Le 10 migliori mostre del 2022 secondo Finestre sull'Arte


Quali sono state le 10 migliori mostre del 2022 in Italia? Ecco la classifica della top ten scelta dalla redazione di Finestre sull’Arte.

Quali sono state le dieci migliori mostre del 2022 in Italia? La redazione di Finestre sull’Arte ha scelto la top ten, prendendo in considerazione tutte le mostre aperte nel 2022 (quindi escludendo quelle aperte nel 2021 e proseguite quest’anno): ecco qua la nostra classifica!

10. ex-aequo. Sorolla a Palazzo Reale (Milano)

Non riuscivamo a metterci d’accordo sulla decima della lista e allora abbiamo deciso di assegnare un decimo posto ex-aequo. Uno è per la mostra monografica su Joaquín Sorolla tenutasi al Palazzo Reale di Milano e intitolata Joaquín Sorolla. Pittore di luce, dal 25 febbraio al 26 giugno, a cura di Micol Forti e Consuelo Luca de Tena. Entra in classifica perché prima mostra in Italia a indagare l’intera attività dell’artista spagnolo, con un percorso coerente e completo che ha portato a Milano la luce del Mediterraneo dei dipinti di Sorolla, con diversi capolavori fondamentali in mostra. Leggi qui la nostra recensione.

Sorolla a Palazzo Reale (Milano)
Sorolla a Palazzo Reale (Milano)

10. ex-aequo. Kandinskij a Palazzo Roverella (Rovigo)

L’altra decima piazza va alla mostra su Vasilij Kandinskij a Palazzo Roverella, Rovigo, tenutasi dal 26 febbraio al 26 giugno e intitolata Kandinskij. L’opera 1900-1940. A dispetto del nome poco eloquente, si trattava di una mostra nuova (nonostante si siano tenute ben dieci mostre su Kandinskij in Italia negli ultimi vent’anni) perché obiettivo dichiarato della rassegna curata da Paolo Bolpagni ed Evgenija Petrova era quello di risalire alle fonti dell’ispirazione dell’artista russo. Obiettivo centrato e mostra che merita l’ingresso nella top ten. Leggi qui la nostra recensione.

Kandinskij a Palazzo Roverella (Rovigo)
Kandinskij a Palazzo Roverella (Rovigo)

9. Raffaello alla Pinacoteca Nazionale (Bologna)

Pochissimi prestiti, ma una mostra di respiro internazionale (Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna, alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, dall’8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023, a cura di Daniele Benati, Elena Rossoni e Maria Luisa Pacelli), per la presenza di un capolavoro di Raffaello dalla National Gallery di Londra, il Ritratto di Giulio II, e soprattutto per un percorso che, con alcune integrazioni possibili proprio grazie ai prestiti, ha presentato al pubblico il nuovo allestimento delle sale del Rinascimento della Pinacoteca Nazionale di Bologna, con un percorso di alto livello e votato alla massima chiarezza per il pubblico. Abbiamo scelto questa mostra non solo per la raffinatezza della proposta ma anche perché rappresentativa di un paradigma espositivo che vede la presenza di poche, selezionate opere in prestito da fuori per allestire focus sulle raccolte al fine di far riscoprire alla comunità il proprio patrimonio. Leggi qui la nostra recensione.

Raffaello alla Pinacoteca Nazionale (Bologna)
Raffaello alla Pinacoteca Nazionale (Bologna)

8. Bosch a Palazzo Reale (Milano)

Era tra le mostre più attese dell’anno e le aspettative non sono state deluse. Un percorso dedicato non soltanto a Jheronimus Bosch, del quale è presente al Palazzo Reale di Milano un nucleo ristretto ma molto significativo, ma a tutto il suo contesto, per presentare al pubblico un Rinascimento “altro”, fatto di eccentricità, stravaganze, passioni del tutto contrarie a quelle del Rinascimento dell’equilibrio, dell’armonia, dell’antropocentrismo. In totale antitesi, dunque, rispetto al messaggio banalizzante fatto passare dalla Biennale di Venezia “contro il Rinascimento”, come da dichiarazioni della prima ora, nei confronti della quale la mostra Bosch e un altro Rinascimento (dal 9 novembre 2022 al 12 marzo 2013, a cura di Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades e Claudio Salsi) sembra quasi una involontaria ma sonora risposta. Leggi qui la nostra recensione.

