono il frutto di un vivace clima espositivo, alimentato da rassegne fondamentali come quelle promosse dalla Società Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, da cui provengono opere di Enrico Coleman, Duilio Cambellotti e Giacomo Balla con il celebre Il dubbio. Un ruolo centrale è svolto dalle mostre della Secessione romana, che testimoniano l’attenzione dell’amministrazione capitolina verso i linguaggi più innovativi: ne sono esempio le opere di Vittorio Grassi, Enrico Lionne, Camillo Innocenti e di Auguste Rodin. Parallelamente si afferma il “ritorno all’ordine” promosso da Valori Plastici e dal movimento Novecento, con artisti come Felice Carena, Mario Sironi e Gino Severini, impegnati nel recupero della tradizione classica e delle tecniche dell’antichità.
Accanto a queste esperienze emergono il Realismo magico di Antonio Donghi e la Metafisica di de Chirico, mentre le Biennali romane e, ancor più, le Quadriennali, a partire dal 1931, svolgono un ruolo determinante nella definizione della collezione, valorizzando sia le nuove tendenze sia figure come Costa e Sartorio. Ampio spazio è infine riservato al Secondo Futurismo, con opere di Tato, Benedetta Cappa Marinetti, Prampolini, Depero, Monachesi e Crali.
La sezione Dalla ricerca di una nuova sede alla rinascita negli anni Cinquanta, al secondo piano, collega le esperienze del primo Novecento al periodo successivo alla seconda guerra mondiale, segnato dalla soppressione della Galleria nel 1938 e dalla dispersione temporanea delle opere. Con la riapertura del 1952 a Palazzo Braschi, grazie all’impegno di Carlo Pietrangeli, tornano in mostra artisti come Onorato Carlandi, Scipione e Renato Guttuso, mentre viene rievocata anche la storica sala del “Bianco e nero” con opere grafiche di Morandi e Checchi.
L’ultimo piano, con la sezione Verso la nuova Galleria d’Arte Moderna. Una collezione in continua crescita, ripercorre il trasferimento al Palazzo delle Esposizioni negli anni Sessanta e le acquisizioni successive, caratterizzate da una forte eterogeneità di linguaggi e generazioni, fino agli anni Novanta e all’attuale sede di via Crispi, inaugurata nel 1995 e riaperta nel 2012 dopo importanti lavori di ammodernamento. L’incremento della collezione prosegue ancora oggi con opere di Elisa Montessori, Lamberto Pignotti e Guido Strazza.
GAM 100. Un secolo di Galleria comunale 1925–2025 è il risultato di un ampio lavoro corale che ha coinvolto musei e istituti della Sovrintendenza Capitolina, tra cui il Museo di Roma in Trastevere, l’Archivio Fotografico del Museo di Roma e l’Archivio Storico Capitolino, oltre alla collaborazione con enti come Istituto Luce, Teche Rai e l’Archivio Fotografico dell’Ufficio Stampa di Roma Capitale.
Per ampliare ulteriormente la lettura della collezione, la mostra prevede una seconda rotazione nella primavera del 2026, che consentirà di presentare anche opere finora inedite. Particolare attenzione è dedicata infine all’accessibilità, con percorsi specifici per visitatori con disabilità visiva e un nuovo nucleo di tavole tattili realizzate in collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e il Museo Tattile Statale Omero di Ancona.
“È un viaggio attraverso la città di Roma, la sua storia e anche la storia dello scenario artistico internazionale, l’esposizione con cui la Galleria d’Arte Moderna celebra il centenario della sua fondazione con la mostra GAM 100. Un secolo di Galleria comunale 1925-2025”, dichiara l’Assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio. “Con le 120 opere riunite lungo i tre piani espositivi, si ripercorre anche la politica culturale della città nel rapporto con i movimenti artistici, gli artisti e l’acquisizione delle loro opere da parte della GAM nel corso di oltre cento anni: la Galleria d’Arte Moderna offre così un percorso storico e artistico straordinario che parte dalla fine dell’Ottocento, passa per il Futurismo, il movimento Novecento, il Realismo magico, la Metafisica di de Chirico, il periodo della Scuola Romana, il dopoguerra novecentesco con l’Astrazione e la Neoavanguardia, fino ad arrivare agli anni ’80 e ’90 del Novecento e le ultime acquisizioni degli anni 2000. Un viaggio nel tempo e nei luoghi che testimonia come Roma abbia sempre riunito diverse voci e pluralità espressive, e che coinvolge il visitatore fin dalle prime opere acquisite con la nascita della Galleria. Opere per lo più provenienti da importanti eventi espositivi che hanno orientato la storia artistica mondiale. Ringrazio il lavoro corale degli altri musei e istituti della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, oltre agli archivi fotografici e storici”.
| Titolo mostra | GAM 100. Un secolo di Galleria comunale 1925-2025 | Città | Roma | Sede | Galleria d'Arte Moderna di Roma | Date | Dal 20/12/2025 al 11/10/2026 | Curatori | Arianna Angelelli, Ilaria Miarelli Mariani, Ilaria Arcangeli, Paola Lagonigro, Antonio Ferrara, Vanda Lisanti | Temi | Novecento, Roma |
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