Bosch a Palazzo Reale (Milano). Foto di Carlotta Coppo
Bosch a Palazzo Reale (Milano). Foto di Carlotta Coppo

7. Leonardo Dudreville alla Fondazione Ragghianti (Lucca)

La mostra su Leonardo Dudreville (Nuove Tendenze. Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci, dal 15 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023) a cura di Francesco Parisi è stata una delle migliori che si siano mai viste alla Fondazione Ragghianti di Lucca: non soltanto una proposta di ricerca di alto livello, ma anche un percorso di sicuro fascino per il pubblico data la qualità delle opere e il loro carattere poco usuale. Un percorso che non ha esplorato tutta la carriera di Dudreville, ma solo la parte meno nota, ovvero il Dudreville divisionista, futurista, novotendente, dagli esordi fino al 1920, anno in cui l’artista abbraccerà quella pittura di stampo novecentista per la quale è universalmente noto. Leggi qui la nostra recensione.

Leonardo Dudreville alla Fondazione Ragghianti (Lucca). Foto di Beatrice Speranza
Leonardo Dudreville alla Fondazione Ragghianti (Lucca). Foto di Beatrice Speranza

6. L’aeropittura al Labirinto della Masone (Fontanellato)

La mostra sull’aeropittura futurista al Labirinto della Masone di Fontanellato (Dall’alto. Aeropittura futurista, dal 9 aprile al 18 settembre 2022), a cura di Massimo Duranti, voleva porsi come rassegna completa sull’argomento, e l’obiettivo anche in questo caso è stato pienamente raggiunto, perché al Labirinto di Franco Maria Ricci c’era pressoché tutto quello che ci doveva essere: una selezione con un centinaio di opere tra cui tutti i lavori fondamentali, con opere di tutti gli artisti che hanno praticato quel particolare genere a partire dagli anni Venti del Novecento. Leggi qui la nostra recensione.

L'aeropittura al Labirinto della Masone (Fontanellato)
L’aeropittura al Labirinto della Masone (Fontanellato)

5. I Macchiaioli a Palazzo Blu (Pisa)

Tra le sale di Palazzo Blu a Pisa, la curatrice Francesca Dini ha allestito una mostra sui macchiaioli dal titolo semplicissimo (I Macchiaioli, dall’8 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023), senza fronzoli, ma distante rispetto alle mille mostre sui macchiaioli che si organizzano di continuo per il fatto che qui il pubblico può ammirare tanti capolavori fondamentali, in una rassegna che ha di fatto presentato un canone (sebbene il lavoro della curatrice si sia concentrato solo sulla prima generazione dei macchiaioli): una sorta di pietra miliare, dunque, per tutte le mostre sul tema che seguiranno. Leggi qui la nostra recensione.

I Macchiaioli a Palazzo Blu (Pisa)
I Macchiaioli a Palazzo Blu (Pisa)

4. Superbarocco alle Scuderie del Quirinale (Roma) e La Forma della Meraviglia a Palazzo Ducale (Genova)

Il 2022 è stato l’anno del barocco genovese: si è tenuta alle Scuderie del Quirinale di Roma la grande mostra Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco (con gioco di parole con la parola “Superba”, soprannome di Genova), che doveva partire dalla National Gallery di Washington e poi però è stata annullata negli USA a causa del Covid. Dal 26 marzo al 3 luglio 2022, nel percorso curato da Jonathan Bober, Piero Boccardo e Franco Boggero, il pubblico romano ha potuto vedere il meglio del Seicento genovese, con una selezione che ha coperto tutto il Siglo de los genoveses anche con numerosi prestiti internazionali. E in più, la mostra è stata accompagnata da un palinsesto di alto livello a Genova: piccoli ma densi approfondimenti (vale la pena citare almeno la monografica su Domenico Parodi, a cura di Daniele Sanguineti e Laura Stagno, a cui va una menzione speciale sia per l’interesse della proposta, sia per il paradigma ecologico e sostenibile degli allestimenti) culminati nell’eccellente mostra La forma della meraviglia a Palazzo Ducale, firmata dagli stessi curatori di Superbarocco: una sorta di collaterale della mostra romana dove sono stati esposti dipinti rari o difficili da vedere in Italia. Quando il cosiddetto “marketing territoriale” è fatto a regola d’arte e senza banalizzare. Leggi qui la nostra recensione.

Superbarocco alle Scuderie del Quirinale (Roma)
Superbarocco alle Scuderie del Quirinale (Roma)

3. Pisanello a Palazzo Ducale (Mantova)

Pisanello è un artista notissimo, ma fare una mostra su di lui è estremamente difficile, data l’esiguità del suo catalogo: si contano sulle dita di due mani le opere mobili, tolti i disegni, che gli si possono assegnare con certezza. E a Mantova, alla mostra che Palazzo Ducale gli dedica (Pisanello. Il tumulto del mondo, dal 7 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023), a cura di Stefano L’Occaso, c’è praticamente metà del suo catalogo, con la possibilità di ammirare la sua unica opera firmata, esposta per la prima volta in Italia. Ma la bontà di questa mostra sta soprattutto nel percorso che accompagna i lavori di riallestimento della Sala del Pisanello in Palazzo Ducale, con le pitture scoperte negli anni Sessanta: un restauro che ha portato importanti novità, un itinerario di visita encomiabile, una possibilità in più per i visitatori di Palazzo Ducale, una rassegna di alto profilo scientifico accompagnata da un catalogo completo. Una mostra, insomma, di livello internazionale, che nonostante le ridotte dimensioni (una trentina di opere in tutto, ma chi lo ha detto che una mostra per essere buona debba per forza avere decine e decine di opere?) si può considerare non solo come una delle migliori in Italia, ma una delle migliori al mondo, esattamente come le due che la precedono in classifica. Leggi qui la nostra recensione.

Pisanello a Palazzo Ducale (Mantova)
Pisanello a Palazzo Ducale (Mantova)

2. Giovan Francesco Caroto al Palazzo della Gran Guardia (Verona)

Due pubblicazioni, il meglio della produzione dell’artista riunito in un’unica sede, prestiti internazionali dai più grandi musei mondiali, il contesto ricostruito con grande rigore, una rete di collaborazioni interistituzionali guidata dal partenariato con il Palazzo Ducale di Mantova e il Castello Sforzesco di Milano, la prima monografica di sempre su di un artista stravagante, discontinuo, ma decisamente affascinante: tutto questo è stata la mostra Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese, tenutasi al Palazzo della Gran Guardia di Verona dal 13 maggio al 2 ottobre 2022. I curatori Francesca Rossi, Gianni Peretti ed Edoardo Rossetti hanno allestito un percorso che, a chiusura di un trittico di mostre sul Rinascimento veronese cominciato nel 2006 con Mantegna e le Arti a Verona 1450-1500 e proseguito con Paolo Veronese. L’illusione della realtà, ha continuato a indagare le vicende dell’arte in città a cavallo tra Quattro e Cinquecento approfondendo le vicende di Giovan Francesco Caroto. Le fonti d’ispirazione dell’artista, i suoi capolavori, le opere degli artisti che lo hanno seguito, i lavori degli autori attivi al suo tempo, in mostra c’era tutto quello che ci doveva essere. L’estremo rigore scientifico, gli ottimi allestimenti, l’itinerario di visita chiaro e valido sia per il grande pubblico che per gli studiosi e appassionati, la novità della proposta, il carattere di prima mostra di sempre sull’artista valgono alla monografica su Caroto la medaglia d’argento nella classifica di Finestre sull’Arte. Leggi qui l’articolo sulla mostra.

Giovan Francesco Caroto al Palazzo della Gran Guardia (Verona)
Giovan Francesco Caroto al Palazzo della Gran Guardia (Verona)

1. Donatello a Palazzo Strozzi e Museo del Bargello (Firenze)

Attesissima e lodata ovunque, la mostra su Donatello curata da Francesco Caglioti, vince il titolo di miglior mostra dell’anno secondo Finestre sull’Arte, dopo un’accesa discussione. Il titolo va a Donatello. Il Rinascimento, tenutasi a Palazzo Strozzi a Firenze e al Museo Nazionale del Bargello, dal 19 marzo al 31 luglio 2022, per una serie di diversi motivi. Primo, perché è stata una mostra completa: mancavano solo le opere del Museo del Duomo di Firenze, che potevano però essere raggiunte con una passeggiata di pochi minuti. Secondo, perché pienamente rispondente al suo obiettivo di far emergere Donatello come artista di rottura, tant’è che il percorso ha ben sottolineato tutte le anime della sua varia e complessa personalità, in particolare quelle più estreme e innovative. Terzo, perché nonostante su Donatello sia già stato detto di tutto e di più, la mostra ha stabilito punti fermi e assestato il canone dell’artista. Quarto, perché il contesto è stato debitamente e puntualmente rievocato con prestiti importanti, da Mantegna a Desiderio da Settignano, da Giovanni Bellini a Masaccio. Quinto, perché passerà molto tempo prima che su un artista fondamentale per tutta la storia dell’arte si possa vedere una mostra di questo tipo, e perché occasioni espositive del genere andranno diradandosi in futuro. Leggi qui la nostra recensione.

Donatello a Palazzo Strozzi. Foto di Ela Bialkowska
Donatello a Palazzo Strozzi (Firenze). Foto di Ela Bialkowska

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